1 Corinzi 15 - Predichiamo la resurrezione di Cristo e restiamo saldi e incrollabili
Predicatore: Philip Reid Karr IV
C’è una domanda che è fondamentale per la vita cristiana e per la chiesa. È una domanda a cui dobbiamo essere tutti in grado di rispondere. Infatti, è una delle domande più importanti della vita. È una domanda che richiede una risposta chiara e ben articolata. C’è una risposta giusta, e c’è una risposta sbagliata a questa domanda. Il modo in cui rispondiamo ad essa ha un impatto diretto sulla nostra destinazione eterna.
Ma che cos’è questa domanda che è così importante e così significativa e che ha a che fare con l’eternità? La domanda si presenta in forme diverse, ma è questa: Che cos’è il vangelo di Gesù Cristo? Cioè come definisci tu il vangelo? Come definisci la buona notizia di Gesù Cristo? La salvezza dai nostri peccati e la vita eterna dipendono da come rispondiamo a questa domanda e da come definiamo il vangelo di Cristo. Sei in grado di definire e articolare bene il vangelo? È la tua definizione fedele alla parola di Dio? Perché se non lo è, è inutile.
Faccio queste domande perché il capitolo di 1 Corinzi che vogliamo leggere e studiare insieme stamattina ci fornisce un ingrediente fondamentale del vangelo di Cristo. Se non c’è questo ingrediente, non c’è il vangelo. Qual’è questo ingrediente? È, come vedremo con la lettura di questo capitolo, la risurrezione di Gesù Cristo. È il fatto che Gesù è morto, ed è risorto. Se non fosse per la risurrezione di Cristo, la fede cristiana non esisterebbe e la chiesa non avrebbe chiaramente nessun profumo da spargere.
Ma Cristo è risorto e quindi la chiesa ha un profumo bellissimo e redentore da spargere in questa città! Infatti, questa verità evidenzia per noi due punti che vogliamo sottolineare con la predicazione di oggi e che ci aiuteranno a spargere con ancora più efficacia il profumo di Cristo a Prati e a Roma. Il primo punto è questo: predicando la risurrezione di Cristo, spargiamo il profumo di Cristo. Se manca la risurrezione, manca un profumo da spargere. Il secondo punto è questo: Quando Cristo è stato risuscitato, ha vinto la morte, che vuol dire che ha vinto la morte anche per quelli che si fidano di lui per la loro salvezza. Alla luce della vittoria sulla morte, la chiesa ed i discepoli di Cristo possono stare saldi e incorruttibili, come vedremo con la lettura di questo capitolo. Infatti, leggiamo adesso 1 Corinzi 15, il quale è molto lungo, e poi approfondiremo questi punti.
Lettura di 1 Corinzi 15.
Se vogliamo spargere il profumo di Cristo a Roma, allora dobbiamo predicare Cristo morto e risorto. Senza la risurrezione di Cristo, non c’è nessun profumo da spargere. Andrew Wilson, un teologo che ha scritto un commentario su questa lettera, dice questo dei versetti 3, 4, e 5 di questo capitolo. Dice, “Questa è una delle frasi più importanti mai scritte. È enormemente importante dal punto di vista teologico, in quanto definisce l'essenza del messaggio cristiano.” Questa frase è la buona notizia di Cristo, cioè è il vangelo in miniatura; che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture, che fu seppellito, che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture, che apparve a Cefa, poi ai dodici.”
Ma se Gesù è ancora morto, vuol dire che i nostri peccati non sono stati perdonati. Se Gesù è ancora morto, allora siamo tutti perduti, siamo tutti bugiardi, e siamo tutti senza speranza. Se Cristo non è stato risuscitato, che speranza c’è per noi? Se Gesù è ancora morto, e se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, allora noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini, come dice Paolo nel verso 19. Il vangelo non può sopravvivere a un salvatore morto. Vana e insensata è la fede che si fida di un Cristo ancora morto. Se i morti non risuscitano, allora “mangiamo e beviamo, perché domani morremo.” Cioè se Cristo è rimasto nella tomba, allora non c’è nessuno scopo redentore per la vita, oltre a soddisfare i desideri della carne, cioè la carne che è morta nei suoi peccati. Ecco perché Paolo chiede ai Corinzi nel verso 12, “come mai alcuni tra voi dicono che non c’è risurrezione dei morti?” E che senso ha, se credete così, riunirsi insieme per lodare un Cristo che è rimasto morto?
I motivi per cui alcuni nella chiesa a Corinto non credono nella risurrezione dei morti non sono chiari. Sicuramente ha a che fare con la cultura e la filosofia greca che influenzava la cultura e che plasmava le visioni del mondo delle persone che vivevano a Corinto. È possibile che alcuni nella Chiesa credono che sia l'anima a vivere in eterno, non il corpo. Il corpo è corrotto e la morte è la liberazione dal corpo. Questa era un’idea molto diffusa nella cultura greca. Ma nonostante il motivo per cui alcuni non credono nella risurrezione dei morti, Paolo sottolinea il fatto che se il corpo di Cristo fosse rimasto nella tomba, allora la loro fede è vana.
La fede cristiana dipende da un Cristo risorto. Dipende da una tomba vuota. Se solo il suo spirito fosse “risorto,” allora questa “risurrezione” non prova nulla e niente può essere verificato. Se è così, mangiamo e beviamo, perché domani morremo.
Invece, come dice Paolo nel verso 42, il corpo è seminato corruttibile perché siamo tutti in Adamo, ma risuscita incorruttibile, se siamo in Cristo, cioè se ci siamo fidati di lui per il perdono dei nostri peccati e per la nostra salvezza. In altre parole, dice Paolo, ciò che è accaduto a Cristo accadrà anche a noi. Se Gesù ha sconfitto la morte e noi siamo in lui, allora anche noi sconfiggeremo la morte. Se il corpo di Gesù è stato trasformato da debolezza a potenza, allora anche il nostro corpo sarà trasformato da debolezza a potenza. Se l'esperienza della fisicità di Gesù è passata dal disonore alla gloria, lo sarà anche per noi. Se ha lasciato la tomba dietro di sé, lo farò anch'io e lo farete anche voi se vi fidate di Gesù Cristo e il vangelo per la vostra salvezza.
Ecco perché predichiamo Cristo risorto! Ecco perché abbiamo come chiesa un profumo da spargere! Ecco perché la buona notizia di Cristo è una notizia di speranza. È una speranza e una salvezza eterna! Ha a che fare con un corpo risorto e risanato dalla corruzione del peccato. Il corruttibile diventa incorruttibile! Il mortale diventa immortale! Che bella notizia! Ecco perché Paolo cita i profeti Isaia e Osea in questo capitolo e proclama, “La morte è stata sommersa nella vittoria. O morte, dov’è la tua vittoria? O morte, dov’è il tuo dardo?”.
Ogni gloria sia al nostro Dio, che ci dà la vittoria sulla morte in Gesù Cristo, che è morto ed è risorto. Poi guardiamo a quello che dice Paolo alla fine di questo capitolo e alla luce di questa bellissima verità. Dice nell’ultimo verso, “Perció, fratelli miei carissimi, state saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.” Paolo può dire questo perché Cristo è risorto. Se Cristo non è risorto, allora non possiamo stare saldi e incrollabili, e la nostra fatica è sempre vana.
Ma gloria a Dio non è così! Guardiamo al versetto 20 dove Paolo annuncia questa buonissima notizia: “Ma ora (è una “ma” molto importante)...Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti. Infatti, poiché per mezzo di un uomo è venuta la morte (cioè per mezzo di Adamo), così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti.” Che bella notizia! Che vangelo! Che vangelo abbiamo da predicare! Che profumo abbiamo da spargere a Roma. Siccome in Cristo abbiamo la vittoria sulla morte, allora possiamo stare saldi e incrollabili, sempre abbondanti nello spargimento del profumo di Cristo a Roma, sapendo che la nostra fatica non è vana nel Signore.
Ma pensiamo alla città e alla cultura in cui viviamo e lavoriamo e studiamo. È una città e una cultura molto plasmata dalla presenza del Vaticano, che vuol dire che non è una cultura che ha dei problemi con la risurrezione di Cristo. Infatti abbraccia questa verità. Allo stesso tempo, però, è una cultura che teme la morte, e che non ha delle sicurezze riguardanti cosa ci aspetta dopo la morte. Quindi questa paura della morte significa che anche se viviamo in una cultura che abbraccia la risurrezione di Cristo, abbraccia anche una teologia confusa della risurrezione.
Vuol dire anche che è una cultura che non capisce la dottrina della giustificazione per fede soltanto. Cioè non capisce che la nostra giustizia non ci salva e non ci può salvare, perché la giustizia non è in noi. È invece la giustizia di Cristo soltanto che ci può salvare, perché Cristo non ha conosciuto il peccato. Questa è, allora, una cultura che abbraccia una comprensione della salvezza che dipende in parte dalle nostre buone opere, cioè dipenda dalla nostra giustizia per la salvezza.
Ma non appena iniziamo a credere che per natura abbiamo in noi la giustizia, allora iniziamo a credere che possiamo guadagnare almeno in parte la nostra salvezza. Da quel punto in poi tutto il resto diventa meno chiaro e tutto viene messo in dubbio, soprattutto la comprensione della risurrezione dei morti. Siccomo non possiamo essere sicuri di una salvezza che dipende da noi, non possiamo neanche essere sicuri della risurrezione. Tutto questo vuol dire che il vangelo stesso viene messo in dubbio. E come abbiamo detto all’inizio, la vita eterna dipende da una comprensione e una definizione biblica e accurata del vangelo. Con il vangelo non possiamo scherzare. Se la salvezza dipende da noi, anche in parte, allora la sicurezza non c’è. Se tutto dipende da Cristo, allora la sicurezza c’è.
Ecco perché questa chiesa deve predicare fedelmente il Vangelo. Ecco perché deve predicare Cristo morto e risorto. Ecco perché predica la giustizia di Cristo. Ecco perché predica la gravità del peccato. Quando la chiesa predica Cristo morto e risorto, allora i buonissimi profumi di Cristo e del vangelo vengono sparsi e vite vengono trasformate e redente. E siccome in Cristo abbiamo la vittoria sulla morte, allora possiamo stare saldi e incrollabili, sapendo che la nostra fatica non è vana nel Signore. Così una città viene riformata dal vangelo. È difficile e ci vuole tantissimo tempo, ma così il profumo di Cristo viene sparso e la città viene riformata dal vangelo. Dobbiamo predicare Cristo risorto, e alla luce della vittoria sulla morte dobbiamo stare saldi e incrollabili nella fede.
È questa chiesa all’altezza di questo compito? È una domanda importante su cui dobbiamo sempre riflettere. Che Dio possa darci la forza di perseverare, che tante vite possano essere salvate e trasformate dal vangelo, che Cristo risorto possa essere sempre predicato, che possiamo stare sempre saldi e incrollabili, e che possiamo fare ogni cosa per la gloria di Dio. Questa è la nostra preghiera. Amen.