1 Corinzi 4:6-21 - Mettiamo da parte l'orgoglio
Predicatore: Reid Karr
Quando senti un odore che puzza, qual'è il tuo primo istinto? Cioè cosa fai quando senti un odore puzzolente? Di solito fai una certa faccia, no, che fa capire subito che l'odore non è piacevole. Se possibile, cerchi anche di scappare l'odore. Nessuno vuole soffermarsi per godere di un odore puzzolente. No! Anzi, vuole scappare subito e recarsi in un posto privo della puzza, dove l'aria è più fresca. D'altronde, cosa fai quando senti un profumo piacevole? Anche allora fai una faccia, no, e la faccia fa capire subito che sei attratto dal profumo e che ti piace molto. Invece di voler scappare via, vuoi soffermarti per continuare a godere del bellissimo profumo. Quali sono gli odori più puzzolenti? E quali sono i profumi più buoni e piacevoli?
Come chiesa vogliamo essere il profumo di Cristo e vogliamo spargere questo profumo. Il profumo di Cristo è un profumo molto piacevole, che non puzza mai. È come il profumo del fiore più bello del mondo e come il profumo della pasticceria più buona del mondo. È un profumo che attira e che incoraggia la gente a soffermarsi per continuare a godere del profumo. È questo profumo che vogliamo spargere come chiesa, affinché vite vengano salvate dal vangelo di Cristo e affinché la chiesa cresca per la gloria di Dio.
Nel testo di oggi vediamo un esempio di un odore che puzza e che caccia via la gente. Nessuno vuole stare nella presenza di questo odore. Quest'odore è l'orgoglio. A nessuno piace l'orgoglio e l'odore che emette. Ma purtroppo la chiesa a Corinto sta soffrendo molto da un forte caso dell'orgoglio, e Paolo scrive alla chiesa per dire che questo non va bene. La chiesa, invece, deve emettere il profumo di Cristo, che è l'opposto dell'orgoglio. L'opposto dell'orgoglio è l'umiltà. L'umiltà, diversamente dall'orgoglio che puzza, emette un profumo molto piacevole che attira la gente. Anche noi come chiesa, allora, vogliamo essere segnati non dall'orgoglio, ma dall'umiltà. Segnati dall'umiltà possiamo spargere bene il profumo di Cristo a Roma.
Poi c'è un'altra verità che vogliamo evidenziare per mezzo del brano che approfondiremo oggi. È una verità molto legata alla prima, e questa seconda verità è molto interessante perché a prima lettura/vista sembra una verità controproducente. Cioè sembra una verità negativa, non positiva. La verità è questa: Riusciamo a spargere bene il profumo di Cristo quando siamo deboli, non quando siamo forti, e quando siamo disprezzati, non quando siamo onorati.
Cosa? Vedete come sembra controproducente questa verità? Ma non lo è, e Paolo ci farà capire perché non è così in questo brano che vogliamo adesso leggere. Mentre lo leggiamo, teniamo in mente queste due verità che ci aiuteranno a spargere il profumo di Cristo a Prati, a Roma, e nei quartieri dove viviamo e lavoriamo: 1) Vogliamo e dobbiamo essere segnati non dall'orgoglio, ma dall'umiltà; 2) Dobbiamo essere deboli, e non forti; disprezzati e non onorati. Leggiamo adesso il brano.
Lettura del brano: 1 Corinzi 4:6-21
Ci sono diversi sondaggi che chiedono ai responsabili delle più grandi aziende del mondo qual'è la qualità o la caratteristica più desiderata per un nuovo assunto. Sapete qual'è la qualità più desiderata? L'umiltà. Non una forte spinta per il successo, e non l'essere socievole, e non una laurea da un istituto di prestigio; ma l'umiltà. A tutti piace una persona umile. A nessuno, d'altronde, piace una persona piena di orgoglio. L'orgoglio puzza, l'umiltà emette una fragranza molto piacevole. La chiesa a Corinto, purtroppo, è piena di persone orgogliose, e l'orgoglio sta creando tanti problemi per la chiesa e sta lasciando un odore puzzolente. Quest'orgoglio ha a che fare con un tema molto ricorrente nei primi capitoli di questa lettera. Cioè ha a che fare con il fatto che i Corinzi si stanno vantando di cose che hanno ricevuto come dono, come se non le avessero ricevute per dono, cioè si stanno vantando di questi doni come se fossero doni meritati e guadagnati grazie alla loro intelligenza e grazie alla loro bravura.
Questo è l'orgoglio. I Corinzi avevano ricevuto il dono della salvezza e il dono dello Spirito Santo per mezzo della fede in Cristo Gesù. In maniera sovrabbondante, Dio, per mezzo della fede in Cristo, ha versato la sua grazia su di loro e ha dato a loro il suo Spirito. Infatti, è utile leggere questi versetti di capitolo quattro alla luce di quello che Paolo aveva già scritto ai Corinzi all'inizio della lettera. Nel verso 4 del primo capitolo, Paolo scrive questo per ricordare subito ai Corinzi che tutto quello che hanno è un dono del Signore e della sua grazia. Scrive: "Io ringrazio sempre il mio Dio per voi, per la grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù; poiché in lui siete stati arricchiti di ogni cosa, di ogni dono di parola e di ogni conoscenza…"
Adesso dobbiamo giustapporre queste parole con ciò che leggiamo nel capitolo 4. Guardate al verso 7. "Chi ti distingue dagli altri? E che cosa possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché ti vanti come se tu non l'avessi ricevuto?" Alcuni si sono gonfiati d'orgoglio, e l'orgoglio puzza e offende il dolcissimo profumo della grazia di Dio sparso in Cristo Gesù. Paolo scrive ai Corinzi per fargli capire questo. Tutto quello che hanno è un dono della grazia di Dio. Non possono vantarsi di nulla. Chi si vanta, si vanti nel Signore soltanto.
Quello che Paolo sta dicendo ai Corinzi è che l'orgoglio è nemico della croce di Cristo. L'orgoglio e la grazia sono cose totalmente opposte. L'uno non ha niente a che fare con l'altro. Anzi, l'uno è nemico dell'altro. Paolo fa una domanda molto importante ai Corinzi in questo brano: "Chi vi distingue dagli altri?" Sono i vostri doni che vi distinguono? È lo Spirito Santo che vi distingue dagli altri? Sì? Va bene, ma da dove sono venuti questi doni? Sono opere delle vostre mani? Sono frutta della vostra bravura e della vostra intelligenza? Sì o no? La risposta è no! È no perché in Cristo Gesù siete stati arricchiti di ogni cosa, di ogni dono di parola e di ogni conoscenza. Allora non vi potete vantare di nulla. Perché allora alcuni di voi vi siete gonfiati d'orgoglio? Il vostro orgoglio puzza e impedisce lo spargimento del dolcissimo profumo di Cristo, perché il vostro orgoglio è nemico della croce di Cristo, che è un dono della grazia di Dio soltanto.
Se vogliamo spargere il profumo di Cristo, non possiamo essere gonfiati e segnati dall'orgoglio, ma dobbiamo essere segnati dall'umiltà. La Bibbia afferma l'importanza dell'umiltà con tantissima chiarezza. Proverbi 11:2 dice, "Venuta la superbia, viene anche l'infamia; ma la saggezza è con gli umili." Giacomo, citando i proverbi, dice, "Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili." E Geremia 9 ci racconta queste bellissime parole: "Così parla il Signore: Il saggio non si glori della sua saggezza, il forte non si glori della sua forza, il ricco non si glori della sua ricchezza: ma chi si gloria si glori di questo: che ha intelligenza e conosce me, che sono il Signore."
"Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti"…cioè affinché nessuno diventi gonfiato d'orgoglio. Così Paolo scrive agli Efesini. Se è per grazia che siamo stati salvati, mediante la fede, e se la fede non viene da noi, ma è il dono di Dio, allora di cosa possiamo vantarci? Di nulla. È siccome abbiamo ricevuto tutto come dono, l'orgoglio non ha nessun posto nella vita cristiana. Tutto quello che possediamo abbiamo ricevuto come dono, quindi non possiamo vantarci come se non l'avessimo ricevuto per dono. Ogni gloria è dovuta al Signore, che ci dona ogni cosa.
Dobbiamo, allora, essere segnati dall'umiltà, ed è quest'umiltà che rende piacevole il profumo di Cristo che vogliamo spargere. L'orgoglio puzza e caccia via la gente, ma l'umiltà attira ed emette un profumo molto dolce. È dolce perché è frutto del dono della grazia che abbiamo ricevuto da Dio e che abbiamo in Cristo Gesù. Poi lo Spirito Santo agisce in noi per renderci umili, ed è l'umiltà che catalizza lo spargimento del profumo di Cristo.
Chi siamo noi? Siamo una chiesa segnata dall'umiltà, o siamo una chiesa segnata dall'orgoglio? Siamo una chiesa che puzza e che caccia via la gente, o siamo una chiesa che emette il dolcissimo profumo di Cristo e che attira la gente? Come ci vedono i nostri amici, i nostri colleghi, ed i nostri parenti? Vedono la grazia di Dio all'opera in noi che dà nascita all'umiltà e che sparge il profumo di Cristo? O vedono l'ipocrisia? Cioè vedono delle persone che hanno ricevuto tutto come dono, ma che si comportano come se non avessero ricevuto tutto quello che hanno come dono?
Per spargere bene e efficacemente il profumo di Cristo, dobbiamo essere segnati dall'umiltà e non dall'orgoglio, soprattutto in una città come Roma, che non conosce l'umiltà e che non ammette colpa e che non si assume la responsabilità. La chiesa di Cristo deve essere un'esempio diverso e deve spargere il profumo di Cristo affinché la città sia attratta ad esso e affinché conosca la buona e vera notizia di Gesù Cristo e affinché venga riformata dal vangelo. Siamo questa chiesa?
La seconda verità che vogliamo evidenziare è fortemente legata alla prima. Per spargere bene il profumo di Cristo, dobbiamo essere deboli, non forti, e dobbiamo essere disprezzati, non onorati. Questa verità prende spunto dalle parole di Paolo nel verso dieci. "Noi siamo pazzi a causa di Cristo, ma voi siete sapienti in Cristo; noi siamo deboli, ma voi siete forti; voi siete onorati, ma noi siamo disprezzati." Ma cosa intende Paolo esattamente con queste parole? Paolo sta enfatizzando di nuovo un punto che ha già sottolineato diverse volte nella sua lettera. È chiaramente un punto importante per Paolo e vuole che i Corinzi lo capiscano molto bene. Qual'è questo punto? È che i Corinzi stanno valutando la loro sapienza ed i loro doni secondo gli standard del mondo, e non secondo gli standard provveduti dalla parola di Dio.
Secondo il mondo, la croce di Cristo è pazzia e la potenza di Dio è debolezza. Quindi Paolo non sta lusingando i Corinzi quando gli dice che sono sapienti, forti, e onorati. Certo che no! Anzi, gli sta dicendo che il loro orgoglio li ha resi ciechi e non capiscono che invece di essere veramente sapienti, forti, e onorati; sono pazzi, deboli e disprezzati. E nel chiamarsi pazzo, debole, e disprezzato, Paolo sta dicendo che in realtà è sapiente, forte e onorato. Perché? Perché il suo vanto è in Cristo, e perché Dio - come leggiamo nel primo capitolo di questa lettera - ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti, ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti, e ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio. Chi si vanta, si vanti nel Signore.
Paolo non vuole essere sapiente, forte, e onorato secondo il mondo. E il fatto che i Corinzi si vantano della loro sapienza e del loro essere onorati è un segno molto preoccupante per Paolo, perché per il mondo la predicazione della croce di Cristo è pazzia. Ecco perché Paolo dice agli Corinzi che è diventato, ed è tuttora, come la spazzatura del mondo, come il rifiuto di tutti. È nudo, schiaffeggiato, ingiuriato, perseguitato e diffamato. E va bene. Vale la pena perché sta seguendo l'esempio del suo Signore Gesù Cristo, che ha subito un simile trattamento, e ancora peggio.
La Bibbia dice questo di Gesù, in Isaia 53: "Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna. Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato…Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui noi abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti." Veramente incredibile questo!
Ma secondo il mondo, la predicazione di questo messaggio è pazzia. Ecco perché Paolo riprende i Corinzi per la loro cosiddetto sapienza. È una sapienza che prende in giro l'evangelo e la croce di Cristo e che si vanta non del Signore, ma di sé.
Cari fratelli e care sorelle, non vogliamo essere così. Non vogliamo essere come i Corinzi, gonfiati dall'orgoglio e sapienti, forti, e onorati dal mondo, cioè dal mondo che è nemico della croce di Cristo. Così è impossibile spargere il profumo di Cristo.
Per spargere bene il profumo di Cristo dobbiamo essere deboli e non forti, disprezzati e non onorati. Non perché c'è valore in queste cose di per sé, ma perché essendo così ci assomigliamo al nostro Signore, a colui che è stato disprezzato, spregiato, e abbandonato dagli uomini, uomo di doloro, familiare con le sofferenze. È stato trafitto e stroncato a causa delle nostre iniquità e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti. Questo è il Signore Gesù Cristo, e vogliamo imitare lui affinché possiamo spargere il suo profumo in questo quartiere e in questa città. Vogliamo essere segnati non dall'orgoglio che puzza e che respinge, ma dall'umiltà che emette un dolcissimo profumo e che attira la gente a Gesù Cristo, l'Agnello di Dio che salva il mondo.
Siamo questo profumo?