Rut 1:1-5 - La provvidenza di Dio all’opera nelle tragedie e nella solitudine
Predicatore: Philip Reid Karr IV
Una delle sfide più grandi della vita cristiana è credere che Dio sia sempre all'opera, soprattutto quando viviamo e osserviamo quelle che sembrano tragedie senza fine. È anche difficile credere che Dio sia all’opera attraverso la banalità degli eventi apparentemente insignificanti della vita. Vogliamo credere che Dio c'è e che non si è dimenticato di noi, che è interessato a noi, che ci ama, che è personale e che ha un piano per la nostra vita. Ma non è facile e mette costantemente alla prova la nostra fede. Ci porta a lottare con domande come: "Che cosa significa veramente che Dio è sovrano e che governa in modo provvidenziale?" "Come può la tragedia far parte del piano provvidenziale di Dio?" “Come può la solitudine far parte del piano provvidenziale di Dio? Che senso ha?” "Io non sono nessuno. Sono estremamente ordinario. La mia vita ha davvero importanza? Faccio davvero parte del grande piano cosmico di Dio? Voglio crederci, ma faccio molto fatica."
Il modo in cui pensiamo e rispondiamo a queste domande ha implicazioni enormi sul modo in cui viviamo la vita ogni giorno e pensiamo al nostro posto nel piano provvidenziale di Dio per il mondo. Ha un impatto sul modo in cui comprendiamo cosa significa essere l'aroma di Cristo ogni giorno e in ogni situazione. Ha anche un impatto sul modo in cui serviamo la chiesa e comprendiamo il nostro ruolo in essa. Impedisce o accresce la nostra santificazione e la nostra comprensione di chi è Dio e di chi siamo noi alla luce della Sua Parola.
Oggi iniziamo una nuova serie di predicazioni sul libro di Rut. La serie è intitolata “La mia vita conta davvero? La provvidenza di Dio nel libro di Rut.” Rut é un breve libro che consiste di quattro capitoli, ma è ricchissimo di teologia e di insegnamenti su Dio. Inoltre Rut fornisce risposte alle domande con cui il popolo di Dio e il mondo spesso lottano, tipo “La mia vita conta davvero?” È una storia che mette in evidenza il Dio della Bibbia che opera in modo provvidenziale per realizzare la sua volontà e il suo piano di redenzione per il mondo. È un libro che innalza il Dio della Bibbia che sta sempre all’opera per fare cose straordinarie attraverso persone molto ordinarie che fanno cose normali mentre affrontano le tragedie e le difficoltà e la solitudine della vita. Rut si tratta di un Dio fedele e alleato che si prende cura del suo popolo mentre loro si prendono cura gli uni degli altri.
Rut si tratta della provvidenza di Dio. La provvidenza di Dio mostrata in Rut è importante perché protegge la chiesa dalle tendenze deistiche prevalenti nella nostra cultura che crede in Dio, ma che separa Dio dalle attività della vita quotidiana. Dio c'è, ma è lontano e non è interessato alla vita quotidiana ordinaria. È presente, ma non è tanto personale. Inoltre, la provvidenza di Dio protegge la chiesa dalla convinzione molto comune e molto presente che l'universo sia in definitiva un incidente del caso e che le nostre vite siano nelle mani del destino e del fato cieco. Rut mostra il Dio della Bibbia che è amorevole e personale, infinito e santo, creatore e redentore, sostenitore e dominatore. Rut ci ricorda che Dio c'è, si preoccupa, governa e provvede.
"La mia vita conta davvero?" Il libro di Rut risponde con un sonoro ‘sì’ a questa domanda. Ma sfida anche la comprensione del mondo su cosa significhi avere una vita che conta. Lontano dal significato individualistico e materialistico della vita offerta e promossa dal mondo, Rut lo colloca nel contesto di un popolo, di uno scopo e di un Dio cosmico che opera attraverso persone ordinarie e peccatrici per realizzare il suo grande piano provvidenziale di redenzione. Essere parte di questo popolo e di questo piano, sotto il governo provvidenziale di questo Dio, dà un significato vero ed eterno alla vita.
Prima di leggere i primi versi di questo libro è giusto all’inizio di questa serie che è focalizzata sulla provvidenza di Dio chiarire la differenza tra la sovranità di Dio e la provvidenza di Dio. Sono due bellissime caratteristiche di Dio e sono molto simili, ma sono anche diverse. Molto brevemente, quando parliamo della sovranità di Dio, stiamo parlando del fatto che Dio ha il diritto e il potere di fare ciò che vuole. Dio è sovrano vuol dire che Dio è onnipotente. Sia fatta sempre la sua volontà. È sovrano su ogni cosa.
Quando invece parliamo della provvidenza di Dio stiamo parlando del fatto che Dio, nella sua onnipotenza, agisce sempre con uno scopo chiaro. La sovranità di Dio è sempre mirata. È sempre intenzionale. Il suo potere non viene abusato e non è random. Dio è sovrano e la sua sovranità è provvidenziale perché ha sempre uno scopo redentore, e il popolo di Dio fa parte di questo piano provvidenziale di redenzione. La Chiesa ha il privilegio di rispondere alla domanda “La mia vita è davvero importante?” nel quadro della sovranità e della provvidenza di Dio.
Leggiamo adesso i primi 5 versetti del primo capitolo di Rut. Succede tanto in questi pochi versetti che mettono in evidenza la provvidenza di Dio e che ci ricordano del fatto che Dio è sempre all’opera, anche quando, e soprattutto quando, è difficile credere che sia all’opera. In questi 5 versi emergono due verità della provvidenza di Dio che vogliamo sottolineare. La prima verità è che la provvidenza di Dio non può fallire. È una verità semplice, ma anche molto bella. La provvidenza di Dio, cioè i piani di Dio, non possono fallire e non possono essere fermati. Questa è una verità molto importante alla luce del fatto che la natura della provvidenza di Dio è redentrice. Quindi in altre parole la redenzione di Dio non può fallire.
La seconda verità è molto legata alla prima. Cioè la seconda verità è che la provvidenza di Dio è sempre all’opera, anche e soprattutto nelle tragedie e nella solitudine. Il suo piano provvidenziale va avanti sempre e redime sempre. La provvidenza di Dio non fallisce, ed è sempre all’opera, anche nelle tragedie nella solitudine. Adesso leggiamo i primi 5 versi di Rut 1, poi approfondiremo insieme queste verità.
Lettura del brano: Rut 1:1-5
Il libro di Rut è molto bello. Ma non ha un bell’inizio. I primi versetti sono pieni di tragedie. Non sappiamo chi ha scritto questo libro, e non sappiamo con precisione quando è stato scritto. Ma quello che sappiamo con certezza è che gli eventi che vengono raccontati in questo libro si tengono al tempo dei giudici. Vediamo questo nel primo verso. Questo è molto significativo perché colloca questo libro in un periodo della storia del popolo di Dio quando, come leggiamo nel libro dei Giudici, “non c’era re in Israele e ognuno faceva quello che gli pareva meglio.”
Infatti queste sono le ultime parole del libro dei Giudici. Conclude così. I tempi dei Giudici non erano bei tempi per il popolo di Dio. Rappresenta un periodo lungo (stiamo parlando di all’incirca 300-400 anni) in cui il popolo di Dio disobbediva sempre ai suoi comandamenti e veniva punito sempre per la sua disobbedienza. Fu un periodo pieno di violenza, idolatria, depravazione morale e guerra civile. I tempi dei Giudici vengono dopo Deuteronomio nella Bibbia, e quindi dobbiamo leggere Giudici, e anche Rut, tenendo presente Deuteronomio. Perché? Perché lì Dio fa capire agli Israeliti esattamente ciò che succederà se obbediscono a lui e ciò che succederà se disobbediscono a lui.
In Deuteronomio 28, ad esempio, leggiamo questo: “Ora, se tu ubbidisci diligentemente alla voce del Signore tuo Dio, avendo cura di mettere in pratica tutti i suoi comandamenti che oggi ti do, il Signore, il tuo Dio, ti metterà al di sopra di tutte le nazioni della terra…Sarai benedetto nella città e sarai benedetto nella campagna. Benedetto sarà il frutto del tuo seno, il frutto della terra e il frutto del tuo bestiame…” Poi alla conclusione dello stesso capitolo leggiamo questo, “Ma se non ubbidisci alla voce del Signore tuo Dio, se non hai cura di mettere in pratica tutti i suoi comandamenti e tutte le sue leggi…avverà che tutte queste maledizioni verranno su di te e si compiranno per te: sarai maledetto nella città e sarai maledetto nella campagna. Maledetti saranno il tuo paniere e la tua madia. Maledetto sarà il frutto del tuo seno, il frutto della terra; maledetti i parti delle tue vacche e delle tue pecore.”
Dio era chiarissimo con il suo popolo. E cosa leggiamo all’inizio del libro di Rut? “Ci fu nel paese una carestia.” A Betlemme, cioè nella “casa del pane”, che faceva parte della terra promessa, ci fu una carestia. Quindi Rut ci fa capire subito che non erano tempi belli per gli Israeliti perché disobbedivono ai comandamenti di Dio e si rivolgevano ad altri dei. Erano maledetti nella campagna. Il loro paniere e la loro madia erano vuoti e maledetti. Poi c’è questa famiglia che decide di andare via da Betlemme, cioè decide di lasciare la terra promessa ed andare a Moab. L’uomo si chiama Elimelec, che vuol dire “Dio è Re.” Ma Elimelec non viveva in maniera corrispondente con il significato del suo nome. Invece di avvicinarsi al suo Re, si allontana da Dio, e porta sua moglie ei suoi figli con lui. Oggi se uno si trasferisce da Roma a Milano perché a Milano ci sono più possibilità di lavoro, è normale e comprensibile. Ma all’epoca di Rut, non andava bene allontanarsi dalla terra promessa. Era un segno di una mancanza di fiducia nel Signore e nelle sue promesse e era una forma di disobbedienza.
E purtroppo vediamo il risultato di questa ribellione. Elimelec muore, e poi i suoi due figli muoiono. Rimane sua moglie Naomi e le sue due nuore, che sono senza figli. Non dobbiamo perdere questo dettaglio. Ci ricordiamo delle parole che leggiamo in Deuteronomio, “se non ubbidisci alla voce del Signore tuo Dio…maledetto sarà il frutto del tuo seno.” Rut e Orpa non potevano concepire. L’autore non vuole che perdiamo questo dettaglio. Il contesto del libro di Rut è il popolo di Dio che sta vivendo in completa disobbedienza nei suoi confronti, e vediamo le conseguenze di tale disobbedienza. Dio sta mantenendo la sua parola.
È un inizio tragico al libro. C’è tanta sofferenza e c’è tanta solitudine e c’è tanta confusione. Dove sta Dio in tutto questo? Mettiamoci ad esempio nei panni di Naomi. Cosa sta pensando lei alla fine del versetto 5? Senza dubbio lottava con le stesse domande con cui tanti di noi lottano ancora oggi e con cui una stragrande maggioranza del mondo lotta. "Che cosa significa veramente che Dio è sovrano e che governa in modo provvidenziale?" Dio c’è? Se sì, com’è possibile che permette che tutto questo succede a me?” “Che senso ha?” "Io non sono nessuno. Ho perso tutto. Non ho niente. Sono sola. Sono estremamente ordinaria e sono una persona rotta. La mia vita ha davvero importanza? Faccio davvero parte del grande piano cosmico di Dio? Voglio crederci, ma faccio molto fatica e ho dei forti dubbi su tutto questo. Sembra invece che Dio mi abbia completamente abbandonato."
Ma quello che vediamo nel libro di Rut con tantissima chiarezza è che Dio non smette mai di essere all’opera. Il suo piano provvidenziale per il mondo va sempre avanti e non può fallire. Inoltre, è anche all’opera nelle tragedie e nella solitudine. Dio è sovrano su tutto sì, ma è anche provvidenziale, cioè ha un piano redentore per il mondo che non può fallire e che è all’opera anche nelle tragedie e nella solitudine. Cosa avrebbe detto Naomi se qualcuno, qui alla fine del versetto 5, dovesse dire a lei, “Guarda Naomi, sai che Dio è all’opera per mezzo di tutte queste tragedie e per mezzo della tua solitudine per compiere il suo piano cosmico di redenzione per tutto il mondo?” Lei gli avrebbe riso in faccia e sicuramente non gli avrebbe creduto.
Ma gloria a Dio Rut (come vedremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi) ci fa capire che Dio era all’opera per mezzo di tutte queste tragedie per compiere il suo piano cosmico di redenzione per il mondo. La disobbedienza di Elimelec nel lasciare la terra promessa non poteva fermare il piano provvidenziale di Dio. Il suo piano non può fallire. La morte di Elimelec e le morti di Malon e Chilion non potevano fermare il piano redentore di Dio per il mondo. Alla fine del versetto 5 Naomi è completamente sola (a questo punto si aspetta che Rut e Orpa saranno andate via), ma Dio è all’opera per redimere il mondo. Dio è all’opera per redimere il mondo per mezzo del suo unigenito figlio, Gesù Cristo, il messia promesso. Incredibile. Che grande è il Dio della Bibbia. Che bello il suo piano redentore per il mondo. Che bella la sua provvidenza.
Vedi come questa realtà plasma e cambia anche come rispondiamo alla domanda “La mia vita conta davvero?” Il popolo di Dio è un popolo redento che fa parte di un piano di redenzione. È un piano provvidenziale e cosmico, e ogni singola persona che fa parte di questo popolo, per mezzo della fede in Cristo Gesù, fa parte di questo piano redentore. Dio è sempre all’opera, anche per mezzo delle tragedie e della solitudine, quando è molto difficile vedere la sua mano all’opera. La sua provvidenza non può fallire. Gloria a Dio per questo. Rut ci fa capire che Dio non è un Dio che crea e che poi si disinteressa della sua creazione. Non rimane lontano. Non siamo nelle mani del destino e del fatto cieco. Siamo nelle mani di un Dio sovrano e siamo nelle mani della provvidenza di Dio, una provvidenza redentrice.
Stai affrontando difficoltà nella tua vita? Combatti contro la solitudine? Dio sembra lontano? Se sì, vogliamo pregare per te come chiesa e ti vogliamo stare vicini, e sappi che Dio è sempre all’opera, anche nelle tragedie e nelle difficoltà e nella solitudine. È all’opera per compiere il suo piano redentore per il mondo, e tu fai parte di questo piano! Noi facciamo parte di questo piano. La chiesa è parte integrante di questo piano. Che bella notizia! Fai parte di questo piano e fai parte del popolo di Dio se ti fidi di Cristo Gesù come Signore e Salvatore della tua vita. La fede in Cristo, cioè la fede nel Redentore, ci dà una nuova vita e una nuova identità e un nuovo scopo per la vita. Ci dà anche una speranza eterna per la vita, non una speranza per questa vita soltanto. Non rende la vita facile. Non elimina le tragedie e la solitudine, ma aiuta tantissimo. Adesso c’è un popolo e una chiesa che ti stanno vicini.
Ecco cosa significa avere una vita che conta davvero. È una vita che fa parte del piano redentore, cosmico, e provvidenziale di Dio. È una vita che glorifica non sé, ma il Dio Creatore, sovrano e provvidenziale dell’universo. È una vita che glorifica il Dio che si è umiliato e che si è diventato uomo per redimere il suo popolo e salvarlo dalla condanna dei suoi peccati. Questo è il Dio provvidenziale della Bibbia. Questo è il Dio che vogliamo conoscere meglio attraverso questo studio di Rut. Conosci tu questo Dio? Conosci il suo amore redentore? Hai capito cosa significa lodare un Dio di provvidenza e appartenere al suo popolo e alla sua chiesa? Che possiamo tutti conoscere questo Dio, e a lui sia ogni gloria.