1 Giovanni 2:15-17 - Una gioia sicura e completa che ama il mondo
Predicatore: Philip Reid Karr IV
Oggi proseguiamo la nostra serie di predicazioni sulla prima lettera di Giovanni, intitolata “Una gioia sicura e completa: sicuramente ideale, ma è possibile?” Siamo arrivati a metà del secondo capitolo. Molto spesso nella chiesa e nella cultura cristiana sentiamo parlare del “mondo”. Di frequente si dice: “la chiesa è nel mondo, ma non è del mondo”. La chiesa deve amare il mondo, ma allo stesso tempo deve rifiutare il mondo. Il mondo è buono, ma allo stesso tempo è anche malvagio. Cosa significa tutto questo? Come deve relazionarsi la chiesa al mondo che la circonda? Cosa significa essere nel mondo ma non del mondo? Come può la chiesa allo stesso tempo amare il mondo e rifiutare il mondo?
Consideriamo, ad esempio, alcuni versetti della Bibbia che parlano del mondo. Il primo viene da Giacomo, capitolo 4. Al versetto 4 leggiamo: “O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” Parole forti! E come vedremo, anche il primo versetto del brano che approfondiremo oggi dice qualcosa di simile: “Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui.” Anche queste sono parole chiare e forti. Tuttavia, leggiamo anche nel vangelo di Giovanni 3:16, uno dei versetti più famosi della Bibbia: “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca ma abbia vita eterna.” E subito dopo: “Dio infatti non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.”
Come può quindi Giovanni, in 1 Giovanni 2, dire di non amare il mondo o le cose del mondo e poi, nel Vangelo, affermare che Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio per esso? Non sembra avere senso. I due versetti sembrano contraddirsi completamente. Giacomo dice che chi è amico del mondo è nemico di Dio. Giovanni dice che Dio ha amato il mondo al punto da sacrificare suo Figlio. Come deve capirlo la chiesa? E come deve relazionarsi al mondo? Cosa significa, per la nostra piccola chiesa a Roma, essere “nemici del mondo” e allo stesso tempo amare il mondo come Dio lo ama?
Inoltre, che cosa c’entra tutto questo discorso sul mondo con la gioia sicura e completa di cui Giovanni parla all’inizio della sua lettera? In capitolo 1 dice di scrivere affinché la nostra gioia sia completa. Che legame c’è tra “mondo” e “gioia”? Questa è la domanda a cui vogliamo rispondere adesso. Il nostro obiettivo è dimostrare che la gioia sicura e completa che Giovanni desidera per la chiesa è sicura e completa perché: 1. rifiuta il mondo e le cose del mondo; 2. ama il mondo come Dio ama il mondo.
Sembrano due idee in contraddizione, ma in realtà si completano perfettamente. Leggiamo il brano e poi approfondiamo questi due punti.
Lettura di 1 Giovanni 2:15-17
Nel versetto 15 la chiesa riceve un comando chiarissimo: non amare il mondo né le cose del mondo. Giovanni non potrebbe essere più chiaro. E questo è essenziale per sperimentare la gioia sicura e completa di cui parla. Ma cosa intende esattamente Giovanni? Il versetto seguente ci aiuta a capirlo. Al versetto 16 spiega che ciò che è nel mondo non viene dal Padre, ma dal mondo. Cosa c’è nel mondo? “La concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita.” Charles Spurgeon definiva queste tre cose “la trinità del diavolo”.
Queste cose non vengono dal Padre, ma dal mondo. E se non vengono da Dio, da chi vengono? Più avanti, nel capitolo 5, Giovanni risponde: “Noi sappiamo che siamo da Dio e che tutto il mondo giace sotto il potere del maligno”. Ecco un altro riferimento al maligno, di cui Giovanni ha già parlato in questo capitolo, cioè nel capitolo due e di cui abbiamo parlato la domenica scorsa. Il maligno è contro Dio, è suo nemico. Odia Dio e vuole che anche noi lo odiamo. Vuole che vediamo Dio non come amico ma come nemico. Non vuole che abbiamo comunione con Dio, ma con lui, e questa comunione avviene quando inseguiamo le cose del mondo.
Le cose del mondo, spiega Giovanni nel versetto 16, sono i desideri della carne, i desideri degli occhi e la superbia, che vuol dire l’orgoglio della vita. Cominciamo dai desideri della carne. Cosa sono? Paolo ci aiuta a rispondere con grande chiarezza a questa domanda nella sua lettera ai Galati. In Galati 5 scrive: “Le opere della carne (cioè i desideri della carne) sono manifeste: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, inimicizie, contese, gelosie, ire, rivalità, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e altre cose simili.” E aggiunge: “chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio.” Questi, e altre cose simili, sono i desideri della carne; non vengono da Dio, ma dal mondo e dal maligno.
Poi ci sono i desideri degli occhi. Questo lo vediamo, ad esempio, in Eva nel giardino. In Genesi 3 leggiamo: “La donna vide che l’albero era buono da mangiare, che era bello da vedere e che l’albero era desiderabile per diventare saggi; prese del suo frutto e ne mangiò.” Ma quella “saggezza” non era divina, ma mondana. Così il peccato e l’odio verso Dio entrarono nel mondo. Lo vediamo anche in Davide. In 2 Samuele 11 leggiamo: “Una sera Davide… vide dalla terrazza una donna che faceva il bagno; la donna era bellissima.” Era Bat-Sceba e era già sposata. Ma Davide la prese per sé, e lei rimase incinta.
Tutti conosciamo bene i desideri e la concupiscenza degli occhi. Siamo tutti copevoli di questo peccato. Vediamo ciò che non abbiamo e lo vogliamo. Ci attira, ci seduce e ci fa credere che se lo avessimo saremmo finalmente felici e gioiosi. Ma la gioia che promettono i desideri della carne e degli occhi è molto diversa dalla gioia che Dio ci offre in Cristo.
E infine la superbia della vita, oppure l’orgoglio. Cos’è? È l’uomo che si vanta di ciò che ha e di ciò che ha fatto. È l’arrogante che nessuno sopporta. È chi vuole sempre apparire migliore degli altri. È la fiducia nel successo, nella ricchezza, nel rango, nell’immagine di sé. Parla solamente di queste cose e dei suoi successi. Nessuno ammira o sopporta questa persona. È veramente fastidiosa.
Chi vive nei desideri della carne, degli occhi e dell’orgoglio appartiene al mondo. Non è di Dio, ma del maligno. Non ama Dio, non lo adora, e pensa che Dio voglia togliergli la libertà e il divertimento. Crede che la vera gioia si trovi nel mondo, senza regole e senza limiti. Questa è la vera libertà e ci offre una gioia veramente completa. Ma Giovanni dice che tutto questo è una menzogna. Una menzogna totale. Il mondo non conosce la vera gioia e non può conoscerla. Come abbiamo visto un paio di settimane fa, il mondo non conosce la luce ma conosce solo le tenebre. Chi cerca appagamento nelle cose del mondo cammina nelle tenebre, non nella luce. Ecco perché Giovanni dice: non amate il mondo. È una trappola. Porta alle tenebre e alla morte, non alla luce e alla libertà e alla vita.
Essere nel mondo ma non del mondo significa che, pur vivendo in mezzo al mondo, la chiesa non vive per soddisfare i desideri della carne, degli occhi e dell’orgoglio. Non si possono servire due padroni. È ciò che dice Giacomo: “Chi vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” E anche Gesù, in Matteo 6: “Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o avrà riguardo per l’uno e disprezzo per l’altro."
Qual è il primo e il più grande comandamento? “Non avere altri dèi oltre a me.” È impossibile obbedire a questo comandamento e allo stesso tempo amare le cose del mondo. O si ama Dio, o si ama il mondo. Nessuno può servire due padroni. Una gioia è sicura e completa, l’altra dipende dalle circostanze che cambiano sempre. Il messaggio di Giovanni è chiaro: la vera gioia si trova solo in Dio, e non nelle cose del mondo.
Ma allora cosa facciamo con Giovanni 3:16? Perché Giovanni dice che Dio ha amato il mondo così tanto da dare suo Figlio? Sembra una contraddizione. Una gioia sicura e completa non ama il mondo né le sue cose, ma allo stesso tempo ama il mondo come Dio lo ama.
È vero che Giovanni non dice qui di amare il mondo come Dio lo ama; dice solo di non amarlo. Ma non stiamo aggiungendo nulla. Questo è in perfetta armonia con ciò che Giovanni dice altrove e con la Bibbia nel suo insieme. Quando Giovanni dice che Dio ama il mondo, intende che il mondo è l’oggetto del suo amore, amore dimostrato in Cristo Gesù. Allo stesso modo il mondo deve essere l’oggetto dell’amore della chiesa. La chiesa non ama il mondo nel senso di amare le cose che sono contrarie a Dio, ma ama il mondo come oggetto della sua missione e del suo servizio, mostrando l’amore di Cristo.
Ovunque la chiesa si trovi, poiché è nel mondo, il mondo è l’oggetto del suo amore. La chiesa mostra questo amore spargendo il profumo di Cristo e la sua luce nei luoghi di tenebra.
Questo vuol dire che la chiesa è migliore del mondo? Nì. Sì, perché è meglio adorare Dio, essere oggetto del suo amore, conoscere la sua gioia, ricevere il perdono e la vita eterna. Ma allo stesso tempo no, perché la chiesa è composta da peccatori che prima vivevano anch’essi nel mondo e secondo i suoi desideri. Non può vantarsi di sé stessa; può solo vantarsi di Cristo soltanto.
La chiesa non guarda dall’alto in basso il mondo. Non lo deride per la sua cecità. Piuttosto ringrazia Dio per la grazia che ha ricevuto e, per questa stessa grazia, fa del mondo l’oggetto del suo amore. Quando la chiesa vede persone che vivono nei desideri della carne e degli occhi, non le giudica, ma vede se stessa prima che Dio la salvasse. Quando vede chi cerca la gioia in sesso, successo, denaro, reputazione, non approva questi idoli, ma ama quella persona come Dio ha amato lei in Cristo, pregando che Dio la salvi dal maligno e dal mondo.
La chiesa che conosce una gioia sicura e completa vive secondo le parole del Signore in Geremia 9: “Il saggio non si glori della sua saggezza, il forte non si glori della sua forza, il ricco non si glori della sua ricchezza, ma chi si gloria, si glori di questo: che ha intelligenza e conosce me, che sono il Signore. Io pratico la bontà, il diritto e la giustizia sulla terra, perché di queste cose mi compiaccio”.
La chiesa non ama le cose del mondo, ma ama il mondo come oggetto della sua missione. Lo ama come Dio lo ama, annunciando Cristo e mostrando che la vera gioia, sicura, duratura e completa, non si trova nelle cose del mondo, ma in Cristo solo. Il mondo, dice Giovanni nel versetto 17, passa con la sua concupiscenza, cioè passa via con i suoi desideri. Chi cerca la gioia nel mondo non la troverà mai, perché il mondo e i suoi piaceri sono destinati a svanire. Questo è un dato di fatto. Nessuno può portare con sé nella tomba le cose di questo mondo. Ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno. I suoi tesori sono nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano. La gioia che viene da Dio non scompare, ma dura in eterno.
Concludiamo con questo: la Bibbia è chiara nel dire che, al presente, il maligno è il signore di questo mondo. Nel capitolo 5 di questa lettera, Giovanni scrive: “tutto il mondo giace sotto il potere del maligno.” Che cosa significa? Se il mondo giace sotto il potere del maligno, Dio non ha forse potere sul mondo? La sua sovranità è forse limitata soltanto al regno che egli governa, che non sarebbe questo mondo? La risposta a questa domanda rivela la realtà del “già ma non ancora” in cui vive la chiesa. Rivela anche perché la nostra gioia può essere sicura e completa soltanto in Cristo Gesù. È vero che il maligno attualmente governa questo mondo, ma è altrettanto vero che Gesù Cristo, mediante la sua morte e risurrezione, lo ha già sconfitto, e che il dominio del maligno è limitato. Ascoltate ciò che Cristo dice ai suoi discepoli in Giovanni 16:33: “Vi ho detto queste cose affinché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo.” Gloria a Dio! Dio è allora sovrano su ogni cosa e in ogni sfera. Lui regna su tutto.
Sì, il maligno attualmente regna in questo mondo, ma la chiesa non teme perché egli è già stato sconfitto da Cristo. Perciò, mediante la fede in Cristo, la chiesa ha anch’essa vittoria sul maligno. In Cristo, quindi, la chiesa vive nel mondo e il mondo è l’oggetto del suo amore, ma non è del mondo perché non desidera le cose di questo mondo. La chiesa allo stesso tempo rifiuta il mondo e ama il mondo. Poiché rifiuta le cose del mondo, la sua gioia è sicura e completa, perché è in Cristo, cioè è in colui che ha vinto il maligno. Che bella notizia!
Tutto ciò detto, dove cerchi tu la gioia? Nel mondo che passa e nei suoi desideri? O nel Signore che rimane per sempre? La nostra preghiera per te e per questa città è che la sua gioia sia trovata nel Signore, per mezzo della fede in Gesù Cristo. Questa è una gioia che dura per sempre. Che possiamo essere una chiesa che rifiuta le cose del mondo, ma che allo stesso tempo fa del mondo l’oggetto del suo amore, mostrando Cristo in tutto ciò che facciamo. Che questa città sia riformata e trasformata dalla gioia sicura e completa che abbiamo solo in Cristo Gesù. A Dio sia tutta la gloria. Amen.