1 Corinzi 9 - Spargiamo il profumo di Cristo servendo gli altri
Predicatore: Reid Karr
Iniziamo con la lettura del testo di oggi, che è 1 Corinzi 9. Leggiamo tutto il capitolo, ma per la predicazione approfondiremo soltanto la seconda metà di esso. Come vedremo durante la lettura del capitolo, nella prima parte Paolo sta difendendo il suo apostolato contro certe accuse da parte della chiesa a Corinto. Per farla breve, il discorso è questo: Certi nella chiesa stanno dicendo che siccome Paolo ha preso un lavoro a Corinto, e a causa di questo lavoro non viene sostenuto dalla chiesa (economicamente parlando), allora significa che il suo apostolato viene messo in dubbio.
Il motivo per cui credono così ha a che fare con la cultura di quei tempi, ma questa non è l'occasione per entrare nei dettagli e spiegare perché il lavoro di Paolo creava problemi per alcuni nella chiesa. È sufficiente per adesso dire che Paolo, nella prima parte di questo capitolo, sta rispondendo a queste critiche e sta difendendo il suo apostolato, dicendo che grazie al vangelo è libero di fare come vuole. Può prendere un lavoro se vuole, e può prendere anche una moglie se vuole, che è un altro soggetto che apparentemente creava confusione nella chiesa. È libero di prendere un lavoro o no, ed è libero di prendere una moglie o no, perché queste cose non fanno graditi a Dio e non definiscono i discepoli di Cristo.
Paolo è libero, come vedremo e come dice Paolo stesso nel primo verso di questo capitolo. Ma nonostante la sua libertà, Paolo si fa servo di tutti. Ma perché si fa servo di tutti quando è libero? Paolo si fa servo di tutti e rinuncia ai suoi diritti per non creare ostacoli al vangelo di Gesù Cristo. Questo è il punto principale che Paolo vuole evidenziare in questo capitolo. È libero sì, ma la sua libertà non deve essere mai abusata, altrimenti rischia di erigere ostacoli non necessari all'annuncio del vangelo di Cristo, e Paolo vuole evitare questo a tutti i costi. E come chiesa, mentre rispondiamo alla domanda Vogliamo davvero spargere il profumo di Cristo?, questa verità ci deve sempre definire, cioè, siamo liberi in Cristo sì, ma questa libertà non deve mai creare ostacoli all'annuncio del vangelo di Cristo.
Teniamo questa verità in mente mentre leggiamo questo capitolo, e focalizzandoci sulla seconda metà di questo capitolo vogliamo approfondire due lezioni che emergono in questo capitolo e che ci aiuteranno a spargere con ancora più efficacia il profumo di Cristo in questo quartiere e in questa città. Cioè per spargere il profumo di Cristo a Roma, nonostante la libertà che abbiamo in Cristo, dobbiamo farci servi di tutti per non creare ostacoli al vangelo. Questa è la prima lezione che emerge: dobbiamo farci servi di tutti. La seconda lezione è questa: per spargere bene il profumo di Cristo a Prati dobbiamo correre e vivere la vita cristiana in modo certo e con un obiettivo chiaro. Dobbiamo farci servi di tutti, e dobbiamo correre in modo certo. Leggiamo adesso questo capitolo, dopodichè approfondiremo queste due lezioni.
Parliamo della prima lezione che questo capitolo insegna alla chiesa che vuole spargere il profumo di Cristo ovunque sia presente nella città. Come Paolo, per spargere bene il profumo di Cristo a Roma dobbiamo farci servi di tutti. Ma cosa significa esattamente farci servi di tutti e come ci aiuta a spargere il profumo di Cristo a Roma? Allora ci sono questi versetti abbastanza conosciuti in questo capitolo che ci aiutano a rispondere a queste domande. Dal verso 19 al verso 23 Paolo dice che "pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti…" Perché si è fatto servo di tutti, "per guadagnarne il maggior numero," cioè per vedere quante più persone possibili venire ad una conoscenza salvifica del vangelo di Gesù Cristo.
Con i Giudei, si è fatto Giudeo. Con quelli che sono sotto la legge, si è fatto come uno che è sotto la legge, e ha fatto la stessa cosa con quelli che sono senza la legge. Con i deboli, si è fatto debole. Ha fatto tutto per il vangelo e ha fatto tutto per non creare ostacoli all’annuncio del vangelo di Cristo. Ma questo fa sorgere certi dubbi e certe domande, no? Paolo era Giudeo prima che il Signore lo salvasse. Cioè era schiavo alla legge che non poteva liberare e salvare. Perché, allora, Paolo si fa Giudeo e perché si fa come uno che è sotto la legge per guadagnare i Giudei e coloro che sono sotto la legge? È come se io dovessi dire, "Guarda, per guadagnare gli spacciatori di droga, mi devo fare spacciatore di droga." Ma che senso ha? È un tornare indietro, no? È sbagliato questo modo di pensare, no? È anche forse peccaminoso? Cosa intende Paolo esattamente?
Allora, dal contesto della lettera, e anche dal contesto del capitolo precedente, è chiaro che Paolo sta parlando dei suoi comportamenti come apostolo del Signore. Quindi quando dice che con i Giudei si è fatto Giudeo, vuol dire che quando necessario si è comportato come se fosse Giudeo per spargere bene il profumo di Cristo tra i Giudei. Con i deboli, si è comportato in maniera "debole" per spargere il profumo di Cristo tra i deboli. Ecco qualche esempio di questi comportamenti. In Atti 16 vediamo che Paolo chiede a Timoteo di essere circonciso prima di andare ad evangelizzare ai Giudei in certe città dove sarebbe andato. Ma perché Paolo chiede a Timoteo di circoncidersi? Sembra di contraddire il vangelo, no?
No, no contraddice il vangelo, altrimenti Paolo non avrebbe chiesto a Timoteo di circoncidersi, e non avrebbe ripreso i Corinzi per aver criticato alcuni nella chiesa che non hanno mangiato la carne sacrificata agli idoli. Invece di contraddire il vangelo, Paolo (e Timoteo) si sono fatti servi delle persone a cui annunciavano e predicavano il vangelo. Come dice Paolo tante volte nelle sue lettere, l'essere circonciso o no non vale niente. Non è la circoncisione che ci fa graditi a Dio. Quindi va bene se chiede a Timoteo di circoncidersi se rimuove un ostacolo al vangelo. È la stessa cosa con la carne sacrificata agli idoli. Non è un cibo che ci fa graditi a Dio. L'obiettivo è sempre di non creare ostacoli non necessari al vangelo. Nell'ultimo verso del capitolo 8 Paolo dice, "se un cibo scandalizza mio fratello (cioè se crea un ostacolo al vangelo), non mangerò più carne, per non scandalizzare mio fratello," cioè per non creare alcun ostacolo al vangelo.
Da dove vengo io, nel sud degli stati uniti, per tante persone e per tanti credenti l'alcol è un grande tabù. Un discepolo di Cristo, dicono tante persone, non deve bere. Ma la verità è che un credente ha la libertà di bere perché quello che si beve o non beve non ci fa graditi a Dio. Se bevo non ho nulla di meno, e se bevo non ho nulla di più, come dice Paolo in 1 corinzi 8 e 9. Certo, non ho il diritto di ubriacarmi, ma ho il diritto di bere. Ma se ho qualcuno davanti a me che pensa diversamente e che ha una coscienza debole, allora non bevo per non scandalizzare mio fratello e per non creare un ostacolo al vangelo. Io mi faccio servo di mio fratello per non creare ostacoli al vangelo. In questo caso mi faccio debole e mi comporto diversamente e non bevo. Paolo si fa servo e si fa debole quando non mangia la carne sacrificata agli idoli per non scandalizzare suo fratello.Timoteo si fa Giudeo e si circoncide per non creare ostacoli al vangelo. Non facciamo mai uso dei nostri diritti, anzi li rinunciamo se necessario e sopportiamo ogni cosa, per non creare alcun ostacolo al vangelo.
Per spargere bene il profumo di Cristo a Roma dobbiamo farci servi di tutti per non creare mai ostacoli al vangelo. Alla luce di questo, come chiesa e come discepoli di Cristo dobbiamo sempre farci questa domanda: Con i nostri comportamenti stiamo a volte creando ostacoli al vangelo? Forse le nostre intenzioni sono buone, ma buone intenzioni non garantiscono che non stiamo creando ostacoli all'annuncio del vangelo. In che modo, allora, con i nostri comportamenti stiamo creando ostacoli al vangelo? Per spargere bene il profumo di Cristo a Roma, dobbiamo farci servi di tutti per non creare ostacoli non necessari all'annuncio del vangelo. Siamo esemplari in questo come chiesa? È una domanda importante ed è per forza è una lezione importante che Paolo ci insegna in questo capitolo. Che Dio ci possa dare saggezza e che possa essere sempre il nostro aiuto in questo.
Poi c'è anche una seconda lezione che Paolo ci insegna in questo capitolo. Con brevità vogliamo evidenziare il fatto che per spargere bene il profumo di Cristo a Prati, è necessario che corriamo in modo certo. Ma cosa significa esattamente correre in modo certo? Allora significa correre e vivere la vita cristiana con un obiettivo chiaro. Quest'obiettivo è l'annuncio e la predicazione fedeli della parola di Dio. Senza questa’obiettivo chiaro e senza correre in modo certo, allora molto facilmente veniamo distratti e diventiamo scoraggiati e confusi e perdiamo forza e ci stanchiamo perché stiamo battendo soltanto l'aria.
L'obiettivo di Paolo è sempre l'annuncio del vangelo di Cristo. Paolo sopporta ogni cosa e soffre ogni cosa perché corre con un obiettivo chiaro e corre in modo certo, non incerto. Paolo fissa i suoi occhi sulla croce di Cristo Gesù e corre verso l'obiettivo. Non batte l'aria ma combatte contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre e corre in modo certo e sparge il dolcissimo profumo di Cristo ovunque vada. Ma se non fosse per l'obiettivo chiaro del vangelo, allora Paolo verrebbe subito distratto e deragliato e non ci sarebbero più la voglia e la grinta necessarie per continuare a correre e combattere per il vangelo.
Come chiesa e come membra del corpo di Cristo noi ci facciamo servi di tutti e se necessario rinunciamo ai nostri diritti per amore di Cristo e per amore del nostro vicino e per non creare ostacoli al vangelo. Ci facciamo servi di tutti perché abbiamo un obiettivo chiaro e corriamo in modo certo, e non in modo incerto come il pugile che batte soltanto l'aria. Corriamo in modo certo e con un obiettivo chiaro grazie a Gesù Cristo e grazie alla sua opera redentrice e salvifica sulla croce. Abbiamo tutto in Cristo. Correre la vita con un obiettivo chiaro è un grande dono, no? Tante persone non vivono le loro vite con uno scopo chiaro, e non sanno dove vanno e quindi vagano e si stancano facilmente e vengono facilmente scoraggiate e sono deluse con la vita e vivono con un forte senso di disperazione.
Ma coloro che sono in Cristo e che si fidano di lui come Signore e Salvatore della vita corrono in modo certo e con un obiettivo chiaro. Come leggiamo in Isaia 40, "quelli che sperano nel Signore acquistano nuove forze, si alzano a volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano." Che bella notizia! Che speranza abbiamo nel Signore. Corriamo in modo certo grazie alla fede in Gesù Cristo e così spargiamo il profumo di Cristo a Roma, dando speranza a quelli che battono l'aria e che sono senza speranza e senza obiettivo nelle loro vite. Ci facciamo servi di tutti per non creare ostacoli al vangelo, e corriamo in modo certo per spargere con efficacia il profumo di Cristo a Roma e per vedere vite salvate e trasformate dal potere del vangelo. Dall'inizio alla fine è opera del Signore e dello Spirito Santo, e noi siamo soltanto strumenti nelle sue mani. Che possiamo essere strumenti fedeli e che possiamo farci servi di tutti e che possiamo correre in modo certo, tutto per l’annuncio fedele del vangelo e per la gloria di Dio. A lui soltanto sia ogni gloria.