Rut 1:19-22 - La provvidenza di Dio all'opera quando tutto sembra incerto
Predicatore: Philip Reid Karr IV
Iniziamo con una domanda. È una domanda molto semplice alla quale immagino che abbiamo tutti la stessa risposta. Ecco la domanda: A volte Dio sembra molto lontano e molto disinteressato a te e alla tua vita? Questa domanda è valida sia per la persona che si fida di Dio per la sua salvezza, sia per la persona che ha dei dubbi su Dio e sulla sua esistenza e che non si fida di Dio. A volte Dio può sembrare molto lontano e molto disinteressato e forse anche inesistente, no? Quindi credo che io possa dire con certezza che ognuno di noi risponderebbe con un enfatico "sì" alla domanda, “Dio a volte sembra lontano e disinteressato?” È un sentimento condiviso, no? Fa parte dell’esperienza umana.
Se ti fidi del Signore questo sentimento e questo dubbio mettono alla prova la tua fede e la tua comprensione di Dio, cioè del Dio della Bibbia. Ha anche la potenziale di creare una crisi di fede. E se non ti fidi del Signore forse questi pensieri e questi dubbi sulla vicinanza o la lontananza o l’interesse o il disinteresse di Dio nella tua vita vengono utilizzati per mantenere una certa distanza tra te e Dio, e giustifica per il mantenimento del controllo sulla propria vita.
Comunque, tutto ciò per dire che lottiamo tutti con questi dubbi. Lottiamo tutti con domande sull'interesse di Dio nella nostra vita. La buona notizia è che Dio ci ha dato la sua parola per rispondere a questi dubbi e a queste domande. E libri come Rut contengono risposte a queste domande che ci fanno capire chi è veramente il Dio della Bibbia e ci fanno capire quanto interessato è veramente alle nostre vite. La parola di Dio risponde con chiarezza alla domanda, “Ma la mia vita conta davvero?”
Il testo che abbiamo davanti a noi stamattina è un testo in cui possiamo tutti immedesimarci. Ha a che fare con quelle emozioni grezze umane che tutti noi conosciamo e sperimentiamo di tanto in tanto. Il testo che vogliamo approfondire oggi mette in evidenza Naomi, la suocera di Rut. Ma non troviamo una Naomi felice. Anzi, nei versetti di oggi vediamo una Naomi molto amareggiata, e come vedremo esprime liberamente la sua amarezza. Ma il punto di questo testo non è di deprimere tutti. Anzi, il punto di esso è di far capire che possiamo tutti identificarci con la parola di Dio. E come sempre il punto è di innalzare e di glorificare il Dio della Bibbia e far capire che lui è un Dio di provvidenza e che è sempre all’opera per compiere il suo piano provvidenziale di redenzione per il mondo. Questo testo ci fa capire che Dio opera anche quando sembra molto lontano.
Infatti questa è una delle verità che vogliamo evidenziare e approfondire oggi, cioè che la provvidenza di Dio è sempre all’opera, anche quando Dio sembra molto lontano e molto disinteressato e quando sembra che ci abbia dimenticato. Ma non è mai così. Dio è sempre all’opera per compiere il suo piano provvidenziale per noi, per la nostra città, e per il mondo. Poi un approfondimento di questa verità ci porta ad una seconda verità che vogliamo evidenziare stamattina. Cioè per mezzo dell’amarezza di Naomi vediamo che la provvidenza di Dio ci fa riflettere , o ci deve far riflettere - sulla sua grazia. L'amarezza di Naomi dovrebbe richiamare alla mente la grazia costante e persistente di Dio. Quindi queste sono le due verità che vogliamo approfondire per mezzo di questo brano: che la provvidenza di Dio opera quando Dio sembra molto lontano e molto disinteressato a noi, e opera per farci riflettere sulla sua grazia. Adesso leggiamo insieme il brano: Rut 1:19-22.
Parliamo di questa prima verità, che il piano provvidenziale di Dio per il mondo opera quando e soprattutto quando Dio sembra molto lontano e molto disinteressato a noi e alle nostre vite. Rut ci fa capire che è in quei momenti che Dio è all’opera per compiere il suo piano redentore per il mondo, un piano che comprende chiaramente il suo popolo. La vita di Naomi è un buonissimo esempio di questo. Nei versetti che abbiamo appena letto è ovvio che Naomi non riesce a vedere la mano del Signore all’opera per mezzo delle tragedie che ha vissuto, con la morte di suo marito e dei suoi figli. È molto amara. “Non mi chiamate Naomi” dice a coloro che la conoscevano prima che andasse a Moab. “Chiamatemi Mara, poiché l’Onnipotente m’ha riempita d’amarezza. Io partii nell’abbondanza e il Signore mi riconduce spoglia di tutto. Perché chiamarmi Naomi, quando il Signore ha testimoniato contro di me e l’Onnipotente mi ha resa infelice?”
Naomi è tornata a Betlemme ma è molto amareggiata. Non riesce per niente a vedere la mano del Signore all’opera. Riconosce che il Signore è all’opera, ma vede soltanto una mano pesante che agisce per spogliarla di tutto. È partita nell’abbondanza ma è tornata a Betlemme spoglia di tutto. Poi c’è Rut, poverina! Sta lì mentre Naomi si lamenta del fatto che non ha proprio niente. Dev’essere stato difficile. Ha lasciato tutto, perfino i suoi genitori, per andare con Naomi a Betlemme, ma adesso Naomi (oppure Mara) dice che non ha niente e che è tornata spoglia di tutto.
È chiaro che Naomi fa molto fatica a vedere la mano di Dio all’opera nella sua vita. Il governo provvidenziale di Dio sul cosmo sembra molto lontano dai pensieri e dalle riflessioni di Naomi. Per lei la mano di Dio è contro di lei, non all’opera per fare cose straordinarie e per compiere il suo piano di redenzione per il mondo. No di certo! Il Signore non sta riempiendo Naomi di gioia e di contentezza e di pace, ma d’amarezza. Certo, sappiamo che non è Dio che sta facendo questo, ma è Naomi che fa molto fatica a fidarsi della bontà del Signore, e invece di esprimere la sua fiducia in Dio mentre sta sperimentando dei dolori molto profondi, esprime la sua amarezza e incolpa Dio per essa. Naomi si sta lamentando tantissimo, e questo va bene perché Dio non proibisce per niente il lamento, ma il suo lamento non la porta a lodare Dio. Non si lamenta per la gloria di Dio, ma diventa invece sempre più amareggiata.
Allora, umanamente parlando possiamo tutti capire l’amarezza di Naomi, e forse abbiamo sperimentato o stiamo sperimentando adesso un’amarezza simile. Forse abbiamo esperienze personali con tragedie simili a quelle vissute da Naomi, o forse stiamo lottando con l’amarezza nei confronti di Dio per altri motivi. Il punto è che possiamo tutti immedesimarci nei sentimenti di Naomi e nella sua amarezza e nella sua difficoltà di vedere la mano di Dio all’opera nella sua vita. Sicuramente conosciamo tutti questo sentimento, cioè che Dio non ci è vicino, ma è molto lontano. A volte sembra che Dio sia anche contro di noi. Questi momenti sono difficili e mettono alla prova la nostra fede e la nostra conoscenza di Dio.
Ma ciò che Rut ci fa capire è che a prescindere dall’amarezza di Naomi, e a prescindere dal fatto che non riesce a fidarsi della bontà di Dio in questo momento pesante e difficile nella sua vita, e a prescindere dal fatto che Dio sembra molto lontano da lei, Dio è infatti all’opera per fare cose grandi. Dio non si è dimenticato di Naomi. Dio non è lontano. Dio non è disinteressato alla sua vita e alle sue afflizioni. Dio non è contro Naomi. Dio, invece, è all’opera per mezzo di Naomi e per mezzo di questa storia in maniera provvidenziale per redimere il mondo. Anche se sembra lontano, Dio è vicino e Dio è molto coinvolto in ogni dettaglio di questa storia.
Questa è una delle verità più difficili della vita cristiana, cioè credere veramente che Dio sia all’opera per mezzo delle tragedie e delle afflizioni e delle difficoltà nelle nostre vite. Dio non sembra vicino in quei momenti, ma sembra molto lontano e molto disinteressato alle nostre vite e alle nostre afflizioni. Ma la Bibbia afferma più volte che Dio è sempre vicino al suo popolo ed è sempre interessato ad ogni dettaglio ed è sempre all’opera per compiere il suo piano di redenzione per il mondo. La Bibbia è piena di storie che affermano queste verità. Oltre a Naomi pensiamo a Giobbe e pensiamo al libro delle Lamentazioni, e pensiamo alla croce di Gesù Cristo. Le sofferenze e le afflizioni riempiono le pagine della Bibbia, e ci fanno sempre capire che Dio è vicino al suo popolo ed è sempre all’opera in maniera provvidenziale per fare cose grandi e stupende, anche quando e soprattutto quando noi facciamo molto fatica a vedere la sua mano all’opera.
In quei momenti di difficoltà e di afflizioni la Bibbia ci dà una garanzia che Dio non abbandona mai il suo popolo e che non è mai lontano e non è mai disinteressato a coloro che ha redento. Ma Naomi non si è ricordata di questa verità, ma è diventata sempre più amareggiata. La chiesa non deve fare così e non deve imitare Naomi in questo. Deve invece invocare le promesse di Dio. Nei momenti di afflizioni Satana ci assale con dei dubbi e con delle bugie, minando le verità e le promesse e le garanzie che la parola di Dio ci dà. Qual’è questa garanzia di cui stiamo parlando? Perché il popolo di Dio non deve mai dubitare della bontà e della vicinanza del Signore? Perché non deve diventare amareggiato come Naomi?
Per rispondere a queste domande basta guardare alla croce di Gesù Cristo. Con la sua morte e con la sua risurrezione dalla morte, e per mezzo della fede in lui per la salvezza e per la redenzione, riceviamo il sigillo dello Spirito Santo, e questo sigillo ci garantisce che Dio ci è sempre vicino e che non ci abbandona mai. È garanzia dell’opera di Dio in noi per compiere il suo piano per la nostra vita. Ascoltate ciò che Paolo scrive agli Efesini di questa garanzia. Nel primo capitolo scrive:
“In lui (cioè in Cristo Gesù) voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria.” Che bellissima notizia! Che garanzia abbiamo in Cristo e nello Spirito Santo. Coloro che si fidano di Cristo non devono credere le bugie di Satana, perché hanno il sigillo dello Spirito Santo. Possono essere sicuri che Dio è sempre all’opera nelle loro vite, anche quando si trovano in mezzo alle afflizioni e anche quando Dio sembra lontano. Ma non è mai lontano, è sempre vicino al suo popolo per mezzo dello Spirito Santo che dona a coloro che si fidano di suo figlio unigenito Gesù Cristo per la loro salvezza e per la loro redenzione.
Ma se non conosci Cristo come Signore e Salvatore, allora non hai ancora il sigillo dello Spirito Santo e questa garanzia della vicinanza del Signore non c’è. Non c’è perché non ti fidi di Cristo per il perdono dei tuoi peccati, e invece di fidarti di Cristo ti stai fidando di te stesso o di qualcun altro o di qualcos’altra per la tua redenzione, ma queste persone o queste cose non ti possono mai redimere e non ti possono mai garantire ciò che il Signore soltanto è in grado di garantire. Quindi chi è il Dio della Bibbia per te e che tipo di rapporto hai con lui. È la tua vita sigillata dallo Spirito Santo? Come affronti le tragedie e le afflizioni nella tua vita? Con amarezza e confusione, o con pace e serenità? Sono domande importanti su cui dobbiamo tutti riflettere.
Ci rivolgiamo adesso alla seconda verità che vogliamo evidenziare con questo brano: La provvidenza di Dio opera per farci riflettere sulla sua grazia. Questa è una verità molto importante per la vita cristiana. Naomi è venuta meno a riflettere sulla grazia di Dio quando si è trovata in mezzo alle afflizioni. Va bene il lamento, ma il lamento non ci deve rendere amareggiati, ma ci deve spingere a riflettere sulla grazia di Dio che è sempre presente, anche quando e soprattutto quando Dio e la sua grazia sembrano molto lontani. La grazia di Dio è vista nella sua provvidenza e nello scopo redentore di essa. Naomi doveva riflettere sulla storia del suo popolo per capire che Dio non abbandona mai il suo popolo e che la sua grazia è sempre presente ed è sempre all’opera, anche quando sembra tutto al contrario.
Ad esempio, un buon promemoria della grazia di Dio nei confronti del suo popolo nei tempi di Naomi era il Giubileo. Il Giubileo era un promemoria frequente della provvidenza di Dio e del fatto che il Dio d’Israele fosse un Dio di grazia e di misericordia nei confronti del suo popolo. Era un promemoria della redenzione di Dio, cioè che il Dio d’Israele fosse un Dio che riscatta e che libera e che dà riposo al suo popolo. Il Dio d’Israele è il Dio che ha liberato il suo popolo dalla schiavitù in Egitto con potenza. Ma non c’è nessuna indicazione che Naomi abbia riflettuto sulla storia del suo popolo o sulla grazia di Dio sempre presente nella storia del suo popolo. Invece di riflettere sulla grazia di Dio e sulla sua bontà per essere incoraggiata e per sostenerla in questo periodo molto difficile, si è riempita di amarezza.
La chiesa di oggi ha tanto da imparare da Naomi. Quando ci troviamo in mezzo alle difficoltà e in mezzo alle afflizioni, e quando stiamo soffrendo, non dobbiamo essere riempiti di amarezza, ma dobbiamo ricordarci che Dio è all’opera, e le nostre circostanze - sia se buone sia se pesanti - fanno parte del suo piano provvidenziale per noi e per il mondo. Dio è all’opera in maniera provvidenziale per compiere il suo piano cosmico di redenzione per il mondo, e il suo popolo fa parte di questo piano. E quando siamo appesantiti dalle afflizioni e dalle sofferenze, dobbiamo riflettere sulla grazia di Dio che abbiamo in Cristo Gesù, colui che sulla croce ha sofferto tantissimo per noi, fino alla morte, affinché potessimo essere redenti e salvati dai nostri peccati e affinché potessimo ricevere il sigillo dello Spirito Santo. Che Dio è il Dio della Bibbia! Che salvezza abbiamo in Cristo. Che dono e che garanzia abbiamo nello Spirito Santo.
Vedi come la vita in Cristo, sigillata dallo Spirito Santo, plasma la risposta alla domanda, “Ma la mia vita conta davvero?” Tale vita fa parte del piano cosmico di Dio di redenzione per il mondo. Che bella notizia! Che speranza abbiamo nel Dio trino della Bibbia.
Concludiamo con queste bellissime parole che leggiamo nella lettera agli Ebrei, capitolo 4: “Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” Che bellissime parole. Che bei ricordi della provvidenza di Dio che opera anche quando sembra lontano, e che opera per farci riflettere sulla sua grazia redentrice.