1 Corinzi 5:1-13 - Purifichiamoci del vecchio lievito

 

Predicatore: Reid Karr 

Oggi abbiamo davanti a noi un testo molto interessante, molto sfidante, e anche molto disturbante. Ciò detto, per la chiesa che vuole spargere il profumo di Cristo, è anche un testo molto utile. È sfidante e disturbante, ma è anche un brano molto ricco. Leggiamo subito il testo, così avremo un'idea molto chiara di quello che il testo dice e di cosa parla, poi saremo più in grado di approfondire le lezioni che questo brano contiene per la chiesa che vuole glorificare Dio spargendo il profumo di Cristo. Ma quali sono le lezioni contenute in questo capitolo? Sono due, e sono queste: 1. La chiesa riesce a spargere il profumo di Cristo quando avrà capito che è nel mondo, ma non del mondo, 2. La chiesa riesce a spargere il profumo di Cristo quando si purifica del vecchio lievito. Cosa vuol dire questo? Allora vedremo, ma teniamo in mente queste due lezioni mentre leggiamo il brano.

Lettura del brano: 1 Corinzi 5

Nel corso di questa serie abbiamo detto diverse volte che uno dei problemi più gravi per la chiesa a Corinto - ed è anche uno dei motivi principali per cui fa molto fatica a spargere il profumo di Cristo a Corinto - è che c'è troppo Corinto nella chiesa. La chiesa non è più distinguibile dalla città e dalla cultura pagana della città. E se non è più distinguibile dalla città, allora è impossibile spargere un profumo diverso, cioè è impossibile spargere il profumo di Cristo, il quale è molto diverso dal profumo che la cultura pagana della città sparge.

La chiesa è certamente presente nel mondo e nella città, e in certi sensi è anche servo del mondo e della città, e deve essere sia presente nel mondo sia servo del mondo se vuole spargere il profumo di Cristo ovunque sia presente, ma non deve essere del mondo, cioè non ci può essere il mondo nella chiesa, altrimenti il profumo di Cristo perde il suo profumo e viene assorbito dal mondo, e non è più distinguibile dal profumo sparso dal mondo.

Vediamo subito in questo brano che ci sono problemi molto gravi presenti nella chiesa. C'è tra di loro un caso di fornicazione, e non una fornicazione qualsiasi. È una forma di fornicazione che - come evidenzia Paolo - non si trova neppure nel mondo, cioè che non si trova nel mondo che si fa beffe della croce di Cristo e del vangelo. C'è uno nella chiesa che si tiene la moglie di suo padre, quindi c'è un rapporto incestuoso presente nella chiesa. Già questo è molto grave, ma la situazione diventa ancora peggio. C'è presente questo rapporto incestuoso, e la chiesa, invece di affrontare questo peccato, e, se necessario, cacciare via il fornicatore, si vanta del suo peccato e si gonfia d'orgoglio!

Questo è chiaramente molto problematico per la chiesa e impedisce tantissimo la sua capacità di annunciare fedelmente il vangelo e spargere il profumo di Cristo a Corinto. C'è molto in gioco con questi comportamenti dei Corinzi. Innanzitutto, dimostra con chiarezza che i Corinzi non stanno prendendo sul serio per niente il peccato e la loro peccaminosità. Non è che la chiesa sta soltanto tollerando il peccato di questo uomo che si tiene la moglie di suo padre, ma sta celebrando il suo peccato! Vuol dire che la loro percezione del peccato è totalmente distorta e confusa. E se la chiesa non prende sul serio il suo peccato, e se lo celebra, allora il profumo del vangelo non può essere sparso per niente, e la missione della chiesa viene totalmente vanificata.

Se non c'è un forte senso della gravità del peccato, allora c'è anche in gioco la vita stessa della chiesa. Una chiesa che non prende sul serio il suo peccato non può durare molto. Certo, può durare nel senso che non smette di esistere, ma se la missione della chiesa è di annunciare fedelmente il vangelo di Cristo e spargere il suo profumo, ed è questa missione che dà vita alla chiesa, allora il peccato deve essere condannato e non può essere tollerato, e per forza non può essere celebrato, altrimenti la vera vita della chiesa si spegne e non c'è più nessun profumo da spargere. La chiesa deve prendere sul serio il peccato affinché la bellezza del vangelo possa brillare e affinché possa risplendere nelle tenebre.

Un po' Paolo affronta lo stesso problema nella sua lettera ai Romani. Nel capitolo sei chiede ai suoi lettori: Che diciamo? Rimaniamo forse nel peccato affinché la grazia abbondi? No di certo! Noi che siamo morti nel peccato, come vivremmo ancora in esso? Dobbiamo mettere a morte il peccato, non vantarci di esso. La chiesa è il tempio di Dio. È un popolo santo. È santo perché lì c'è la presenza di Dio e del suo Spirito. Il peccato, allora, non ha nessun posto nella chiesa.

Sì certo, ancora in questa vita combattiamo contro la carne e contro il peccato, mentre aspettiamo il giorno in cui saremo col Signore e il peccato non ci sarà più. Ma il peccato non può essere mai tollerato o celebrato nella chiesa. È il tempio di Dio, e Dio è tre volte santo. Il tempio di Dio - cioè la chiesa - deve essere un'alternativa per i tanti templi pagani della città che non prendono sul serio il peccato e che, allora, non capiscono la bellezza della croce di Cristo. Questi templi non possono soddisfare veramente l'anima e non possono perdonare e salvare l'anima dalla condanna del peccato.

La chiesa è molto presente nel mondo. È servo del mondo. Ama il suo prossimo. Cerca il bene della città e prega il Signore per essa, poiché dal bene della città dipende il bene della chiesa. La chiesa è nel mondo, ma non è del mondo. Non si vanta del peccato, ma si pente di esso e si ravvede per mezzo dell'opera dello Spirito Santo, così la luce del vangelo splende nelle tenebre e il profumo di Cristo riempie l'aria e salva il peccatore.

Se vogliamo davvero spargere il profumo di Cristo, allora dobbiamo essere molto presenti nel mondo, ma non possiamo essere del mondo, cioè non possiamo permettere al mondo di entrare nella chiesa. La chiesa è il tempio di Dio. È dove il peccato viene condannato e dove il vangelo viene predicato, affinché il peccatore venga salvato e redento.

Allora, ci sono domande su cui dobbiamo riflettere come chiesa. Siamo presenti nel mondo e nella città? Stiamo servendo bene la città? Siamo una chiesa sacerdotale? Stiamo cercando il benessere di Prati e di Roma? Siamo presenti nei quartieri dove viviamo e lavoriamo? Per spargere il profumo di Cristo, dobbiamo essere presenti nella città.

Ciò detto, per spargere bene il profumo di Cristo, la città - cioè il mondo - non può essere presente nella chiesa. La chiesa è nella città, ma non è della città. A Corinto c'era troppo Corinto nella chiesa. Non ci può essere troppo Roma nella chiesa, altrimenti il profumo di Cristo viene assorbito dalla città e non può essere più sparso. Certo, le persone che vivono in questa città sono sempre i benvenuti e la chiesa deve essere un posto accogliente, ma non può celebrare il peccato e sicuramente non può vantarsi di esso.

È questa una chiesa che accoglie la città, ma che protegge l'integrità della chiesa e che non permette al mondo di entrare nella chiesa, cioè nel tempio di Dio, vivendo vite non perfette, ma vite che hanno come scopo la gloria di Dio e che vogliono spargere il profumo di Cristo affinché la città sia trasformata e riformata dalla buona notizia di Cristo? Dobbiamo essere persone integre che si ravvedono e che cercano sempre di crescere nella fede e nella nostra conoscenza del Signore, così siamo nel mondo, ma non del mondo, e riusciamo a spargere il profumo di Cristo a Roma.

Poi questo capitolo contiene ancora un'altra lezione importante per la chiesa che vuole spargere il profumo di Cristo ovunque sia presente. Tale chiesa deve purificarsi del vecchio lievito, per essere una nuova pasta. Ma cosa intende Paolo esattamente quando dice questo nel verso 7 di questo capitolo? È ovvio che questo commento ha a che fare con l'uomo incestuoso menzionato nella prima parte di questo capitolo. Lui rappresenta il vecchio lievito, quel lievito che contamina la pasta e che la rende putrefatta se non viene tolta. Ma una volta tolta, la pasta viene purificata e si può iniziare a fare pane buono e fresco. Questo è uno dei compiti più difficile della chiesa, cioè di disciplinare un membro e mandare via questa persona, ma è anche un compito fondamentale se la chiesa vuole essere sempre in grado di annunciare fedelmente il vangelo di Cristo, far splendere la sua luce nelle tenebre, e spargere il suo profumo nella città.

Una chiesa che viene meno a disciplinare un membro che sta vivendo nel peccato e che non si pente del suo peccato, è una chiesa che non prende sul serio il peccato. E se non prende sul serio la gravità del peccato, allora fa molto fatica a convincere il peccatore del vangelo. Questo perché il vangelo è una buona notizia solo se abbiamo capito la gravità del nostro peccato. Ribadiamo un punto molto importante: la chiesa è il tempio di Dio. È un popolo santo. Il popolo di Dio è la chiesa quindi è anche il tempio di Dio, quindi il popolo di Dio deve crescere sempre nella santificazione. Sì, è un popolo peccaminoso che combatte contro il peccato, ma non può celebrare il peccato e sicuramente non si può vantare di esso. No di certo. Anzi, il popolo di Dio, cioè la chiesa, deve purificarsi del vecchio lievito per essere una nuova pasta affinché riesca a spargere bene il profumo di Cristo.

Nella sua seconda lettera ai Corinzi, capitolo 5, Paolo scrive questo ai Corinzi: "Se uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove." Cristo Gesù, e Cristo soltanto, è la speranza per la chiesa che vuole togliere il vecchio lievito e diventare una nuova pasta. Per mezzo della fede in Cristo, e grazie alla sua opera salvifica sulla croce, mettiamo a morte il peccato, cioè togliamo il vecchio lievito dalla nostra vita e diventiamo una nuova pasta, cioè diventiamo nuove creature. Il vecchio lievito non c'è più, è stato messo a morte dalla croce di Cristo e dalla fede in lui. Adesso tutto è diventato nuovo. Che bella notizia!

Ma ecco perché la chiesa che vuole spargere il profumo di Cristo deve purificarsi del vecchio lievito. Il vecchio lievito rappresenta la vita di prima, la vita vecchia prima che fossimo morti al peccato e prima che risuscitassimo a nuova vita in Cristo. Se siamo morti al peccato, cioè al vecchio lievito, come possiamo tollerare la sua presenza nelle nostre vite e nella chiesa? La chiesa non può, anzi deve purificarsi del vecchio lievito se vuole spargere il profumo di Cristo nella città. Se non si purifica, rischia un'infezione grave che contamina tutto il corpo.

Per Paolo la purificazione del lievito è molto importante, e Paolo è molto duro con la persona che vuole contaminare il lievito. Vediamo un esempio chiaro della sua durezza nel verso 5. Del fornicatore Paolo dice: "ho deciso che quel tale sia consegnato a Satana, per la rovina della carne, affinché lo spirito sia salvato nel giorno del Signore Gesù." È una formulazione un po' strana, ma il punto che Paolo vuole evidenziare è chiaro. Cioè Paolo sta dicendo che con questo fornicatore impenitente, il mondo era entrato nella chiesa e stava contaminando il corpo di Cristo e il tempio di Dio. Questa persona, allora, doveva essere consegnata a Satana, cioè al mondo - che è il regno di Satana - affinché la chiesa potesse purificarsi di questo vecchio lievito e affinché potesse spargere il profumo di Cristo e essere la sua luce a Corinto. Se questo uomo vuole vivere come se fosse ancora del mondo, va bene, ma deve essere anche consegnato al mondo per il bene della chiesa.

Ma poi subito dopo aver consegnato questo uomo a Satana, Paolo aggiunge una frase molto importante, cioè dice che questo fornicatore deve essere consegnato a Satana affinché il suo spirito sia salvo nel giorno del Signore Gesù. Cioè, la speranza della consegna di questa persona al mondo è che alla fine si penta dei suoi peccati. È una speranza redentrice e escatalogica che sostiene la durezza di Paolo. Paolo vuole che questa persona venga redenta, questa è la speranza e la preghiera, ma questa speranza non può rendere la chiesa cieca alla necessità di purificarsi del vecchio lievito, altrimenti rischia di essere contaminata, e se viene contaminata, e se c'è troppo Corinto nella chiesa, allora non riesce più a spargere il profumo di Cristo nella città.

Disciplinare e consegnare al mondo non sono cose piacevoli, ma sono necessarie per la chiesa che vuole essere la luce di Cristo e far risplendere la sua luce nelle tenebre. La speranza finale è sempre redentrice.

Due lezioni molto importanti per noi se vogliamo davvero spargere il profumo di Cristo a Roma. Dobbiamo essere molto presenti nel mondo, ma non dobbiamo essere del mondo. E dobbiamo, quando necessario, purificarci del vecchio lievito affinché il profumo di Cristo rimanga puro e affinché venga sparso in questa città per mezzo di questa chiesa.

E visto che noi siamo la chiesa, dobbiamo sempre purificandoci del vecchio lievito che si presenta nei nostri pensieri e nelle nostre azioni e nel nostro comportamento. Dobbiamo sempre morire al peccato affinché il profumo di Cristo non venga contaminato e affinché siamo sempre in grado di spargere questo profumo ovunque andiamo. Per spargere il profumo di Cristo dobbiamo sempre purificarci del vecchio lievito, mettendo a morte il peccato e vivendo la nuova vita che abbiamo in Cristo Gesù soltanto. Siamo questa chiesa?

O forse tutto questo parlare del vecchio lievito e dell'essere nel mondo ma non del mondo, è nuovo e strano per te e non sei convinto o hai forti dubbi di ciò che hai sentito. Sei questo è il caso, va benissimo, siamo felicissimi che sei qua con noi e preghiamo per te e siamo felici di parlare con te per rispondere alle tue domande. Preghiamo che il Signore, per mezzo dell'opera dello Spirito Santo, apra i tuoi occhi spirituali per capire che questo mondo non può veramente soddisfare, e che solo Cristo è in grado di soddisfare i desideri più profondi del cuore.

Che questa chiesa possa essere molto presente nel mondo e nella città. Che possa essere una chiesa accogliente. Che possa essere una chiesa nel mondo, ma non del mondo. E che possa sempre purificarsi del vecchio lievito, affinché sia sempre pronta a spargere il profumo di Cristo in questa città. Che Dio sia il nostro aiuto, e a lui sia ogni gloria. Amen.


Grazie a tutti coloro che sostengono la Chiesa Breccia di Roma con le loro offerte.