1 Giovanni 2:28-29 - Una gioia sicura e completa rimane in Cristo e pratica la giustizia

 

Predicatore: Philip Reid Karr IV

Oggi siamo felici di continuare il nostro studio della prima lettera di Giovanni. In 1 Giovanni 1:4 Giovanni scrive alla chiesa che sta ricevendo e leggendo la sua lettera: “Vi scriviamo queste cose affinché la vostra gioia sia completa.” Anche noi desideriamo avere una gioia sicura e completa. Chi non lo vorrebbe? Ma cosa significa avere una gioia sicura e completa, e come la otteniamo e la viviamo nella nostra vita quotidiana? Con questo studio di 1 Giovanni stiamo rispondendo a queste domande. Siamo ancora nel secondo capitolo della lettera. Il nostro testo di oggi inizia con il penultimo versetto del capitolo. Ho iniziato a studiarlo e prepare il messaggio per oggi e, prima che me ne rendessi conto, avevo preparato un intero sermone sui versetti 28–29. Quindi, anche se oggi avremmo dovuto entrare nel capitolo tre, ci concentreremo solo sui versetti 28 e 29. In questi due versetti troviamo molto che riguarda la gioia sicura e completa di cui stiamo parlando con questo studio di questa lettera.

Leggiamo insieme questi due versetti e poi insieme approfondiremo la nostra comprensione della gioia sicura e completa di cui Giovanni scrive in questa lettera. Mentre leggiamo, guardate anche al versetto 27 e notate come Giovanni dice alla chiesa la stessa cosa che ripete nel versetto 28. Due volte in due versetti Giovanni dice: “rimanete in lui”, cioè “rimanete in Cristo”. Questo è essenziale per conoscere e sperimentare nella nostra vita una gioia sicura e completa; una gioia, cioè, che non va e viene come il vento e che non cambia continuamente a seconda delle circostanze della vita. Una gioia sicura e completa è sicura e completa perché rimane e dimora in Cristo.

Noterete anche che nel versetto 29 Giovanni dice che coloro che rimangono in Cristo sono contrassegnati dalla giustizia. Poiché la loro gioia è sicura e completa, essi praticano la giustizia. Non è una giustizia che viene dal mondo, ma una giustizia che viene da Cristo e dal rimanere in lui. In sintesi, con questi due versetti vedremo che una gioia sicura e completa è tale perché rimane in Cristo e perché pratica la giustizia. Leggiamo questi due versetti e poi li discuteremo più approfonditamente.

Lettura di 1 Giovanni 2:28–29:

Due volte in due versetti Giovanni dice alla chiesa di rimanere in Cristo. Cosa significa esattamente rimanere in Cristo e come possiamo rimanere in lui? Qui Giovanni ha in mente le parole di Cristo che troviamo nel capitolo 15 del Vangelo di Giovanni. “Rimanere” o “dimorare” era una delle parole preferite da Cristo per i suoi discepoli e per coloro che riponevano la loro fede in lui, ed è per questo motivo che è una parola preferita anche da Giovanni. Comunque, in Giovanni 15:5 Cristo dice ai suoi discepoli: “Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora (o rimane) in me e nel quale io dimoro (o rimango), porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla.”

Il linguaggio della vite è molto comune nella Bibbia, sia nell'antico sia nel nuovo testamento. È molto utile per capire cosa significa rimanere in Cristo, come rimanere in Cristo e come il frutto del rimanere in Cristo è avere una gioia sicura e completa.

Gesù è la vite e noi siamo i tralci. I tralci hanno vita e ricevono nutrimento solo se sono collegati alla vite. Se si separano dalla vite, si seccano e muoiono e vengono gettati nel fuoco. Se rimangono nella vite, rimangono vivi finché la vite rimane viva. Cristo sta dicendo: “Se volete avere la vera vita ed essere partecipi della vera gioia, della vera pace e della vera speranza, allora rimanete in me.” Dobbiamo ricordare che nel capitolo precedente (cioè Giovanni 14) Gesù dice ai suoi discepoli: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.”

Inoltre, questi insegnamenti di Cristo ci danno un’ulteriore comprensione dell’insegnamento di Giovanni sul mondo che abbiamo discusso due settimane fa. La chiesa vive nel mondo, ama il mondo e serve il mondo, ma non è del mondo. Non è del mondo perché rimane in una vite diversa da quella del mondo. Il mondo ci offre molte promesse riguardo alla vita e alla gioia. Il mondo offre molte “viti” nelle quali rimanere, promettendoci vita, gioia, felicità, e speranza. Queste “viti” promettono di salvarci dai problemi e dalle difficoltà della vita che ci appesantiscono. Giovanni ci dice in questa lettera che non dobbiamo fidarci del mondo. Il mondo non può offrire la vita che promette. Se rimani nel mondo non troverai vero riposo, ma solo più tribolazioni. Forse puoi trovare un riposo momentaneo, ma prima o poi si rivelerà un falso riposo, e peggio ancora, sarà presto sostituito dall’ansia e dalla paura. La gioia che offre è fugace e si asciuga rapidamente come la rugiada del mattino.

Non così con Cristo Gesù, che è “la via, la verità e la vita”. Egli è la vera vite e la sua vite non appassirà mai, il che significa che chi rimane in questa vite non appassirà mai. Sì, questo corpo di carne appassirà e morirà, ma coloro che rimangono in Cristo hanno la promessa della vita eterna e la promessa di nuovi corpi risorti che non sperimenteranno mai dolore e sofferenza e non periranno mai. Il mondo intorno a noi non può darci questo. Può prometterlo, ma non può mai mantenerlo. Per questo motivo Giovanni dice due volte in due versetti: “rimanete in Cristo”.

Allora, come rimaniamo in Cristo? Come rimaniamo nella vite e restiamo attaccati ad essa? Grazie a Dio la Bibbia risponde con chiarezza a queste domande. Le prime parole del Vangelo di Giovanni dicono: “Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio.” Dio è la Parola e in Cristo Gesù ci ha dato la sua Parola. Cioè, in Cristo Gesù la Parola, che è Dio, si è fatta carne e ha abitato in mezzo a noi. Attraverso la fede nella Parola noi rimaniamo nella Parola, che è Dio. Dio si è anche rivelato a noi attraverso la sua parola scritta, che è la Bibbia. Pertanto, rimaniamo in Dio mediante la fede nella Parola, che è la verità e che è Cristo Gesù, e mediante la lettura, lo studio e la pratica della parola di Dio, che è la Bibbia.

Inoltre, rimaniamo in Cristo rimanendo nel suo corpo, che è la chiesa. Nella chiesa ascoltiamo la parola di Dio insegnata e predicata e ne siamo trasformati, e nella chiesa siamo con altri che si fidano di Cristo e che rimangono nella vite. Nella chiesa abbiamo comunione e fraternità con altri che lottano con la loro fede, con le loro difficoltà e con il loro peccato, e troviamo conforto e incoraggiamento e rimaniamo nella vite insieme, ricevendo vita dal datore e creatore di ogni vita. Che privilegio rimanere in Cristo. Che gioia ci dà per questa vita. Non una gioia fugace, ma una gioia sicura e completa che non cambia con le circostanze della vita.

Nel versetto 28 Giovanni dice alla chiesa perché deve rimanere nella vite, che è Cristo. Egli dice: “rimanete in lui affinché, quando egli apparirà, possiamo avere fiducia e alla sua venuta non siamo costretti a ritirarci da lui, coperti di vergogna.” Cristo tornerà. La Bibbia è chiara su questo. Non conosciamo il giorno né l’ora, ma egli tornerà. Nel vangelo di Matteo, capitolo 24, leggiamo che Cristo verrà con grande potenza e gloria. Nel capitolo successivo, Matteo 25, leggiamo: “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono glorioso. E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri…”

Ecco perché Giovanni è così insistente nel dire che dobbiamo rimanere in Cristo. Quando rimaniamo in Cristo e siamo nella vite, siamo sempre pronti per il giorno del suo ritorno, un giorno che è sconosciuto a noi. Potrebbe essere domani, potrebbe essere tra mille anni. 2 Pietro 3:10 dice che il Signore verrà come un ladro. Dobbiamo essere pronti per quel giorno, e lo siamo — e rimaniamo tali — quando siamo nella vite. Quando verrà, Cristo separerà il suo popolo da coloro che non gli appartengono. Il suo popolo è composto da coloro che confidano in lui, lo confessano come Signore e rimangono nella vite, che è Cristo. Per questo in Giovanni 15 Cristo dice: “senza di me non potete far nulla.” Subito dopo dice: “Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano.”

Se non rimaniamo in Cristo non abbiamo alcuna speranza per il giorno del suo ritorno o per il giorno in cui moriremo e ci presenteremo davanti al nostro Creatore. In Cristo, invece, abbiamo certezza. In Cristo abbiamo fiducia. Senza Cristo cercheremo di ritirarci indietro nella vergogna e cercheremo di fuggire dalla sua presenza e dalla sua potenza e gloria. Ma non potremo farlo. Quindi, rimaniamo in lui affinché siamo pronti per ogni prova e ogni tribolazione e affinché siamo pronti per il nostro incontro con lui. Quel giorno verrà per tutti noi.

Siamo umiliati dalle parole di Malachia 3:2 che dicono: “Chi potrà rimanere in piedi quando egli apparirà?”

La risposta a questa domanda è: coloro che rimangono e dimorano in Cristo e sono in Cristo e sono nella vite avranno fiducia in quel giorno e potranno rimanere in piedi. Non per la loro potenza, forza o gloria, ma solo per la potenza, forza e gloria di Cristo Gesù, il Figlio di Dio, colui che ci salva dal nostro peccato affinché possiamo rimanere in lui. In lui abbiamo fiducia. È una fiducia sicura perché è in Cristo. Se la nostra fiducia è in noi stessi o in questo mondo, non è una fiducia sicura, ma ci lascia solo ansiosi e timorosi. Siamo ansiosi e timorosi perché fuori da Cristo restiamo condannati dai nostri peccati e morti nei nostri peccati. Ma nella vite siamo al sicuro e abbiamo vita, e perché siamo al sicuro abbiamo pace e gioia. È una gioia sicura e completa perché non ha nulla da temere, poiché è nella vite e rimane in Cristo.

Mi piacciono tanto le parole del predicatore inglese del XIX secolo Charles Spurgeon, quando commenta questi versi. Egli dice: “Aggrappatevi al Signore Gesù nella vostra debolezza, nella vostra incostanza, nel vostro nulla.” E poi cita Proverbi 30:26, un versetto che parla dei tassi: “I tassi sono un popolo non potente, eppure si fanno la casa nella roccia.” Siate come i tassi, dice Spurgeon. Dimorate nelle fenditure della Roccia dei secoli e non lasciate che nulla vi tenti a lasciare il vostro rifugio. Non siete un leone, capace di combattere i vostri nemici e liberarvi con la vostra forza. Siete solo un piccolo tasso, e sarete saggi a nascondervi invece di combattere. Poi torna a citare 1 Giovanni 2:28: “Figlioli, rimanete in Cristo.” Infatti, in questo mondo siamo tassi indifesi. Ma nella vite abbiamo una difesa sicura perché la nostra difesa è Cristo Gesù, colui che ha vinto la morte e il peccato. In Cristo allora anche noi abbiamo la vittoria sulla morte e sul peccatore. Che notizia meravigliosa!

Poiché siamo in Cristo, e poiché siamo vittoriosi sulla morte e sul peccato, e poiché abbiamo fiducia in Cristo, e poiché siamo un popolo gioioso perché la nostra gioia è nel Signore risorto, siamo anche un popolo di giustizia che pratica la giustizia. Il mondo in cui viviamo è pieno di ingiustizia. Anche coloro ai quali è affidato il compito di amministrare la giustizia non possono farlo in modo soddisfacente. Non lontano da qui si trova la Corte Suprema di Cassazione. È un luogo dove in teoria le ingiustizie vengono corrette e la giustizia viene amministrata. È il palazzo di giustizia. Ma qual è il soprannome di quell’edificio? Non è il palazzo di giustizia, ma il “palazzaccio.” L’esatto opposto della giustizia. Ha quel soprannome a causa della corruzione che caratterizza quell’edificio e ciò che avviene al suo interno. Che tragedia.

Ma non siamo abbattuti e non perdiamo la speranza. La chiesa non guarda al palazzo di giustizia per la vera giustizia. Sa che non può amministrarla come deve. Il mondo fa promesse che non può mantenere. La chiesa, invece, guarda al Signore del cielo e della terra che amministra perfettamente la giustizia e che è l’autore della giustizia. Le sue promesse sono vere ed affidabili e vengono sempre mantenute e la sua giustizia libera veramente. La giustizia di Dio viene amministrata per mezzo di Cristo Gesù. Mediante la sua morte sulla croce e la sua risurrezione dai morti, Cristo ha definito la giustizia e la libertà e ha liberato tutti coloro che credono in lui dal giudizio del peccato e dall’ira di Dio. Dio, il giusto giudice, dichiara innocenti coloro che sono nella vite, cioè coloro che sono nel suo Figlio, e condanna coloro che non sono nella vite. Essi vengono gettati via come il tralcio, si seccano, vengono raccolti e gettati nel fuoco.

Noi siamo la chiesa. Siamo il corpo di Cristo. Siamo nella vite. Siamo in Cristo e abbiamo fiducia in lui. Per sola grazia di Dio modelliamo ed esemplifichiamo per il mondo intorno a noi che cos’è la vera giustizia e proclamiamo e predichiamo la vera speranza e la vera giustizia che abbiamo in Cristo affinché il mondo possa conoscere e sperimentare la stessa speranza e salvezza che abbiamo noi, una speranza e salvezza che non si trova nel mondo. Perché ha speranza e salvezza, e perché conosce la vera giustizia in Cristo, la chiesa ha una gioia sicura e completa e desidera condividere questa gioia con il mondo.

Chiesa, rimaniamo in Cristo. Egli è la nostra speranza, la nostra certezza, la nostra salvezza e la nostra gioia.

In chi rimani tu? A quale vite cerchi di rimanere attaccato per ricevere nutrimento, speranza, gioia e vita? Qual è la tua fonte di fiducia per questa vita? Sei pronto per il giorno in cui il Signore ritornerà? Quel giorno sta arrivando. Che questa città e questo quartiere siano pronti per quel giorno. Che conoscano Cristo e la sua giustizia e rimangano in lui, affinché trovino la loro pace, il loro riposo e la loro gioia in Cristo, e affinché siano fiduciosi per il giorno del suo ritorno. A Dio sia tutta la gloria. Amen.


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