1 Giovanni 1:5-7 - Una gioia che conosce la luce e che è stata acquistata con il sangue
Predicatore: Philip Reid Karr IV
Oggi vogliamo riprendere la nostra serie di predicazioni sulla prima lettera di Giovanni intitolata “Una gioia sicura e completa: sicuramente ideale, ma è possibile?” Ma perché questo titolo? Perché la gioia è il tema centrale di questa serie. Ci sono due risposte a queste domande. La prima viene dalla lettera stessa. Nel quarto verso del primo capitolo Giovanni dice, “queste cose vi scriviamo perché la nostra gioia sia completa.” Una gioia completa è il motivo per cui Giovanni scrive questa lettera. La seconda risposta a queste domande è perché la gioia è voluta e ricercata da tutti. Fa parte dell’esperienza umana. Tutti vogliono essere gioiosi, no? Tutti vogliono una gioia sicura e completa. Ma cosa significa essere gioioso? Che cos’è una gioia sicura e completa? Certo, è ideale, ma è possibile?
Con questa serie vogliamo dire che la Bibbia ha una risposta chiara a queste domande. Una gioia vera, sicura, e completa esiste davvero e può essere ben definita. Non stiamo parlando di un concetto soggettivo, ma oggettivo. Non stiamo parlando di una gioia che è soggetta a mille diverse interpretazioni di. No, e questo è molto importante. La gioia della Bibbia può essere ben definita ed è la stessa gioia per tutti in tutto il mondo.
A proposito, oggi vogliamo approfondire due caratteristiche della gioia sicura e completa di cui Giovanni scrive in questa lettera che ci faranno capire perché la gioia della Bibbia è unica e perché non è soggetta a diverse interpretazioni di e perché può essere ben definita.
Quali sono queste due caratteristiche? La prima è che è una gioia che conosce la luce, e non le tenebre. Ma cosa vuol dire? Cosa significa che la gioia conosce la luce e non le tenebre? Fra poco vedremo. È una caratteristica molto importante della gioia della Bibbia. La seconda caratteristica, che è altrettanto importante e significativa quanto la prima, se non di più, è questa: la gioia sicura e completa della Bibbia è stata acquistata con il sangue. È questa caratteristica, più di ogni altra, che rende la gioia della Bibbia sicura e completa. È una gioia acquistata con il sangue. È questo sangue che definisce con chiarezza la gioia della Bibbia e che la rende unica. È una gioia acquistata con il sangue.
Leggiamo adesso il breve testo per oggi e poi approfondiremo queste due caratteristiche di questa gioia sicura e completa. Leggiamo dal verso 5 al verso 7 del primo capitolo di 1 Giovanni:
Ho trovato due ricerche scientifiche molto interessanti sulla gioia. Una è stata pubblicata quest’anno e l’altra l’anno scorso, quindi sono recenti. La ricerca più recente è intitolata “La complessità della gioia", e poi c’è un lungo sottotitolo. La ricerca dell’anno scorso è intitolata “Godersi il momento di gioia", e anch'essa ha un lungo sottotitolo. Entrambe le ricerche sono state condotte in contesti occidentali e entrambe dicono che la gioia, benché faccia parte integrale dell’esperienza umana, è poca studiata. Nell’abstract dell’articolo “Godersi il momento di gioia” si legge questo: “La mia gioia è anche la tua gioia? Una teoria recente suggerisce che il meccanismo chiave della gioia sia il giusto rapporto tra sé stessi e il momento vissuto.”
Il giusto rapporto tra sé stessi e il momento vissuto, questa è la definizione operativa della gioia secondo questa ricerca. Ecco perché inizia con la domanda, “La mia gioia è anche la tua gioia?” Dipende. Dipende da diversi fattori, soprattutto, come evidenzia la ricerca, la cultura in cui vivi e in cui sei cresciuto. Dipende dai valori della cultura, e dipende dal concetto della verità della cultura, ecc.
È forse per questo motivo che esistono poche ricerche serie sulla gioia, a prescindere dal fatto che fa parte dell’esperienza umana. Se la definizione della gioia dipende da vari fattori che cambiano a seconda della cultura di ciascuno, è veramente difficile studiare la gioia. Se la risposta alla domanda “è la mia gioia anche la tua?” è: “forse ma dipende,” allora è difficile, se non impossibile, parlare di una gioia sicura e completa. Certo, ne possiamo parlare, ma con sicurezza e certezza? Questo è molto più difficile.
Ma la Bibbia non è d’accordo. Appunto, Giovanni scrive questa lettera affinché la nostra gioia sia completa; e una gioia completa è una gioia sicura. Infatti, la prima caratteristica di questa gioia ha a che fare con la sua completezza e sicurezza. Cioè la gioia di cui parla Giovanni è una gioia che conosce e che cammina nella luce, e non nelle tenebre. Ma cosa significa? Quando la Bibbia parla della luce è una metafora per la conoscenza, per la purità e per la giustizia. Quando parla delle tenebre, invece, è una metafora per l’ignoranza, per l’errore, per la malvagità, e per l’ingiustizia. Quindi chi cammina nella luce cammina nella conoscenza, nella purità e nella giustizia. E chi cammina nelle tenebre cammina nell’ignoranza, nell’errore, nella malvagità e nell’ingiustizia.
Ma questo fa sorgere un’altra domanda ancora, no? Cioè, come possiamo sapere che cos’è la vera conoscenza, la purità, e la giustizia? Come possiamo differenziare la luce dalle tenebre? La Bibbia risponde anche a queste domande con una risposta molto chiara. Nel salmo 119 leggiamo questo: "La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero…la rivelazione delle tue parole illumina; rende intelligenti i semplici.” Nella sua prima lettera l’apostolo Pietro dice: “Abbiamo la parola profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro…”
Quindi la parola di Dio è luce. Chi cammina nella luce cammina nella parola di Dio. Ed è una parola pura e giusta. Salmo 12 dice: “Le parole del Signore son parole pure, sono argento raffinato…” Quindi la luce è la parola di Dio. In più, come abbiamo evidenziato con il primo messaggio di questa serie, la parola è anche una persona, cioè è sinonimo di Gesù Cristo. Quindi la parola si è anche incarnata e ha abitato per un tempo fra di noi. Come abbiamo visto prima Gesù afferma questo quando dice nel vangelo di Giovanni: “Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita.”
Tutto ciò detto possiamo riassumere questo primo punto e dire che quando diciamo che la gioia sicura e completa della Bibbia conosce e cammina la luce e non le tenebre, vuol dire che cammina nella luce che è la parola di Dio e che è Gesù Cristo. Conoscere la luce e camminare in essa significa conoscere la parola di Dio e conoscere Gesù Cristo ed essere in Gesù Cristo. Così possiamo conoscere e sperimentare la gioia sicura e completa che abbiamo in Cristo. È una gioia sicura e completa perché è pura e giusta. È pura e giusta perché è in Cristo.
Dio è luce e in lui non ci sono tenebre. Cioè in lui non c’è errore, non c’è peccato, non c’è ingiustizia, non c’è menzogna. Dio è perfettamente puro, giusto, buono e santo. È questo Dio che ci dona una gioia sicura e completa per mezzo della fede nel suo figlio Gesù Cristo che è uguale al Padre nell’essere perfettamente puro, giusto, buono, santo, e privo di peccato. Diversamente dal padre, il Figlio è diventato uomo e per un tempo ha vissuto tra di noi ed è stato tentato come noi in ogni cosa, ma senza mai commettere peccato. Quindi, per mezzo della fede in lui e per mezzo dell’opera dello Spirito Santo in noi possiamo anche noi camminare nella luce e possiamo essere un popolo gioioso. E non è una gioia qualsiasi. Non è una gioia che è soggetta a diverse interpretazioni di essa. È una gioia sicura e completa perché è in Cristo Gesù ed è lui che lo rende sicura e completa.
È questa gioia sicura e completa in Cristo che ci unisce come popolo e che ci dà un'identità e che ci dà un profumo da spargere e una luce da far risplendere nelle tenebre. Grazie a questa gioia, che è frutto della fede in Cristo, abbiamo comunione l’uno con l’altro e insieme annunciamo questa gioia e la mettiamo in pratica affinché ancora altre persone possano conoscere la parola di Dio e Cristo Gesù come Signore e Salvatore e partecipare a questa comunione e sperimentare anche loro questa gioia sicura e completa.
Per mezzo della fede in Cristo veniamo salvati dai nostri peccati e ci trasferiamo dalle tenebre alla luce. Cioè ci trasferiamo dall’ignoranza alla conoscenza, cioè una conoscenza della parola di Dio e della parola incarnata, che è sempre Gesù Cristo. Se rimaniamo nei nostri peccati rimaniamo nelle tenebre e non abbiamo comunione con Dio.
Oppure, come avverte Giovanni in questi versi, possiamo dire che abbiamo comunione con Dio e che camminiamo nella luce, mentre siamo in realtà ancora nelle tenebre. Pensando a questa cultura in cui viviamo, sicuramente tante persone direbbero che camminano nella luce, e l’evidenza di questo sarebbe la loro vita ben vissuta e il loro buon comportamento ed i loro tanti atti di generosità. E mentre è vero che tutte queste cose sono forse frutto della luce in noi, non producono e non accendono la luce in noi. Non sono la fonte della luce. Camminiamo nella luce e abbiamo comunione con Dio e l’uno con l’altro per mezzo della confessione che Cristo Gesù è Signore e Salvatore, non per mezzo delle buone opere e di una vita ben vissuta.
Per mezzo della confessione che Cristo è Signore, lo Spirito Santo ci porta dalle tenebre alla luce e crea in noi una nuova natura e ci dona una nuova vita e mette in noi una gioia sicura e completa. È sicura e completa perché è in Cristo Gesù. Scrivendo agli Efesini Paolo afferma questo e dice: “in passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore.” Che bella notizia!
Ma questo vuol dire che ora che siamo nella luce non avremo più problemi o dolori o difficoltà nella vita? Purtroppo no. Infatti a volte significa che avremo ancora più problemi e ancora più difficoltà in questa vita. In questa vita dovremo sempre lottare con questa realtà. A volte dobbiamo camminare nella valle dell’ombra della morte, come dice il salmista Davide. Ma mentre è vero che dovremo attraversare questa valle, non dobbiamo mai camminare nelle tenebre. Anche nella valle della morte abbiamo con noi la luce del vangelo che ci accompagna e che non ci abbandona mai e che ci dà una gioia completa e sicura. Solo Dio, per mezzo di Cristo e l’opera dello Spirito Santo, riesce a fare una cosa del genere. Gloria al suo nome. La gioia che abbiamo in Cristo conosce soltanto la luce, e non le tenebre, ed è una gioia anche eterna. Ci accompagna in questa vita, poi un domani saremo alla sua presenza per sempre, dove non ci saranno più dolori e afflizioni. Che bella notizia! Che speranza. Che gioia! Gloria a Dio!
In più, è una gioia sicura e completa perché è stata acquistata con il sangue, e questo sangue garantisce e sigilla la sua sicurezza e completezza. Se non fosse per il sangue di Cristo sparso per noi questa gioia non esisterebbe. La gioia esisterebbe, ma sarebbe soltanto la gioia di cui leggiamo in diverse ricerche scientifiche, una gioia che dipende da diversi fattori culturali. Ribadiamo questo punto importantissimo: il fatto che è stata acquistata dal sangue di Cristo rende la gioia della Bibbia completa e sicura e che la definisce con chiarezza. Non spetta a me definire questa gioia, non spetta a te, e non spetta a nessuno altro. È Dio, per mezzo del sangue del suo Figlio Gesù Cristo, e per mezzo del sigillo dello Spirito Santo, che definisce questa gioia e che la rende sicura e completa. Gloria a Dio per questo.
Ma è il discorso del sangue che turba la cultura di oggi. Perché il sangue? Perché lo spargimento del sangue di Cristo fosse necessario per noi e per conoscere e sperimentare questa gioia sicura e completa? Un po’ macabro questo sangue, no? La nostra cultura pensa così perché non prende sul serio il suo peccato. Questo è il problema. Non è il sangue stesso che dà fastidio. Questa cultura e questa città hanno una lunga storia in cui il sangue di Cristo è sempre presente. Ciò che turba è l’idea che il nostro peccato e la nostra impurità necessitano lo spargimento del sangue di Cristo per pagare il debito dei nostri peccati. Viviamo in una cultura in cui la persona media crede di essere non perfetta, ma una persona buona e brava. E forse è una persona buona e brava, ma il problema è che in questa cultura la bravura di una persona viene confusa con la sua natura umana.
Per natura, dice Paolo agli Efesini, siamo figli di ira. Per natura odiamo Dio e la sua parola. Per natura camminiamo nelle tenebre. Per natura, allora, siamo impuri e siamo morti nei nostri peccati e quindi non abbiamo nessuna comunione con Dio. Questo non vuol dire che non possiamo fare delle buone opere e vivere una buona vita. No. Questo perché siamo stati tutti creati ad immagine di Dio, e quindi grazie a quell’immagine abbiamo un imprinting in noi che ci fa capire cosa è buono e cosa è male. Il problema è che questa cultura e il mondo occidentale di oggi confonde questo imprinting con la nostra natura spirituale. L’imprinting, e la bontà che produce, non ci salvano e non ci guadagnano niente agli occhi di Dio. Facciamo opere buone e viviamo una buona vita ma rimaniamo condannati dai nostri peccati.
Se questo imprinting e le buone opere che produce potrebbero renderci puri e salvarci, allora che senso ha la morte di Cristo sulla croce e lo spargimento del suo sangue? Non hanno senso. Non erano necessari. È morto inutilmente se fossimo in grado di salvarci con una vita ben vissuta.
Ma non è così, e la Bibbia è super chiara su questo. In Romani 6 Paolo dice che “il salario del peccato è la morte”. Siamo tutti peccatori. “Non c’è nessun giusto, neppure uno,” dice Paolo sempre ai Romani. Ecco perché il sangue di Cristo è necessario. È un sangue che ci purifica da ogni peccato! Questo è il dono di Dio, cioè la purità e la vita eterna in Cristo Gesù. Grazie a questa nuova vita possiamo anche sperimentare questa gioia sicura e completa che abbiamo in Cristo. È una gioia sicura e completa perché è stata acquistata dal sangue. Non esiste un’altra gioia nel mondo che può vantarsi di questo. Che bella notizia.
Conosci tu questa gioia? Hai capito perché il sangue di Cristo è necessario per te e per me? Sei stato acquistato e purificato da esso? O ti stai ancora fidando della tua vita ben vissuta per ottenere sia la grazia di Dio sia la gioia che ci dona in Cristo? È una gioia che conosce la luce e che cammina in essa, e che non conosce e che non cammina nelle tenebre. Ed è una gioia che è stata acquistata dal sangue di Cristo, e per questo motivo è sicura e completa. Ogni gloria sia a Dio. Che questa città e questo quartiere possano conoscere veramente questa gioia sicura e completa e che possano essere trasformati da essa e che Dio possa usare la sua chiesa per spargere il profumo di questa gioia. A Dio sia ogni gloria.