1 Giovanni 2:3-11 - Una gioia non moralista

 

Predicatore: Philip Reid Karr IV 

Oggi vogliamo continuare il nostro studio della prima lettera di Giovanni. Con questo studio stiamo parlando della gioia. La gioia di cui parla Giovanni, e di cui parla anche la Bibbia nel suo insieme, è una gioia sicura e completa. È questa gioia che vogliamo capire e sperimentare. Ci troviamo nel secondo capitolo di questa lettera. Oggi vogliamo leggere dal verso 3 al verso 11. Infatti leggiamo adesso questi versi perché prima di continuare sarà utile avere un po’ di contesto. Nel brano di oggi troviamo una trappola molto comune in cui la chiesa può facilmente cadere. Ovviamente non è un problema con il brano stesso e ciò che dice. Il problema sta nel modo in cui la chiesa tende ad interpretarlo e applicarlo alla vita cristiana. Se viene interpretato e applicato male, allora il vangelo viene oscurato e una gioia sicura e completa ci elude. 

Lettura del brano: 1 Giovanni 2:3-11.

Avete un’idea di cosa potrebbe essere la trappola di cui abbiamo parlato prima? Cioè questa trappola in cui la chiesa tende a cadere. Emerge subito nel primo verso: “Da questo sappiamo che l’abbiamo conosciuto,” (cioè sappiamo che abbiamo conosciuto Gesù Cristo): “se osserviamo i suoi comandamenti.” Sappiamo che abbiamo conosciuto Gesù Cristo se osserviamo i suoi comandamenti. Vere queste parole, ma con esse Satana tende un tranello ai nostri piedi e vuole che ci restiamo intrappolati, e spesso accade se non stiamo molto attenti.

Qual è questo tranello o questa trappola? È il moralismo. Il moralismo è un grande nemico del vangelo e Satana è molto bravo ad usarlo per sviarci e oscurare la bellezza della buona notizia di Gesù Cristo e intrappolarci nel moralismo. Ma che cos’è il moralismo? Allora facciamo un esercizio per vedere se siamo intrappolati in questo tranello o no. Ma prima di farlo evidenziamo gli obiettivi di questo messaggio. Il primo obiettivo è di non cadere nella trappola del moralismo. Una gioia sicura e completa non cade in questa trappola. Se cade lì dentro cessa di esistere e non la possiamo conoscere e sperimentare. Ciò detto, non possiamo negare il fatto che conoscere Cristo vuol dire osservare i suoi comandamenti. Quindi il secondo obiettivo è di sottolineare il fatto che una gioia sicura e completa osserva i comandamenti di Dio. Non cade nella trappola del moralismo, e osserva i comandamenti di Dio. Chiarire queste due verità e approfondirle sono i nostri obiettivi oggi. Che Dio possa guidarci in questo.

Evitare il tranello del moralismo è il nostro primo obiettivo. Facciamo dunque l’esercizio di cui parlavo prima per vedere se tendiamo ad essere intrappolati in questo tranello o no. Prendi un attimo per riflettere su come interpreti ciò che Giovanni dice nel verso 3 e nei versi seguenti. Sappiamo che conosciamo Gesù se osserviamo i suoi comandamenti. È vero anche il contrario: cioè se non osserviamo i suoi comandamenti possiamo essere sicuri che non lo conosciamo e che la verità del vangelo non è in noi. Nel verso 5 leggiamo una cosa simile, cioè che l’amore di Dio è completo nella persona che osserva la sua parola. Come interpreti questi versi e queste parole? Come li applichi alla tua vita?

Una lettura moralistica di questi versi va così: io osservo i comandamenti di Dio, perciò io lo conosco. Io osservo la parola di Dio, perciò l’amore di Dio è completo in me. E se non faccio queste cose, allora non posso conoscere Dio e il suo amore non è completo in me e non riesco a camminare come egli cammina. Vedi il pericolo di questa lettura e di questa interpretazione di questi versi? Il conoscere Dio e l’avere il suo amore completo in noi e il camminare come egli cammina dipendono da ciò che faccio io e dipendono da come mi comporto.

Ci comportiamo in una certa maniera, e Dio ci dà e ci dona certe cose in cambio. Non ci comportiamo bene e veniamo meno a fare certe cose, e non riceviamo queste cose da Dio. Obbediamo a Dio, perciò siamo accettati da Dio. Un buon comportamento ci merita certe cose e quindi il buon comportamento viene usato per negoziare con Dio. Obbidiamo a Dio e osserviamo i suoi comandamenti e camminiamo come egli cammina per ottenere cose da lui. Quindi quando le circostanze della vita sono negative e non come ci aspettiamo perché il nostro buon comportamento ci merita di meglio, allora ci arrabbiamo con Dio e l’amarezza verso di Dio cresce nei nostri cuori perché Dio ci deve qualcosa di più buona. Non ci sembra giusto ciò che ci sta accadendo.

Se tendiamo a pensare e ragionare così vuol dire che è molto probabile che siamo intrappolati nel tranello del moralismo, e da questa trappola è difficilissimo scappare. Invece di essere veramente liberi in Cristo, rimaniamo intrappolati in questo tranello che ci rende schiavi ai nostri peccati e alla nostra incapacità di accontentare Dio con il buon comportamento e con l’osservanza dei suoi comandamenti. Finché rimaniamo intrappolati in questo tranello non possiamo veramente osservare i suoi comandamenti perché il moralismo crede di poter mettere Dio in debito con noi, come se ci dovesse qualcosa.

Come possiamo evitare il tranello del moralismo? Cioè come possiamo evitare questa trappola che ci lascia condannati e morti nei nostri peccati? Come possiamo essere liberati e salvati dal tranello del moralismo? Come possiamo accontentare Dio e come possiamo sperimentare questa gioia sicura e completa? La risposta a queste domande ci fa capire perché è così facile essere intrappolati in questo tranello. Cioè per conoscere Dio e per conoscere il suo amore completo e per essere liberati e salvati da questa trappola e dai nostri peccati e per sperimentare una gioia sicura e completa, come dice questo brano dobbiamo osservare i comandamenti di Dio e dobbiamo osservare la sua parola e dobbiamo camminare come egli cammina! Così facciamo capire che siamo veramente figli e figlie di Dio.

Certo, io posso dire che mi fido di Cristo e che osservo i suoi comandamenti e la sua parola e che cammino come egli cammina, ma se il mio comportamento non cambia e se dice diversamente e se non faccio delle buone opere, la mia fede non è vera e non è di nessun valore. Nel primo capitolo della sua lettera a Tito Paolo dice che ci sono certi che professano di conoscere Dio, ma poi dice che sono incapaci di qualsiasi opera buona. Poi c’è Giacomo che dice nel capitolo 2 della sua lettera: “mostrami la tua fede senza le tue opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede.”

Vedete perché è così facile e molto comune cadere nella trappola del moralismo? Tantissime sono le persone intrappolate in questo tranello. Per capire come possiamo essere liberati e salvati da questa trappola, chiediamoci le stesse domande di prima: Come possiamo evitare il moralismo che ci lascia condannati e morti nei nostri peccati? Come possiamo accontentare Dio? Come possiamo sperimentare la sua gioia sicura e completa? Adesso vogliamo semplificare la risposta. La risposta a queste domande è il vangelo. È la buona notizia di Gesù Cristo. La risposta di prima (cioè l’osservanza dei comandamenti di Dio e della sua parola e le buone opere) è ancora valida, ma adesso deve essere filtrata attraverso il vangelo. Filtrando tutto attraverso la buona notizia di Gesù Cristo riusciamo ad evitare il tranello del moralismo e riusciamo a conoscere e sperimentare Dio e la gioia sicura e completa che ci dona in Cristo.

Questo brano ci fa capire con chiarezza che il moralismo è una vera trappola. Quando Giovanni dice che chi osserva i comandamenti di Dio e chi osserva la sua parola lo conoscono, allora dovrebbero scattare subito certi allarmi. Cioè dovrebbe essere immediatamente chiaro che non riusciamo a osservare i comandamenti di Dio e non riusciamo a osservare la sua parola e camminare come egli cammina perché siamo dei peccatori e i nostri peccati e la nostra natura peccaminosa rendono impossibili queste cose. Magari riusciamo a fare queste cose di tanto in tanto. E così, forse, crediamo che stiamo accontentando Dio, ma prima o poi verremo meno. Il nostro peccato lo garantisce.

Allora? Dobbiamo sempre osservare i comandamenti di Dio e la sua parola per accontentarlo, o solo di tanto in tanto? Dobbiamo sempre camminare come egli cammina, o basta farlo di tanto in tanto? Cosa richiede di noi Dio, che è perfettamente santo? Non la perfezione, giusto? Nel vangelo di Matteo capitolo 5 Gesù dice questo ai suoi discepoli, “Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste.” Quindi non va bene osservare i comandamenti di Dio di tanto in tanto. Dobbiamo essere perfetti e dobbiamo osservare sempre la sua parola per accontentarlo. Ma Gesù sa che non riusciamo. Sa che siamo dei peccatori e che verremo sempre meno. Allora? Perché dice questo? E cosa dobbiamo fare?

Questo ci fa capire con chiarezza che se spettasse a noi osservare i comandamenti di Dio e la sua parola e camminare come egli cammina per conoscere lui e per essere redenti e salvati dai nostri peccati, non c’è speranza. Questo vuol dire che il moralismo è veramente un tranello. Dobbiamo evitare questo tranello a tutti i costi e dobbiamo trovare una via di uscita. Grazie a Dio questa via esiste, e come abbiamo detto prima si chiama il vangelo, cioè si chiama Gesù Cristo. E Giovanni ci fa capire come possiamo metterci su questa via che ci porta non alla condanna, ma alla redenzione e alla salvezza.

Nel verso 7 Giovanni dice che non scrive un comandamento nuovo, ma uno vecchio. Allo stesso tempo ci confonde un pochino perché nel prossimo verso dice che è anche un comandamento nuovo. È nuovo perché le tenebre stanno passando e già risplende la vera luce. Ma cosa significa questo? Allora è un comandamento vecchio perché è il primo comandamento dei dieci comandamenti, cioè “non avere altri dèi oltre a me.” Troviamo un altro modo per dire questo e obbedire a questo comandamento in Deuteronomio capitolo 6 dove Dio dice al suo popolo tramite Mosè, “Tu amerai il Signore, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze.”

Questo è il comandamento vecchio che abbiamo fin dal principio, ed è ancora in vigore. Ma di nuovo ci imbattiamo nella realtà che non ce la facciamo. Cioè non riusciamo ad amare Dio con tutto il cuore e con tutta l’anima e con tutte le forze. Forse riusciamo un pochino, ma non con tutte le forze. E non basta un pochino. Dio richiede la perfezione. Quindi un approccio moralistico a questo comandamento ci lascerà sempre condannati e morti nei nostri peccati. Di fronte a questa realtà e la nostra incapacità di accontentare Dio vediamo la bellezza del vangelo e la speranza della croce di Cristo. In Cristo Gesù emerge anche il comandamento nuovo. In Cristo non camminiamo più nelle tenebre, ma nella luce, cioè nella luce del vangelo.

Su questo nuovo comandamento il Riformatore Martin Lutero è molto utile. Lutero sosteneva che il primo comandamento di non avere altri dèi oltre a me e il comandamento di credere soltanto in Gesù Cristo per la nostra giustificazione sono in sostanza gli stessi comandamenti. Cioè dire che non dobbiamo avere altri dèi oltre a Dio, e dire che non dobbiamo cercare di raggiungere la nostra salvezza senza Cristo sono la stessa cosa. In Cristo Gesù vediamo l’unione dei vecchi e nuovi comandamenti, che sono alla fine lo stesso comandamento.

In Cristo Gesù tutto diventa chiaro. Osservare i comandamenti di Dio, osservare la sua parola, camminare come egli cammina, amare lui con tutto il cuore e con tutta la forza…non riusciamo. Se crediamo di poterlo fare ci inganniamo e incamminiamo sulla via del moralismo che ci conduce alla morte. Ma dove noi veniamo sempre meno, Cristo Gesù riesce sempre. A causa del peccato noi siamo imperfetti e impuri. Ma Cristo non ha mai conosciuto il peccato, ma sulla croce è diventato peccato per noi e ha preso il nostro posto. Ha preso su di sé la nostra condanna affinché possiamo essere liberati dalla nostra condanna e redenti e salvati. Per mezzo della fede in Cristo la nostra imperfezione e la nostra impurità diventano la perfezione e la purità di Cristo. In Cristo siamo perfetti e puri. E quindi in Cristo possiamo avvicinarci a Dio e possiamo accontentare Dio, perché Dio vede Cristo e la sua giustizia in noi.

Adesso possiamo camminare nella luce e non più nelle tenebre. Adesso possiamo osservare i comandamenti di Dio e la sua parola e possiamo camminare come egli cammina e possiamo amare Dio con tutto il cuore e con tutta la forza. Ce la facciamo perché lo facciamo in Cristo e con l’aiuto dello Spirito Santo. Vuol dire che adesso non veniamo mai meno a camminare come egli cammina? No. Ancora siamo dei peccatori e finché siamo su questa terra con questi corpi carnali verremo meno e lotteremo contro la nostra peccaminosità. Ma la differenza è che non ci stiamo più fidando di noi stessi per accontentare Dio. In Cristo e con lo Spirito Santo possiamo evitare il tranello del moralismo e possiamo fidarci non di noi stessi ma di Dio per la nostra salvezza. Adesso osserviamo i comandamenti di Dio non per essere accettati da Dio o per ricevere qualcosa da lui in cambio, ma siamo accettati e salvati e redenti e perdonati da Dio, quindi rispondiamo con lode e con buone opere, opere che sono prove della nostra vita redenta e trasformata.

Questo è il vangelo. Questa è la buona notizia di Gesù Cristo. Cristo ci libera dal tranello del moralismo che intrappola tantissime persone. Concludiamo con questa domanda: Conosci tu veramente Dio? Ti fidi veramente di Gesù Cristo per la tua salvezza? O stai forse incamminando sulla via del moralismo, cercando di salvarti con i tuoi sforzi? Che possiamo tutti conoscere veramente Cristo Gesù, che possiamo fidarci di lui per la nostra salvezza, e che questa città e questo quartiere possano essere trasformati e riformati dal vangelo di Cristo. Questa è la nostra preghiera. A Dio sia ogni gloria. Amen.


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