1 Corinzi 1,17-31 Spargiamo il profumo di Cristo con la pazzia della predicazione

 

Predicatore: Raffaele Costagliola

Oggi continuiamo la nostra nuova serie di predicazione intitolata “Vogliamo davvero spargere il profumo di Cristo?”. Domenica scorsa abbiamo visto che la prima nota olfattiva del profumo di cui stiamo parlando è quella dell’unione salda e armoniosa in Cristo.

Un’altra cosa che abbiamo detto, se ricordate, è quello che il motore della diffusione del profumo di Cristo è la Parola di Dio, mentre il veicolo di diffusione è la chiesa e la predicazione è come se fosse il prodotto del funzionamento motore più veicolo. Questa metafora ha acceso la mia fantasia da ingegnere meccanico e ho iniziato a immaginare a come potesse essere una macchina perfetta di spargimento di profumo e ho pensato ad aerei agricoli, ai canadair, ecc. Ma c’è una cosa comune a tutte le macchine e cioè che una macchina funziona bene se motore e veicolo/carrozzeria sono ben funzionanti. Una macchina con un ottimo motore supportato da un telaio e una carrozzeria malandata, oppure, un bellissimo veicolo equipaggiato con un motore non funzionante, non percorrerà nemmeno un metro e quindi non riuscirà a spargere nessun profumo.

La chiesa di Corinto al tempo di Paolo era caratterizzata da credenti che avevano ricevuto il motore di Cristo ma, a causa del peccato, erano come macchine da rottamare logorate dalle vecchie abitudini e ingolfate dalle convinzioni derivanti dalla cultura in cui vivevano e dalle influenze filosofiche. Anziché testimoniare delle verità bibliche mediante i frutti dello Spirito, la chiesa era vittima di disordini e di divisioni dovuti all’orgoglio e alla vanità, all’ostentazione di sapienza e d’istruzione, dall’eloquenza e dalle lusinghe dei falsi insegnanti.

Corinto era per certi versi una città molto simile a Roma e in particolare a Prati. Era una città ricca per la presenza di due porti commerciali, una città piena di arte, ma anche di corruzione, soprattutto quella sessuale. Quindi come individui e come chiesa corriamo gli stessi rischi dei Corinzi al tempo di Paolo. Vogliamo allora ascoltare cosa Paolo ha da dirci in questa seconda parte del primo capitolo.

Lettura del brano 1 Corinzi 1,17-31

Paolo, ci fornisce due importanti indicazioni per far funzionare la macchina motore/veicolo affinché la chiesa sia in grado efficacemente di spargere il profumo di Cristo mediante la pazzia della predicazione:

1.    avendo accettato Cristo crocifisso (vv.17-25)

2.    avendo metabolizzato la grazia ricevuta (vv.26-31)

1 Avendo accettato Cristo crocifisso

Dopo aver esortato i credenti all’unità nel nome di Cristo, Paolo inizia a fare ordine affermando che i Corinzi non erano diventati credenti per qualche merito di un uomo che li ha convinti tramite una buona retorica e li ha battezzati, ma sono stati salvati solamente grazie a Dio per mezzo della predicazione (v.21) di Cristo crocifisso (v.23) e questo non ha niente a che fare con i meriti e la sapienza umana (v.21). Anzi la predicazione di Cristo risulta pazzia per gli uomini (vv.18; 20; 21; 23; 25).

Con questo Paolo non stava screditando l’intelligenza, la sapienza e l’arte della retorica dell’uomo dicendo che fossero di per sé un ostacolo alla diffusione del vangelo, ma stava criticando e squalificando la vanità e l’orgoglio della sapienza umana nella conoscenza di Dio.

A causa del peccato, infatti, l’uomo è incapace di raggiungere Dio. Seppur viene percepita una presenza divina nel creato, a causa del peccato, l’uomo è incapace di glorificare Dio e si perde in vani ragionamenti indurendo il cuore (Rm.1,20-22). Per questo, seppur l’uomo si vanta di essere sapiente e intelligente, è in realtà stolto agli occhi di Dio.

Paolo al v.22 dice che i giudei si aspettavano dei miracoli, ma poiché Cristo non ne faceva come e quando loro lo richiedevano, non venne riconosciuto come messia ma fu motivo di scandalo. I greci, invece, si aspettavano qualcosa che potesse soddisfare il proprio intelletto, ma Cristo si dichiarava Dio e uomo allo stesso tempo risultando pazzia ai loro occhi. Entrambi non sono stati in grado mediante la loro sapienza di riconoscere il messia. Se uno si aspetta dei segni miracolosi, esperienze forti e illuminanti o risposte razionalmente convincenti e intellettualmente appaganti non troverà mai Cristo.

La salvezza si ottiene unicamente per mezzo di Cristo, vero Dio e vero uomo, il quale si è fatto carico dei nostri peccati e, morendo sulla croce, ha subito le conseguenze del peccato al posto nostro sottomettendo la sua vita alla morte in modo che chiunque si umilia e riconosca di essere un peccatore possa ricevere la giustizia di Cristo e la vita eterna. Questa è la potenza e la sapienza di Dio (v.24) che non si ottiene mediante meriti, percorsi di studi o l’esperienza maturata, ma è un dono della grazia di Dio ricevuto per fede.

Questo è il messaggio, la Parola di Dio, che deve essere usato come motore della macchina per la diffusione del profumo di Cristo. Ma per poterlo usare dobbiamo prima di tutto accettarlo nelle nostre vite. Hai tu accettato Cristo crocifisso nella tua vita? Se sì, è Cristo il motore che muove la macchina della tua vita? O c’è qualcos’altro che ingolfa il motore e ti impedisce di muoverti? Ti senti libero di annunciare Cristo come potenza e sapienza di Dio oppure provi un certo imbarazzo e disagio? Se non abbiamo accettato Cristo crocifisso come motore delle nostre vite, allora non potremo mai spargere il suo profumo in questo quartiere.

2 Avendo metabolizzato la grazia ricevuta

Paolo al v.26 ricorda ai credenti di Corinto che la maggior parte di loro ha umili origini, non ci sono molti sapienti, né molti potenti, né molti nobili (v.26), me che questa è stata una scelta di Dio per svergognare e annientare i valori del mondo di cui si stavano vantando (v.27-28) affinché nessuno si vanti più delle proprie capacità di fronte a Dio (v.29) perché è solamente grazie a Dio che siamo salvati in Cristo (v.30) e qualsiasi motivo di vanto deve essere solamente nel Signore (v.31).

Se guardiamo all’intera storia del popolo di Dio vediamo che Dio ha sempre operato in modo da svergognare i sapienti e i potenti di questo mondo affinché fosse manifestata potentemente la sua gloria. Solo per ricordare alcuni esempi: durante l’esodo di Israele dall’Egitto Dio è intervenuto potentemente svergognando la superbia del faraone che si proclamava dio in terra e la sapienza dei suoi maghi salvando il suo popolo con mano potente. Pensiamo anche alla protezione che Dio ha donato a Sadrac, Mesac e Abed-Nego nella fornace ardente e a Daniele nella fossa dei leoni. O ancora alla guarigione donata a Naaman semplicemente dopo sette immersioni nel fiume Giordano contrariamente alle sue aspettative.

Se abbiamo accettato Cristo nella nostra vita è perché Dio ci ha chiamato a salvezza, non per qualche nostro merito o capacità particolari, ma solamente perché si è compiaciuto nel manifestare la sua grazia e la sua gloria attraverso la nostra vita. Accettando Cristo nella nostra vita, Dio ci ha fatto dono di (v.30):

-      sapienza e giustizia, in quanto in Cristo Dio ci ha reso dotti nelle cose spirituali e ci ha giustificati dal nostro peccato mediante la sua morte e resurrezione;

-      santificazione e redenzione, in quanto Dio è fedele e porta a compimento l’opera iniziata in noi, per cui oltre alla giustificazione ricevuta per fede, Dio ci libera dal peccato (una sola volta) e mediante lo Spirito Santo ci rinnova continuamente conducendoci verso la redenzione eterna.

Abbiamo davvero capito e metabolizzato la portata della grazia di Dio? Israele dopo l’attraversamento del Mar Rosso e la liberazione dalla schiavitù egiziana cantarono un inno di lode e gloria al Signore. Maria, madre di Gesù, cantò un inno che magnificava il Signore e rivelava la potenza della sua gloria. Noi come rispondiamo? Possiamo dire di essere grati a Dio e di gloriarci nel Signore? Possiamo dire come Maria, la mia anima magnifica il Signore? Oppure ci sono delle cose che ci impediscono di farlo?

Dio ci chiama a sé per fare cose straordinarie attraverso le nostre vite ordinarie, ci chiama ad essere parte attiva della sua chiesa in una comunità locale qualsiasi siano i nostri doni o le nostre capacità, che ci sentiamo all’altezza o meno.

Non lasciamo che le ansie, le paure oppure il nostro orgoglio possano frenare l’opera dello Spirito Santo nella nostra vita. Affidiamoci a Dio, che è fedele e ci renderà stabili fino alla fine (v.8). Lasciamo che lo Spirito Santo possa restaurare l’intera “macchina” della nostra vita affinché come un canadair o un aereo agricolo possiamo spargere efficacemente il profumo di Cristo ovunque noi andiamo.

In conclusione, se vogliamo spargere efficacemente il profumo di Cristo per mezzo della pazzia della predicazione dobbiamo aver accettato Cristo crocifisso e metabolizzato la grazia ricevuta.


Grazie a tutti coloro che sostengono la Chiesa Breccia di Roma con le loro offerte.