Giovanni 7:37-39 - Una dipendenza totale da Cristo
Predicatore: Philip Reid Karr IV
Oggi vogliamo continuare la nostra breve serie natalizia intitolata Il beneficio di Cristo: riscoprendo alcuni capisaldi della fede evangelica. È una serie che prende spunto da un libro del 500 scritto da due riformatori italiani che volevano evidenziare i benefici della morte e della risurrezione di Gesù Cristo per coloro che si fidano di lui per il perdono dei loro peccati e per la loro salvezza. Questo libriccino, che è radicato nella parola di Dio, dichiara che nella vita cristiana tutto dipende da Cristo, cioè abbiamo una dipendenza totale da colui che ci salva dalla condanna e dalla morte provocate dal peccato. Tutto dipende da Cristo.
Come abbiamo visto in queste settimane, per arrivare a questa convinzione, cioè che abbiamo una dipendenza totale da Cristo, dobbiamo prima avere una comprensione biblica del peccato. Il peccato è per forza un caposaldo della fede evangelica. Senza una comprensione sana e biblica del peccato, non si può arrivare ad una comprensione biblica della salvezza. Una dipendenza totale da Cristo dipende da una comprensione giusta del peccato.
Il messaggio di oggi prende spunto dal terzo capitolo di questo libro. Il capitolo è intitolato così: “Che la remissione dei peccati, e la giustificazione, e tutta la salute nostra dipende da Cristo.” Stamattina vogliamo approfondire un pochino questo capitolo, ma prima vogliamo radicare questo discorso nella parola di Dio, che è la fonte autorevole a cui tutti i riformatori si sono rivolti per formulare la loro teologia e riscoprire il vangelo ed i capisaldi della fede cristiana. Ci sono tantissimi brani nella Bibbia che potremmo leggere per sottolineare il fatto che tutto dipende da Cristo, ma stamattina leggeremo insieme un breve brano che troviamo nel vangelo di Giovanni capitolo 7, e che parla del fatto che la nostra sete, cioè questa sete dell’anima che ogni essere umano ha, e che cerca risposte alle domande più importanti e difficili della vita, che questa sete viene appagata in Cristo Gesù soltanto.
Leggiamo questo breve brano, poi approfondiremo questo caposaldo della fede evangelica, che tutto dipende da Cristo e che abbiamo una dipendenza totale da Gesù. Poi vogliamo evidenziare due punti specifici al riguardo. Il primo punto è che una dipendenza totale da Cristo fa gustare il bene a chi ha sentito il male. Cosa vuol dire? Lo vedremo fra poco. Il secondo punto è che una dipendenza totale da Cristo viene rivelata dalla dottrina della giustificazione. Cos’è la giustificazione? Lo vedremo. Leggiamo insieme il brano, poi approfondiremo insieme questi due punti che ci fanno capire cosa significa dipendere totalmente e completamente da Cristo. Giovanni 7:37-39:
Nell’ultimo giorno, il giorno più solenne della festa, Gesù stando in piedi esclamò: «Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno». Disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che avevano creduto in lui; lo Spirito, infatti, non era ancora stato dato, perché Gesù non era ancora glorificato.
“Se qualcuno ha sete, venga a me e beva.” Queste sono bellissime parole di speranza! Gesù dice una cosa molto simile nel capitolo precedente, cioè in Giovanni 6. Dice “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete.” Riguardanti queste parole di Gesù in Giovanni 7, gli autori di Il beneficio di Cristo dicono questo: “Ma il tutto consiste nel comprendere a fondo l’infermità e la miseria nostra, perché non gusta il bene chi non ha sentito il male. E perciò dice Cristo: ‘Se alcuno ha sete, venga a me e beva’, quasi voglia dire che, se l’uomo non si conosce peccatore e non ha la sete della giustizia, non può gustare quanto dolce sia questo nostro Gesù Cristo, quanto sia suave pensare e parlare di lui e imitare la sua santissima vita.”
Non si può gustare il bene se non si ha prima sentito il male. Cioè quando Cristo dichiara: “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva,” e quando dichiara “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete,” sta parlando a quelli che hanno sete e che hanno fame. Se non hai fame e se non hai sete, allora chiaramente non andrai a Cristo per dissetarti. Che senso avrebbe? Qui gli autori di Il beneficio di Cristo evidenziano ancora una volta il peccato e la necessità di capire la gravità del peccato e la condanna che il peccato provoca davanti al Signore. Una volta che avremo capito la gravità del nostro peccato, grazie all’opera dello Spirito Santo in noi per farci capire questo, allora saremo in grado di riconoscere la sete e la fame dell’anima nostra che devono essere in qualche maniera appagate.
Se però il peccato per noi non è niente di grave e se non ci pensiamo molto e se crediamo di essere delle persone abbastanza brave, a prescindere dalla nostra peccaminosità, allora non possiamo gustare veramente il bene e la dolcezza del vangelo perché non abbiamo sentito il male e il peso del nostro peccato. Le parole di Cristo, “venga a me chi ha sete e beva,” sono vuote, e quindi non possiamo gustare la dolcezza e la speranza di esse.
Come diciamo molto spesso, se per noi il nostro peccato è piccolo e insignificante, allora la croce di Cristo e ciò che ha fatto lì per noi saranno altresì piccoli e insignificanti. Ma se il peccato è grande e grave e devastante, allora la croce di Cristo e il vangelo saranno altresì grandi e gloriosi e lì alla croce di Cristo la nostra fame e la nostra sete saranno appagate e quest’idea di una dipendenza totale da Cristo sarà compresa e realizzata.
Ma chi non sente il male non può gustare il bene, cioè non può comprendere la bellezza della buona notizia di Cristo Gesù e il perdono dei nostri peccati e la salvezza e la speranza e la pace che abbiamo in lui e in lui soltanto. Soltanto in lui? Veramente? Sì, soltanto in lui. Ma perché? Chi lo dice? Perché è quello che dice la Bibbia, cioè la parola di Dio, con parole chiare. Atti 4:12 dice, “In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati.” In Giovanni 14:6 Gesù dice, “Io sono la via, la verità e la vita, nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.” Non è un messaggio molto popolare e molto accettato oggi, no? Ma è quello che dice la Bibbia quindi dobbiamo fare i conti con ciò che dice al riguardo.
A proposito, riflettiamo un attimo sul mondo e sulla cultura in cui tutti noi viviamo. È per forza una cultura molto religiosa e molto plasmata dalla presenza del Vaticano e dalla chiesa cattolica. La città è famosa in tutto il mondo per questo. Al momento ovunque andiamo ci imbattiamo in cantieri aperti mentre la città si prepara per il Giubileo, il cosiddetto anno santo della chiesa cattolica. Nel 2025 la città ospiterà milioni di pellegrinaggi che verrano qui per visitare la chiesa cattolica. Roma è per forza una città religiosa e la cultura è molto plasmata da questa realtà.
Quindi essendo una città religiosa, i suoi abitanti non hanno grossi problemi con il peccato e con il riconoscimento di essere peccatori e persone imperfette. La questione diventa, allora, se avesse capito la gravità del suo peccato. Riconoscere di essere peccatore è necessario, ma non basta. Dobbiamo anche capire la gravità dei nostri peccati, altrimenti non possiamo gustare la dolcezza del vangelo di Gesù Cristo e non andremo a lui per bere e per dissetarci.
Ciò detto, come vedi tu il peccato? È per te una cosa grave che ti condanna e che ti separa dal Signore? O forse il peccato per te non è un “big deal.” Forse il peccato è piuttosto piccolo e insignificante. Sei un peccatore sì, ma siamo tutti così e basta vivere una buona vita per stare bene e compiacere Dio.
Come rispondiamo a queste domande è molto importante e come dice la Bibbia ha a che fare con l’eternità. Sei pronto a stare davanti al Signore e a rendere conto della tua vita e del tuo peccato? Mentre siamo in vita e mentre siamo giovani - o abbastanza giovani - e mentre abbiamo la nostra salute non riflettiamo molto su questa domanda, ma è una domanda molto importante perché il domani non è mai garantito. Non è mai garantito.
E questo ci porta al secondo punto, cioè che una dipendenza totale da Gesù Cristo viene rivelata dalla dottrina della giustificazione. Ma cos’è questa dottrina della giustificazione? E perché è così importante?
Rispondiamo a queste domande con altre domande ancora, ma queste domande sono più chiare e più semplici. Le domande sono queste: Secondo te, agli occhi di Dio tu sei una persona giusta, o ingiusta? Come ti vede Dio? Cioè tu sei una persona innocente o colpevole agli occhi del Signore? E se tu pensi di essere una persona giusta agli occhi di Dio, perché pensi di essere così? E se pensi di essere una persona colpevole davanti a Dio, perché pensi di essere colpevole? E se pensi di essere colpevole, cosa pensi di fare per diventare innocente davanti a Dio? Come pensi di essere giustificato davanti a Dio? La dottrina della giustificazione ha a che fare con queste domande e come possiamo essere considerati innocenti e giustificati agli occhi di Dio.
Queste domande erano al cuore della riforma protestante. Come abbiamo notato due domeniche fa, da secoli Roma insegna che per natura siamo persone piuttosto giuste. Colpite e ferite dal peccato sì, ma non devastate dal peccato e non per natura persone prive di giustizia, no. E se per natura abbiamo in noi la giustizia, anche se è una quantità piccola di giustizia, allora vuol dire che siamo in grado di contribuire, almeno in parte, alla nostra salvezza. Cioè spetta a noi, in parte, diventare giusti agli occhi di Dio. Quindi sì, una dipendenza da Cristo ce l’abbiamo; ma una dipendenza totale? No.
Ma durante la Riforma protestante i riformatori hanno riportato alla luce la verità biblica che per natura non siamo persone piuttosto giuste e soltanto ferite dal peccato, ma siamo invece morti nei nostri peccati e quindi per natura siamo figli d’ira. Perché dicevano così i riformatori? Perché è esattamente quello che dice la Bibbia. Nella sua lettera agli Efesini, capitolo 2, Paolo scrive “eravate morti…nei vostri peccati” e eravate “per natura figli d’ira.” Ecco perché Paolo scrive ai Romani nel capitolo 3, “Non c’è nessun giusto, neppure uno. Non c’è nessuno che capisca, non c’è nessuno che cerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti. Non c’è nessuno che pratichi la bontà, no neppure uno.”
Questo vuol dire che per natura non abbiamo in noi la giustizia, cioè quella giustizia che ci porta ad una conoscenza salvifica di Gesù Cristo. Non stiamo dicendo che non abbiamo in noi nessun senso della giustizia. No. Siamo stati tutti creati ad immagine di Dio, quindi un senso della giustizia ce l’abbiamo ed è innata. Ma non stiamo parlando di questa giustizia perché questa giustizia non ci salva e non ci rende giusti davanti a Dio. Stiamo parlando della giustizia che ci porta ad una conoscenza salvifica di Gesù Cristo. Questa giustizia non è innata. Anzi, riceviamo questa giustizia solo quando ci fidiamo di Cristo Gesù per la nostra salvezza.
In quell’istante Dio mette in noi la giustizia di Cristo e ci dichiara innocenti - cioè ci dichiara giusti - e non più colpevoli e non più condannati dai nostri peccati. Ma non perché abbiamo in noi la giustizia salvifica, e non perché siamo persone abbastanza brave, e non perché viviamo delle vite buone, ma perché Cristo è perfettamente giusto e la sua giustizia diventa la nostra per mezzo della fede in lui. Questa è la buona notizia del vangelo. Questa è la dottrina della giustificazione. Ecco perché è così importante. Una dipendenza totale da Cristo viene rivelata per mezzo di questa dottrina.
E questa è una buonissima notizia perché vuol dire che la nostra salvezza non dipende da noi, ma dipende invece da Cristo Gesù e dalla fede in lui. Se dipendesse da noi, che speranza c’è? Che garanzia c’è della nostra salvezza? Come possiamo sapere se abbiamo fatto abbastanza o no per giustificarci davanti a Dio? Ma se tutto dipende da Cristo, allora abbiamo ogni speranza e abbiamo ogni garanzia, perché soltanto Cristo è perfettamente giusto e la sua giustizia diventa la nostra quando ci fidiamo di lui per la nostra salvezza. Così possiamo essere sicuri di essere giustificati davanti a Dio.
Ciò detto, facciamo di nuovo le domande di prima. Come ti vede il Signore? Giusto o ingiusto? Innocente, o colpevole? Se pensi di essere ingiusto e colpevole, come pensi di diventare giusto e innocente davanti a Dio? Se pensi di poter giustificarti e meritare in qualche maniera la tua salvezza, allora la Bibbia dice che rimani morto nei tuoi peccati, perché soltanto Gesù ci può salvare e soltanto Gesù può farci diventare giusti e innocenti agli occhi di Dio. Ma è comunissimo questo modo di pensare in questa cultura - cioè che possiamo in qualche maniera contribuire alla nostra salvezza e alla nostra giustizia - quindi dobbiamo esaminarci bene per capire come stiamo ragionando su tutto questo e come stiamo rispondendo a queste domande molto importanti.
Concludiamo con le parole del profeta Isaia che abbiamo letto prima e che profetizzano la nascita di Gesù. “Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace…La vergine sarà incinta e partorirà un figlio, al quale sarà posto il nome Emmanuele, che tradotto vuol dire, “Dio con noi.” Che bellissime parole!
Conosci tu Gesù? Cioè lo conosci veramente come viene presentato nella Bibbia, o conosci e piace il tuo concetto di Gesù, cioè un Gesù che non ti sfida mai e che ti permette di vivere la tua vita come vuoi, mai morendo a te stesso per vivere una vita più piena e più ricca? Hai capito la gravità del tuo peccato? Hai sentito il male, per poter gustare veramente il bene e la dolcezza del vangelo? Qual’è il tuo stato davanti a Dio? Sei giusto o ingiusto? Innocente o sei colpevole?
La nostra preghiera per te come chiesa mentre festeggiamo la nascita di Cristo è che tu possa capire veramente il motivo per cui Cristo è nato, cioè per renderci giusti agli occhi di Dio e perdonarci dai nostri peccati. Che bella notizia e che speranza abbiamo in Cristo! Ecco perché è nato, è morto, ed è risorto! Buon natale a tutti e che possiamo tutti avere una dipendenza totale da Cristo e dal vangelo!