1 Corinzi 2,1-16 - Spargiamo il profumo di Cristo in dimostrazione di Spirito e di Potenza

 

Predicatore: Reid Karr

Come chiesa vogliamo spargere il profumo di Cristo affinché questa città venga trasformata dalla buona notizia di Cristo e affinché vite vengano salvate dalla pazzia della croce di Gesù e dalla potenza di Dio dimostrata nel vangelo. Con questa serie di predicazioni sulla prima lettera di Paolo ai Corinzi stiamo parlando della diffusione di questo profumo e come lo possiamo spargere.

Finora abbiamo visto che per spargere questo profumo dobbiamo essere una chiesa unita e dobbiamo essere saldi in Cristo e dobbiamo vivere un'unità armoniosa. Inoltre dobbiamo predicare fedelmente il vangelo di Cristo e dobbiamo predicare la pazzia della croce, a prescindere da quello che dice il mondo di essa, perché è la potenza di Dio per la salvezza per chiunque crede. Predichiamo la pazzia della croce affinché Cristo venga accettato come Signore e Salvatore e affinché la grazia di Dio - ricevuta come dono - venga metabolizzata e affinché trasformi vite.

Con il brano di oggi vedremo che per spargere bene il profumo di Cristo, questo profumo deve essere sparso e diffuso in dimostrazione di Spirito e di potenza. Certo, forse il significato di questo non è immediatamente chiaro, quindi vogliamo adesso approfondire questa verità per capire bene il suo significato. Nell'approfondire questa verità - cioè che dobbiamo spargere il profumo di Cristo in dimostrazione di Spirito e di potenza - vedremo che la potenza di cui Paolo parla in questa lettera è una potenza che appartiene a Dio, non all'uomo. Vedremo anche che lo Spirito di cui Paolo parla è lo Spirito che riceviamo da Dio. Non è lo spirito di questo mondo, e vedremo perché. Leggiamo adesso il brano e poi approfondiremo queste bellissime e importanti verità.

Paolo dice nella prima parte di questo capitolo che vuole che la fede dei Corinti sia fondata non sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio. La speranza della chiesa è - e deve essere - la potenza di Dio; non la sapienza umana. Questa potenza, cioè la potenza di Dio, appartiene a Dio, e non all'uomo. Va bene, non sembra molto controverso questo, no? Ma anche se siamo più o meno d'accordo con il fatto che la speranza della chiesa è la potenza di Dio e non La Sapienza umana, quando iniziamo ad esaminare attentamente i nostri cuori, allora iniziamo a vedere che in realtà siamo molto simili ai Corinzi a cui Paolo scrive in questa lettera.

Pensiamo al contesto e alla cultura dei Corinzi del primo secolo. I Corinzi erano persone che stimavano tantissimo la sapienza e stimavano anche gli oratori, cioè stimavano l'eccellenza di parola e di sapienza. Questi oratori erano molto convincenti e erano molto bravi nel persuadere gli altri a credere come loro. E per essere persuasivi dovevano essere persone molto sapienti e dovevano essere persone molto letterate, preparate e istruite.

Alla luce di questa realtà, i credenti a Corinto vedevano nello Spirito Santo la possibilità di innalzarsi e diventare i più sapienti di tutti e vedevano nello Spirito Santo la possibilità di parlare con un'eccellenza di sapienza impareggiabile. Allora Paolo scrive alla chiesa per dire che non è così e non devono comportarsi così. Dice ai Corinzi che non hanno capito bene la potenza di Dio e la potenza dello Spirito Santo. Infatti, nella chiesa questa potenza viene abusata.

Ma prima di continuare, è giusto notare che in tanti sensi noi oggi siamo molto simili ai Corinzi del primo secolo. Umanamente parlando a noi piace essere considerate persone intelligenti e istruite e sapienti. Vogliamo essere considerati così. Vogliamo che altri ci vedano e si dicono, "ammazza, che doni ha questa persona; che sapienza e che eccellenza di parola." Ci fa sentire bene questo, no? Ci gonfia un po', e a noi piace.

Tutti noi lavoriamo in campi diversi, e nel campo in cui lavoriamo vogliamo essere considerate persone intelligenti e capaci. Vogliamo che altri ci vedano come esempi di eccellenza e di sapienza. Ci piace quando altri vengono a noi per fare domande e chiedere consigli, perché vuol dire che ci vedono come persone sapienti e intelligenti. Ci piace molto. E non cambia molto nell'ambito della chiesa. Umanamente parlando, e essendo tutti peccatori, ci piace quando altri ci vedono come persone intelligenti teologicamente parlando e quando ci fanno delle domande, perché, come sempre, vuol dire che vedono in noi un punto di riferimento e ci vedono come persone relativamente sapienti.

E certo che, come membri della chiesa e del corpo di Cristo, dobbiamo tutti studiare e leggere e essere sempre più formati. Certo che dobbiamo essere persone istruite e preparate. Certo che dobbiamo capire a fondo la cultura e il mondo in cui viviamo. Perché? Perché come dice Pietro nella sua prima lettera dobbiamo essere tutti pronti a rendere conto della speranza che è in noi a tutti quelli che ci chiedono spiegazioni della nostra fede. È difficile fare questo se non siamo studenti della parola di Dio, della fede, della storia e della cultura.

Ma tutta questa sapienza, che è importante, è una sapienza umana. E il rischio della sapienza umana è che tende sempre a cercare prima l'approvazione dell'uomo, non quella del Signore. Questo è un grande pericolo della sapienza umana. È una sapienza molto egoista. Inoltre - e questo è un punto importantissimo - quello che dobbiamo ricordare è che la sapienza umana non ha mai perdonato neanche un peccato. La sapienza umana, in tutta la storia, non ha mai salvato l'anima di neanche una persona. L'eccellenza di parola e di sapienza non ha mai soccorso neanche un'anima dalla condanna del peccato.

Questo è il punto che Paolo vuole sottolineare ai Corinzi quando dice nei versi 3 e 4; "Io sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore; la mia parola e la mia predicazione non consistettero in discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza." Paolo sta facendo capire ai Corinzi che è lo Spirito Santo che dà potenza alle parole umane. Senza la potenza dello Spirito Santo le parole dell'uomo più sapiente del mondo sono prive di una vera potenza perché non possono salvare l'anima. Sì certo, la sapienza umana è di un certo valore, e questo valore è dovuto alla grazia comune del Signore, ma in questo brano Paolo sta parlando della sapienza di Dio, che è potenza di Dio per salvare il peccatore e dare nuova vita a quelli che sono morti nei loro peccati. Questa è una potenza che appartiene a Dio, non all'uomo.

Quando diciamo che vogliamo spargere il profumo di Cristo a Roma, dobbiamo capire che questo profumo non è un prodotto umano, ma è prodotto della potenza di Dio. Un profumo umano non riesce a salvare nessuno. Ma il profumo di Cristo sì, perché appartiene al Dio Trino della Bibbia e perché viene sparso in dimostrazione di Spirito e di potenza. Che bella notizia. Che privilegio per la chiesa. Che responsabilità per la chiesa.

Ogni cosa che facciamo, vogliamo che sia fatta per la gloria di Dio e non per l'approvazione dell'uomo, che delude sempre. L’uomo delude. Dio no. Lo Spirito non innalza mai la sapienza umana, ma innalza sempre la potenza di Dio. Che possiamo fare lo stesso e a Dio sia ogni gloria.

La seconda verità che vogliamo evidenziare, e che è molto legata alla prima verità, è che lo Spirito di cui Paolo parla è lo Spirito che viene da Dio e che il popolo di Dio riceve come dono dal Signore. Forse sembra ovvia come verità, e forse lo è, ma a prescindere è una verità fondamentale per la chiesa e quindi sicuramente vale la pena approfondirla. Il verso 12 è un verso molto importante nella lettera di Paolo ai Corinzi. In questo verso Paolo dice che "non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate." Il problema a Corinto è che anche se hanno lo Spirito che viene da Dio - grazie alla loro fede in Cristo - non stanno perseguendo questo Spirito, ma stanno invece perseguendo lo spirito del mondo, cioè stanno perseguendo la sapienza umana, scambiando la sapienza del mondo per la sapienza e la potenza di Dio.

Quello che Paolo vuole che capiscano è che inseguendo la sapienza del mondo, in realtà si stanno comportando esattamente come coloro che non hanno lo spirito di Dio. Questo è molto problematico perché quelli che non hanno lo Spirito di Dio, ma che hanno invece lo spirito di questo mondo, si fanno beffe della croce di Cristo. Per loro la predicazione della croce è pazzia. Questo non va bene per la chiesa e per il popolo di Dio che deve spargere il profumo di Cristo nella città. Nel perseguire lo spirito del mondo non riescono ad essere una luce nelle tenebre, e quindi il mondo entra nella chiesa e spegne la sua luce e non riesce più a spargere il profumo di Cristo.

Come dice Paolo nel verso due di questo capitolo, come discepoli di Cristo e come chiesa non vogliamo sapere altro fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso. Questo non vuol dire che non facciamo altri studi e che non abbiamo altre conoscenze, ma vuol dire che la sapienza e la potenza di Dio sono viste e dimostrate in Cristo crocifisso, che per il mondo, che pensa di essere sapiente, è pazzia. Ma la sapienza di Dio, che è Cristo crocifisso, è rivelata dallo Spirito Santo ed è un dono della grazia di Dio a coloro che si fidano di Cristo per il perdono dei peccati e per la loro salvezza.

L'uomo naturale, cioè l'uomo che vive nei suoi peccati e che è condannato dal suo peccato, non conosce e non può conoscere lo Spirito di Dio, e quindi non conosce neanche le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui. E non c'è niente che può fare per ottenere lo Spirito di Dio e le cose dello Spirito. Questo perché il simile conosce il simile, e l'uomo non è simile a Dio! Lo Spirito di Dio e le cose dello Spirito sono, allora, doni di Dio e della sua grazia. Non sono doni che possono essere meritati. Il Signore dà questi doni a chi vuole. Quindi chi ha il dono dello Spirito non si può vantare di nulla, ma si vanta soltanto di Cristo e Cristo crocifisso.

Chi ha lo Spirito di Dio, ha la sapienza di Dio. È, allora, uno Spirito che viene ricevuto da Dio come dono della sua grazia. La chiesa, per la grazia di Dio e non per il suo merito, ha una sapienza che il mondo non ha e che il mondo non conosce. È questa sapienza che è pervasa dal profumo di Cristo. Quindi quando diciamo che come chiesa vogliamo spargere il profumo di Cristo, stiamo dicendo che vogliamo spargere la sapienza e la potenza di Dio.

"Noi predichiamo Cristo crocifisso," dice Paolo nel capitolo precedente, che per il mondo è pazzia, ma per quelli che sono chiamati, e sapienza e potenza di Dio. "Ora," dice Paolo nell'ultimo verso di capitolo due, "abbiamo la mente di Cristo," quindi vogliamo condividere  questa nuova mente al mondo attorno a noi. Avere la mente di Cristo è un dono e un privilegio enorme. Vuol dire che il Signore ha affidato al suo popolo una sapienza che il mondo non ha. Al mondo questa sapienza rimane misteriosa e rimane nascosta. Ma per chi ha la mente di Cristo questa sapienza non è più nascosta, ma è stata rivelata in Cristo e donata a chi si fida di Cristo da Dio per mezzo dello Spirito Santo. È questa sapienza rivelata in Cristo, che è un bellissimo profumo per quelli che sono chiamati, e che dobbiamo spargere.

Viviamo in una città che pensa di essere molto sapiente. Una delle università più importanti di questa città si chiama La Sapienza. E va bene questa sapienza, ma è una sapienza dello spirito di questo mondo, è una sapienza umana, e questa sapienza non è in grado di perdonare il peccato e salvare l'anima. Quindi non possiamo confondere questa sapienza con la sapienza di Dio. Non possiamo confondere lo spirito di questo mondo con lo Spirito di Dio. L'uno inganna, l'altro conosce solo la verità perché è del Dio Trino della Bibbia.

Questa città in cui viviamo tutti confonde molto lo spirito di questo mondo con lo Spirito di Dio. Cosa intendo esattamente? Nel verso 14 del capitolo 2 Paolo dice che "l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente." Questa cultura, però, dice che l'uomo naturale riesce a ricevere le cose dello Spirito di Dio. È plasmata dall'idea che l'uomo sia naturalmente cristiano.

Ma se crediamo così è per certo che confonderemo lo spirito di questo mondo con lo Spirito di Dio, credendo che lo spirito del mondo sia quello del Signore. Ma non è così. L'uomo che pensa di essere naturalmente cristiano pensa di poter guadagnare e meritare la sua salvezza, almeno in parte, e non capisce la gravità del suo peccato. Ma lo Spirito di Dio, come dice Gesù nel Vangelo di Giovanni, convince il mondo quanto al peccato. Lo spirito del mondo, allora, incatena e condanna l'anima. Lo Spirito di Dio, invece, libera e salva l’anima per mezzo della pazzia della croce. Per lo spirito del mondo la croce di Cristo è pazzia. Per i discepoli di Cristo è la verità ed è la vita eterna.

Chi si fida di Cristo Gesù come Signore e Salvatore riceve come dono da Dio lo Spirito di Dio e riceve anche la potenza di Dio, che è Cristo crocifisso. Che dono! Questa potenza appartiene a Dio e non all'uomo. Ma Dio, nella sua stupenda grazia, dona questa potenza al suo popolo affinché possa spargerla nel mondo. E lo Spirito di Dio è lo Spirito che viene ricevuto come dono dal Signore per mezzo della fede in Cristo. Non è lo spirito di questo mondo. Ricevere questa potenza e questo Spirito è un privilegio enorme. È anche una grandissima responsabilità. Siamo in grado di gestire fedelmente questa responsabilità? Vogliamo davvero spargere il profumo di Cristo a Prati e a Roma? Sì? Spargiamolo, allora, in dimostrazione di Spirito e di potenza, e a Dio sia ogni gloria.


Grazie a tutti coloro che sostengono la Chiesa Breccia di Roma con le loro offerte.