Genesi 3 - La radice di ogni ira

 

Predicatore: Reid Karr

Oggi iniziamo una nuova serie di predicazioni, intitolata Sottomettendo l'ira al vangelo. Alza la mano se non ti sei mai arrabbiato in vita tua? Nessuno? Ci siamo tutti arrabbiati? La rabbia è una cosa contro cui tutti noi combattiamo tutti i giorni? Ma certo. Purtroppo l'ira fa parte delle nostre vite ed è molto presente nel mondo. L'ira è molto potente ed è capace di fare del male devastante e spesso distrugge relazioni e matrimoni. L'ira è un male molto potente. Io mi arrabbio troppo. Combatto molto contro l'ira. Non mi piace e magari non fosse così, ma è una lotta continua. Faccio delle cose e dico delle cose che feriscono, e questo non va bene.

Ci arrabbiamo tutti. Non prendiamo sul serio la persona che dice che non si arrabbia mai. Ci arrabbiamo tutti. Ma la domanda che ci lascia perplessi - ed è la domanda a cui vogliamo rispondere in queste settimane - è: Ma perché ci arrabbiamo? Cosa c'è alla radice della nostra ira? In quel momento in cui sento l'ira che inizia a bollire dentro di me e poi quando mi vince e esplodo d'ira, voglio sapere da dove viene e perché ha prevalso su di me. Perché questa lotta continua contra l'ira e perché non finisce mai? Cosa si può fare per combattere l'ira? È forse una causa persa? 

Quello che vedremo oggi - e in queste settimane - è che grazie a Dio e grazie alla sua parola, non è una causa persa. Non è una causa persa se la nostra ira viene sottomessa al vangelo di Gesù Cristo. La sottomissione al Dio trino della Bibbia trasforma in maniera radicale la vita, e quindi anche l'ira, e ci fa capire perché ci arrabbiamo e cosa c'è alla radice dell'ira. Inoltre, vedremo che quando la radice della rabbia viene sottomessa al vangelo, rimettiamo il Signore sul trono della vita e ci fidiamo dell'onniscienza di Dio. Ma cosa intendiamo esattamente? Bella domanda. Leggiamo Genesi 3 adesso, e poi approfondiremo questi due punti: Sottomettendo la radice di ogni ira al vangelo, rimettiamo il Signore sul trono della vita e ci fidiamo dell'onniscienza di Dio, cose che cambiano in maniera radicale la vita, la rabbia per forza compresa.

Quando pensiamo al messaggio centrale della Bibbia nel suo insieme, questo è uno dei capitoli più importanti e significativi di tutti. Questo perché racconta il momento in cui il peccato entra nel mondo e nella storia e porta con sé la morte, sia la morte fisica, sia la morte spirituale. Come diciamo ogni domenica, per capire bene la buona notizia della Bibbia, cioè il vangelo, dobbiamo prima capire la gravità del peccato. E per gli scopi di questa serie di predicazioni, se vogliamo capire bene la nostra ira e da dove viene, e se vogliamo sottometterla al vangelo, allora dobbiamo capire il peccato, perché il peccato è alla radice di ogni ira. È la fonte di essa. È da dove scaturisce ogni rabbia.

Nei primi due capitoli della Bibbia vediamo che Dio crea i cieli e la terra. Crea il sole, la luna e le stelle, e tutti gli animali e tutta la vegetazione. Nel secondo capitolo leggiamo che Dio crea l'uomo a sua immagine e dà a lui il compito di dominare su tutto il suo creato. Leggiamo anche che Dio mette l'uomo nel giardino d'Eden per lavorarlo e custodirlo.

Poi Dio dà quest'ordine all'uomo, che vediamo in Genesi 2: "Mangia pure da ogni albero del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare, perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai." Dopodiché, il Signore dice: "non è bene che l'uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui," e il Signore crea la prima donna. L'uomo si chiama Adamo, e la donna Eva.

Questa è la situazione quando ci troviamo in Genesi 3. Adamo ed Eva stanno nel giardino d'Eden e lo custodiscono. Non c'è ancora il peccato, quindi il giardino è un paradiso. Essendo portatori dell'immagine di Dio, Adamo ed Eva devono glorificare Dio e spandere la sua gloria su tutta la terra. Devono allora far crescere il giardino, e con la crescita del giardino spande anche la gloria di Dio. Però, in Genesi 3 vediamo che tutto va storto e Adamo ed Eva dimostrano di non essere portatori affidabili dell'immagine e della gloria di Dio. Credono alla bugia del serpente e tradiscono il Signore, il loro creatore.

Che cos'è la bugia a cui credono? Che potessero essere come Dio, uguale e lui e avendo la conoscenza del bene e del male. Quindi invece di fidarsi di Dio, obbedire ai suoi comandamenti, e sottomettersi alla sua volontà e alla sua autorità, volevano essere come lui e quindi volevano prendere il posto del Signore e volevano mettersi sul trono della vita, sostituendo il Signore e il posto dovuto a lui. 

Adamo ed Eva avevano tutto. Il giardino d'Eden era un paradiso e lo custodivano. È solo che non potevano mangiare dall'albero della conoscenza del bene e del male. Ma invece di sottomettersi a questo comandamento di Dio ed essere portatori fedeli e affidabili della sua immagine, e invece di espandere la gloria di Dio e far crescere il suo regno, volevano essere come Dio e uguale a lui, e volevano espandere la loro gloria, e non quella del Signore. Questo è il momento più tragico della Bibbia. E ancora oggi ognuno di noi sta ancora pagando il prezzo di questo peccato. Come dice Paolo ai Romani, "per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato…"

È da questo peccato che nasce ogni ira. Questo desiderio di essere uguale a Dio e prendere il suo posto sul trono della vita, è alla radice di ogni rabbia. Ognuno di noi si comporta esattamente come Adamo. Invece di essere portatori dell'immagine di Dio, per natura vogliamo essere portatori della nostra immagine. Invece di sottometterci a Dio e alla sua volontà, per natura vogliamo sottometterci alla nostra volontà ed ai nostri desideri. Invece di mettere Dio sul trono della nostra vita, manteniamo noi questo posto e non lo cediamo a nessuno. In questo regno io sono il re. E guai alla persona che pensa di sfidare o minacciare il mio regno e il mio dominio. Dovrà subire la mia ira se pensa di poter spodestarmi dal trono della mia vita. Io sono il re di questo giardino, quindi non mi sottometto a nessuno.

È da questo peccato che nasce ogni ira. Questo desiderio di essere come Dio e prendere il suo posto sul trono della vita è alla radice di ogni ira. Facciamo un esempio. È un esempio molto pratico e evidenzia la verità di quello che stiamo dicendo. Molto spesso mi arrabbio quando mi trovo in mezzo al traffico. Odio il traffico e mi fa arrabbiare molto. È imbarazzante e ridicolo, e sicuramente peccaminoso quanto mi fa arrabbiare il traffico. Ma perché il traffico mi fa arrabbiare? Perché questo mondo è il mio regno. Io sono sovrano su questo giardino. È mio. Tutte queste persone stanno ostacolando i miei spostamenti nel mio regno. Ma come si permettono di ostacolare gli spostamenti del re!?

Non è giusto. Loro devono sottomettersi a me, e non viceversa. E quindi mi arrabbio, e la mia ira è giustificata perché il re non deve aspettare nessuno e non si sottomette a nessuno.

Troviamo sempre questo atteggiamento alla radice della nostra ira, e richiama il primo peccato nel giardino d'Eden, dove Adamo ed Eva non volevano sottomettersi alla perfetta sovranità del Signore, ma volevano invece spodestarlo e prendere il suo posto. Il risultato era disastroso e ancora oggi stiamo pagando il prezzo del loro peccato.

Poi c'è un'altra bugia del serpente a cui Adamo ed Eva credono nel Giardino d'Eden. La vediamo nei versetti 3 a 5. Nel verso 3 è Eva che risponde al serpente, e gli dice: "del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: 'Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete.' Il serpente disse alla donna: 'No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male.'"

Quale è la bugia del serpente a cui Eva crede? È che se mangia il frutto dell'albero sarà onnisciente come Dio, sapendo ogni cosa come lui, avendo anche la conoscenza del bene e del male. Crede a questa bugia, mangia del frutto, fa mangiare anche ad Adamo, e poi capiscono subito che sono ancora inferiori e Dio e non sono onniscienti come lui, e si vergognano. Però è questo desiderio di essere onnisciente come Dio e uguale a lui che troviamo alla radice della nostra ira, anche se è un concetto assurdo, cioè essere onnisciente come Dio. È assurdo, ma crediamo così quando ci arrabbiamo.

Riflettiamo sulle volte in cui ci arrabbiamo. Non è che vediamo la radice di questo peccato sempre all'opera nei nostri cuori? Alla radice della mia rabbia c'è quasi sempre la convinzione assurda che la mia conoscenza di qualsiasi situazione o qualsiasi argomento sia onnisciente. È, infatti, la mia cosiddetta onniscienza che giustifica la mia rabbia. Io posso arrabbiarmi con te perché io so tutto di tutto, e siccome le cose non sono come io credo che debbano essere - e perché sono onnisciente - allora mi arrabbio e la mia ira è giusta. Il giardino che io custodisco, deve sottomettersi a me perché io sono il re sovrano e onnisciente di esso. Se mi arrabbio, è perché la mia onniscienza e la mia sovranità vengono messe in dubbio e vengono minacciate, e questo non va bene.

Se qualcuno, nel regno dove io sono il sovrano, osa essere in ritardo (per qualsiasi motivo), allora mi arrabbio e la mia ira è giusta, perché io sono sovrano e io sono onnisciente, e quindi ogni mio giudizio è giusto. Qualsiasi minaccia alla mia sovranità e alla mia onniscienza deve essere eliminata.

Ecco un esempio molto pratico: Io ho un appuntamento molto importante, ma non posso uscire di casa fino a quando Steppie ci torna per stare con i nostri figli. Ma Steppie fa ritardo. Molto ritardo. Adesso rischio di non essere presente a questo appuntamento molto importante. Finalmente arriva a casa, ma non appena apre la porta io esplodo d'ira. E certo che la mia ira è giustificata, no? Steppie ha osato minare la mia sovranità nel mio regno. E certo che so perfettamente perché fa ritardo; non devo neanche chiedere. Una spiegazione è inutile, perché sono onnisciente e so tutto, no? E quindi mi arrabbio e la mia rabbia è giusta.

Ma la realtà è molto diversa. Non sono sovrano su niente e non sono per niente onnisciente. Anzi, la mia conoscenza è molto molto limitata. Non ho la minima idea perché Steppie ha fatto ritardo. Ma siccome sono sempre come Adamo ed Eva, credendo alla bugia e la fantasia che sono sovrano e onnisciente, il mio primo istinto è di arrabbiarmi, perché sia la mia sovranità, sia la mia onniscienza vengono screditate e minacciate.

Questo è un esempio soltanto, ma come sappiamo molto bene, ce ne sono migliaia simili. La nostra ira richiama sempre il giardino d'Eden. Da quel punto in poi l'umanità paga il prezzo di quel primo peccato, che ha rovinato tutto. Perché ci arrabbiamo? Grazie a Dio la Bibbia ci dà una risposta chiara a questa domanda e ci fa capire cosa c'è alla radice di ogni ira. E grazie a Dio la Bibbia va anche oltre. Cioè, oltre a rispondere alla domanda "Perché ci arrabbiamo?", la Bibbia ci fa anche capire come possiamo risolvere il problema dell'ira e combattere contro la rabbia in maniera efficace. Ci dà un antidoto contro l'ira, e questo è importantissimo.

Vediamo l'annuncio di questo antidoto contro il peccato e contro la rabbia in Genesi 3:15. Parlando al serpente dopo che ha ingannato Eva, Dio maledice il serpente e gli dice: "Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno." Questa dichiarazione del Signore si chiama il protovangelo, cioè il primo annuncio del vangelo di Gesù Cristo, colui che sarebbe venuto per schiacciare il capo del serpente e vincere il peccato. Gesù rimette a posto tutto quello Satana, il serpente, ha rovinato.

Con la sua morte sulla croce il suo calcagno viene ferito, ma con la sua risurrezione dalla morte schiaccia il capo di Satana e vince la morte e vince il peccato. Ha vinto la morte e l'ira perché, diversamente da noi, non ha mai conosciuto il peccato. Non ha mai peccato. Dio, però, alla croce, l'ha fatto diventare peccato per noi, prendendo il posto del nostro peccato affinché noi, per mezzo della fede in Cristo, potessimo essere perdonati e salvati dai nostri peccati.

Prima abbiamo letto queste parole di Paolo ai Romani: "come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati resi peccatori…" E adesso leggiamo le prossime parole di questo verso:  "così anche per l'ubbidienza di uno solo, i molti saranno costituiti giusti…Dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata, affinché, come il peccato regnò mediante la morte, così pure la grazia regni mediante la giustizia a vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore." Che bellissima notizia! Che vangelo!

In più, per mezzo della fede in Cristo riceviamo come dono lo Spirito Santo, che dimora nei nostri cuori e li trasforma, dandoci una nuova vita e rinnovando i nostri desideri. Questa è il compimento del protovangelo che viene annunciato in Genesi 3:15. E certo che questo cuore rinnovato dallo Spirito Santo ha molto a che fare con il peccato dell'ira. Quando ci fidiamo di Cristo come Signore e Salvatore della nostra vita, rimettiamo il Signore sul trono della vita. Non siamo più noi ad occupare il trono della vita, ma è di nuovo Dio che riprende il suo posto sul trono della nostra vita, ed è lui che regna e noi ci sottomettiamo a lui e alla sua sovranità. E così siamo più sereni e abbiamo più pace. E quando cerchiamo di prendere il posto del Signore che tutto va storto e non siamo più sereni e non abbiamo più pace.

Inoltre, quando ci fidiamo di Cristo come Signore e Salvatore, ci fidiamo dell'onniscienza del Signore, e non ci inganniamo più, vivendo e arrabbiandoci come se noi fossimo onniscienti. Quindi adesso, con il Signore sul trono della mia vita e vivendo nel suo regno e sottomettendomi alla sua sovranità, quando mi trovo in mezzo al traffico, non mi arrabbio come prima, perché io non sono più sovrano e non è più il mio regno e non vedo più le persone che stanno ostacolando i miei spostamenti come minacce al mio governo. Io mi fido del Signore, che è sovrano su ogni cosa, anche il traffico.

So che tutte le cose, il traffico compreso, cooperano al bene di quelli che amano Dio e si sottomettono a lui. Certo, il traffico è per forza dovuto al peccato, ma non devo più arrabbiarmi di esso come prima perché Dio è in controllo e mi fido di lui e della sua sovranità.

E invece di fidarmi della mia onniscienza, che è chiaramente un prodotto della mia fantasia, mi fido dell'onniscienza del Signore, che è veramente onnisciente e sa ogni cosa. Salmo 147:5 proclama: "Grande è il nostro Signore e immenso è il suo potere; la sua intelligenza è infinita." In Isaia 40:28 leggiamo: "Non lo sai tu? Non l'hai mai udito? Il Signore è Dio eterno, il creatore degli estremi confini della terra; egli non si affatica e non si stanca; la sua intelligenza è imperscrutabile." Io mi fido di lui. Io mi sottometto alla sua intelligenza, che è infinita. Io vivo nel suo regno, che è molto più bello del mio, e così sono molto più sereno.  

Quanto potente e quanto bello è il vangelo! Oltre a salvarci dai nostri peccati e darci una nuova vita, la sottomissione al vangelo trasforma ogni aspetto della vita, la nostra ira compresa. Certo, in questa vita, mentre combattiamo contro la carne, non potremo conquistare e vincere completamente l'ira. È ancora un combattimento e sarà così fino a quando siamo col Signore e il peccato non c'è più. Ma adesso, in questa vita, quando ci sottomettiamo al vangelo, l'ira cambia, e grazie allo Spirito Santo all'opera nei nostri cuori l'ira diminuisce e ci arrabbiamo di meno e in maniera diversa, perché adesso il Signore è sul trono della nostra vita ed è lui che regna nei nostri cuori, e ci fidiamo della sua onniscienza, e non crediamo le bugie di Satana come prima.

E se la ira viene trasformata, anche le nostre relazioni ed i nostri matrimoni e le nostre amicizie vengono trasformati. Questo è il potere del vangelo. Salva e trasforma la vita e guarisce le relazioni. Gloria a Dio per questo. Conosci tu il potere trasformativo del vangelo? Come chiesa vogliamo essere la luce di Cristo a Prati e a Roma? Vogliamo spargere il profumo di Cristo nei nostri posti di lavoro e a casa e ovunque andiamo? Dobbiamo, allora, sottomettere le nostre vite al vangelo e dobbiamo per forza sottomettere l'ira al vangelo, così le persone attorno a noi vedono lo Spirito Santo all'opera in noi e la differenza che la fede in Cristo fa nelle vite dei suoi discepoli, e affinché ci presentiamo gioiosi davanti al Signore. Che Dio possa fare tutto questo e che possa fare delle cose grandi in questo quartiere e in questa città. A lui sia ogni gloria. Amen.


Grazie a tutti coloro che sostengono la Chiesa Breccia di Roma con le loro offerte.