Lamentazioni - Messaggio Introduttivo - Lamentazioni 5:19-22

 

Predicatore: Reid Karr

Se come chiesa dovessimo decidere di studiare insieme il momento più traumatico e più pesante e più difficile di tutta la storia dell'Antico testamento, che testo decideremo studiare? Lamentazioni sarebbe decisamente quel testo. Lamentazioni racconta il momento più basso e più traumatico del popolo di Dio nell'Antico testamento. Quello che leggeremo in questo libro è scioccante e molto pesante. È molto difficile accettare quello che succede al popolo di Dio in questo libro. Anzi, non vogliamo accettarlo. Non vogliamo essere costretti ad affrontare il Dio che vediamo in Lamentazioni. Non ci piace.

Perché, allora, vogliamo studiare questo libro come chiesa? Perché vogliamo approfondire le tragedie e le atrocità di cui leggeremo in questi lamenti? È troppo pesante, no? Meglio non studiarlo. Beh, lo vogliamo studiare e lo vogliamo approfondire e lo vogliamo capire, perché è la parola di Dio. È la parola ispirata di Dio. Quindi il Signore, per mezzo di questo libro, ha un messaggio per il suo popolo, e per forza vogliamo capire qual'è affinché possiamo crescere nella nostra conoscenza di Dio e della sua parola.

Con questo messaggio introduttivo a questa serie, vogliamo evidenziare quattro motivi per cui abbiamo deciso di studiare e predicare Lamentazioni. Il titolo della serie è: Lamentandoci per la gloria di Dio. Ma abbiamo capito come? Viviamo in una cultura che si lamenta tanto. Quasi tutti sono molto bravi a lamentarsi! Si lamenta di tutto e di tutti. Dà sempre la colpa ad altri, lamentandosi mentre lo fa. Non è una cultura che accetta bene la responsabilità. Incolpa sempre altri. Non è mai colpa mia. Non ho mai le risorse, non ho mai il tempo, e quindi mi lamento.  

E noi siamo prodotti di questa cultura. Cioè siamo anche noi plasmati da essa. Anche se siamo discepoli di Cristo e ci fidiamo di Lui come Signore e Salvatore, ancora lottiamo contro la nostra carne. Ancora siamo tentati dal peccato. Anche la chiesa tende a lamentarsi, ma non per la gloria di Dio, ma in modo sbagliato, egoista e peccaminoso. Ma come chiesa e come popolo di Dio; cioè come un popolo perdonato, redento, e salvato; per mezzo della grazia di Dio vogliamo essere un esempio diverso per questo quartiere e per questa città. Riusciamo perché lo Spirito Santo è all'opera nei cuori del popolo di Dio, cioè nei cuori di quelli redenti dal sangue di Cristo.

Vogliamo essere un popolo regale, sacerdotale, e profetico. Un popolo regale assume responsabilità e ammette colpa. Non dare la colpa ad altri è una caratteristica essenziale di un popolo regale. Quando si lamenta, si lamenta in maniera responsabile e con umiltà. Vogliamo essere un popolo sacerdotale, cioè vogliamo servire bene la città. Non è possibile servire bene la città se non diamo voce alle persone che soffrono e se non cerchiamo di capire le loro sofferenze e come possiamo aiutarle. Vogliamo essere un popolo profetico, cioè vogliamo essere un popolo che ha un messaggio di speranza e di pace per le persone che soffrono. Vogliamo essere un popolo che si lamenta per la gloria di Dio.

Prima di essere in grado di lamentarci per la gloria di Dio, è importante rispondere alla domanda: Ma perché Lamentazioni? Per rispondere vogliamo evidenziare quattro motivi per cui abbiamo scelto Lamentazioni. Ciascun motivo ci aiuterà ad essere un popolo che quando si lamenta, si lamenta per la gloria di Dio. Ecco i quattro motivi per cui abbiamo deciso di studiare e predicare questi 5 lamenti.

Il primo motivo è perché vogliamo ricordare le sofferenze del popolo di Dio e vogliamo dare voce ad esse. Ricordando le loro sofferenze e dando voce ad esse, riusciamo a capire meglio le nostre sofferenze e anche le tantissime sofferenze che vediamo nel mondo di oggi. Riusciamo, allora, a crescere nel nostro ruolo sacerdotale.

Il secondo motivo è perché Lamentazioni ci costringe ad affrontare la giusta ira di Dio. Affrontare quest'ira è molto difficile e molto scomodo. Ma è necessario se vogliamo capire veramente il Dio della Bibbia. Lamentazioni ci aiuterà molto con questo, ma non sarà facile. Il terzo motivo è perché questo libro ci aiuterà a capire meglio il nostro peccato e la croce di Gesù Cristo. Infine, Lamentazioni ci aiuterà a crescere come chiesa, soprattutto nella nostra conoscenza di Dio. Ci farà capire come possiamo crescere nei nostri ruoli regale, sacerdotale, e profetico.

Prima di approfondire questi motivi vogliamo leggere qualche versetto di Lamentazioni. Questi versi ci daranno un'idea di quello che vedremo nelle prossime settimane mentre studiamo questo libro ed i lamenti che contiene. Vogliamo leggere insieme gli ultimi quattro versi di questo libro. Lamentazioni 5:19-22. L'autore di questo libro dice così:

Ma tu, Signore, regni per sempre; il tuo trono dura d'età in età. Perché dovresti dimenticarci per sempre e abbandonarci per lungo tempo? Facci tornare a te, o Signore, e noi torneremo! Ridonaci dei giorni come quelli di un tempo! Ci hai forse rigettati davvero? Sei tu adirato fortemente contro di noi?

Interessante che conclude con questa domanda, no? Dice tanto. In questi ultimi versetti c'è sia il riconoscimento che il Signore regna ed è sovrano su ogni cosa; sia un'espressione di dolore e di confusione molto profonda. In tutto il libro c'è una continua botta e risposta tra la lode e il lamento. Più lamento che lode, ma la botta e risposta c'è, ed è importante e significativa. Questo dovrebbe essere anche la nostra risposta mentre studiamo questo libro. Cioè una botta e risposta tra la lode ed il lamento. Non è facile leggere questo libro. A causa della giusta ira di Dio che dovremo affrontare, forse saremo tentati di arrabbiarci con Dio e forse non sapremo come gestire la nostra ira nei confronti dell'ardente ira del Signore. Ci sarà una botta e risposta tra la lode ed il lamento, la lode e l'ira. La preghiera, però, è che alla fine conosceremo meglio il Signore e saremo più in grado di lodarlo e potremo lamentarci per la sua gloria, e non in maniera sbagliata e peccaminosa.

Prima di approfondire i motivi per cui abbiamo scelto questo libro, vogliamo parlare un pochino del contesto storico di Lamentazioni. Senza una comprensione del contesto storico, è impossibile capire bene il suo messaggio. Lamentazioni è una poesia che racconta e che lamenta la distruzione, la rovina, e la devastazione completa di Gerusalemme per mano dei Babilonesi nel 587 avanti Cristo. Fu distrutto anche il tempio di Dio costruito da Salomone. Dopo la rovina di Gerusalemme ci fu la deportazione del popolo di Giuda in Babilonia. In Lamentazioni vediamo il poco che rimase a Gerusalemme dopo la deportazione e la rovina devastante della città e del popolo.

Lamentazioni è attribuito a Geremia, ma la verità è che non sappiamo con certezza chi è l'autore di questi lamenti. Lamentazioni viene dopo Geremia nella Bibbia. Geremia fu un profeta di Dio che per anni e anni profetizzava la rovina di Gerusalemme se non dovessi pentirsi dei suoi peccati e della sua idolatria e tornare a lodare il Signore e obbedire alla sua parola.  

Ma il popolo di Giuda non ascoltò Geremia, cioè non ascoltò il Signore che gli parlava per mezzo di Geremia, e quindi Lamentazioni è un racconto di quello che successe di conseguenza. È un racconto delle conseguenze del peccato. Capitolo 1, verso 8 dice: "Gerusalemme ha gravemente peccato; perciò è divenuta come una cosa impura. Tutti quelli che la onoravano la disprezzano, perché hanno visto la sua nudità; lei stessa sospira e volta la faccia." Gerusalemme non c'è più. Quello che è rimasto del suo popolo è adesso in esilio in Babilonia. Sta soffrendo gli effetti della sua peccaminosità. È un libro molto pesante, perché le conseguenze del peccato sono molto pesanti.

Lamentazioni consiste di 5 capitoli, oppure 5 poesie o 5 lamenti. Ogni lamento è un acrostico secondo l'alfabeto ebraico. Con l'eccezione di capitolo 3, ogni lamento consiste di 22 versi perché ci sono 22 lettere dell'alfabeto ebraico. Il primo verso corrisponde alla lettera a, e l'ultimo alla lettera z. Quindi ogni lamento e un lamento dall'a alla z. Il terzo lamento, però, consiste di 66 versi, perché va così: aaa. bbb. ccc., ecc.

Poi l'ultima cosa che voglio evidenziare, ed è un punto molto significativo, è che in tutti i 5 lamenti non sentiamo mai la voce di Dio. Dio non risponde alle lamentazioni del suo popolo. Ascolta, ma non risponde, almeno a questo punto nella storia del suo popolo. Questo è molto significativo.  

Infatti quest'osservazione ha molto a che fare con il primo motivo per cui abbiamo deciso di studiare e predicare questi 5 lamenti, cioè per ricordare e per dare voce alle sofferenze. Quando una persona sta in mezzo alle sofferenze, e quando vuole esprimere quelle sofferenze, l'aiuto più apprezzato in risposta è l'ascolto. Dobbiamo ascoltare e per mezzo dell'ascolto riusciamo a capire meglio le sofferenze e riusciamo a simpatizzare con esse. L'ascolto è un gesto di amore e di compassione. Molto spesso la voce silenziosa è la voce più potente. Ascoltare è una disciplina. È difficile. Ma è necessario se vogliamo essere in grado di capire questi lamenti e dare voce alle sofferenze.

Dio ascolta, ma non risponde, almeno non ancora. Vuole dare al suo popolo che è rimasto a Gerusalemme per testimoniare la sua rovina la possibilità di lamentarsi, e vuole ascoltare. Sa che stanno in mezzo alle sofferenze orribili, e vuole ascoltare i loro lamenti. La chiesa deve imitare il Signore in questo. Deve ricordare e deve ascoltare le sofferenze e le lamentazioni. Senza l'ascolto è difficile essere in grado di lamentarsi per la gloria di Dio. Senza l'ascolto tendiamo ad essere sempre più egoisti e quindi tendiamo a peccare con i nostri lamenti. Vogliamo, allora, ricordare, ascoltare e dare voce alle sofferenze.

Con la predicazione di questo libro vogliamo e dobbiamo anche affrontare la giusta ira di Dio. Questo è sicuramente l'aspetto più scomodo di questo libro. A noi piace molto il Dio d'amore che la Bibbia presenta. Ci piacciono la sua grazia e la sua misericordia e il suo amore. Ma la sua ira non tantissimo. Non ci piace. Ci mette a disagio. Ma la verità è che non possiamo capire il Dio della Bibbia se non affrontiamo la sua ira, che è sempre giusta e sempre santa. Infatti, Dio non può essere un Dio d'amore se non è anche un Dio di ira e di giustizia. Cioè deve odiare quello che non è l'amore e deve giudicare con una giusta ira il nemico dell'amore, cioè il peccato. Il peccato deve essere giudicato e punito, altrimenti Dio non può essere un Dio d'amore.

Ecco perché un'altro motivo per cui vogliamo predicare questi lamenti è perché ci aiuteranno a capire meglio la croce di Cristo. Non possiamo capire e apprezzare la croce di Cristo se non affrontiamo la giusta e pesante ira di Dio che punisce giustamente il peccato.

Più grande è la gravità del nostro peccato, più grande è la bellezza della croce di Cristo. Più grande è più giusta è l'ira di Dio, e più che viene approfondita e affrontata, più belli sono il sacrificio e la morte di Gesù Cristo sulla croce.

Nel capitolo 5 della sua lettera ai Romani l'apostolo Paolo scrive queste bellissime parole. Scrive: "Dio invece mostra il proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di lui salvati dall'ira."

Incredibili queste parole! Ma essere salvati dall'ira di Dio non è molto significativo se non capiamo quanto grave è il nostro peccato e se non abbiamo mai affrontato l'ira di Dio. Ma una volta che avremo affrontato la giusta ira di Dio, e grazie all'opera dello Spirito Santo in noi, saremo poi in grado di capire meglio l'amore di Dio che viene dimostrato in Cristo Gesù e la sua opera redentiva sulla croce. Certo, affrontare la giusta ira di Dio è difficile, ma è necessario se vogliamo capire veramente il suo amore e la croce di Cristo. Mentre eravamo ancora morti nei nostri peccati, cioè mentre eravamo sotto la giusta condanna dei nostri peccati e la giusta ira di Dio, Cristo è morto per noi affinché potessimo avere una nuova vita e affinché potessimo essere salvati dalla giusta ira di Dio. Che bellissima notizia! Sono queste verità che ci aiutano a capire come possiamo lamentarci per la gloria di Dio.

Infine, preghiamo che lo studio di queste lamentazioni ci aiuterà a crescere come chiesa. Come abbiamo detto prima, preghiamo che ci aiuterà a maturare nei nostri ruoli regale, sacerdotale, e profetico. Viviamo in un mondo molto colpito dalla guerra. Tante parti del mondo sono rovinate e devastate dalla guerra. Interessante che mentre iniziamo questo studio di Lamentazioni, quella precisa parte del mondo dove si tennero tutti gli eventi raccontati in questo libro, sta di nuovo sperimentando cose veramente orribili e la gente sta soffrendo tanto e si lamenta. Vogliamo ricordare e ascoltare e dare voce alle sofferenze. Vogliamo, come dice Paolo ai Romani, rallegrarci con quelli che sono allegri, e vogliamo piangere con quelli che piangono. Che il Signore possa aiutarci in questo. È difficile.

Lamentazioni 1:12 racconta le parole dell'autore di questo libro che rimase a Gerusalemme dopo la sua distruzione. Dice in questo vero: "Nulla di simile vi accada, o voi che passate di qui! Osservate, guardate se c'è dolore simile al dolore che mi tormenta, e con il quale il Signore mi ha colpita nel giorno della sua ardente ira." Se vogliamo crescere come chiesa non possiamo ignorare le sofferenze che vediamo solo perché ci sono scomode. Dobbiamo osservarle. Dobbiamo guardarle. Dobbiamo ascoltarle. Dobbiamo ricordarle e dobbiamo dare voce ad esse. Osservare. Guardare. Ascoltare. Così siamo anche costretti ad affrontare l'ardente ira di Dio e riflettere e meditare su di essa. Così dobbiamo affrontare il nostro peccato e le conseguenze di esso. Così la bellezza della croce di Crista risplende sempre di più. Così cresciamo come chiesa.

Così ricordiamo la proclamazione di Lamentazioni 3:21 che dice: "Ecco ciò che voglio richiamare alla mente, ciò che mi fa sperare: è una grande grazia del Signore che non siamo stati completamente distrutti; le sue compassioni infatti non sono esaurite, si rinnovano ogni mattina. Grande è la tua fedeltà!" Infatti, grande è la fedeltà del Signore, le sue compassioni si rinnovano ogni mattina. Gloria a Dio per questo.  

Che Dio possa benedire lo studio e la predicazione di questo libro. A lui sia ogni gloria. Amen. 


Grazie a tutti coloro che sostengono la Chiesa Breccia di Roma con le loro offerte.