Marco 9:14-32 - I rimedi contro la diffidenza
Predicatore: Raffaele Costagliola
Oggi concludiamo la serie di predicazione intitolata “Il beneficio di Cristo”, ispirata dall’omonimo libro pubblicato nel ‘500, con un sermone che riguarda “i rimedi contro la diffidenza”.
Ci troviamo in una società sempre più diffidente in ogni sfera della realtà: dalla fede alla ragione, dalla medicina alla politica, dall’amicizia all’amore, ecc. La diffidenza non è necessariamente un male. In un mondo decaduto e pervaso dal peccato è necessario talvolta diffidare ed essere prudenti e riflessivi. Ma se la diffidenza riguarda la relazione tra uomo e Dio allora dobbiamo stare molto attenti.
La diffidenza contro Dio è frutto del peccato, è l’arma che Satana ha sempre usato fin dal principio per allontanare l’uomo da Dio e dalle benedizioni di cui gode alla sua presenza. In Gn.3 vediamo che il peccato entra nel mondo proprio a causa della diffidenza dell’uomo e della donna verso Dio che il serpente insinuò nelle loro menti quando disse alla donna di poter mangiare il frutto dell’unico albero proibito:
“«No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male»” (Gn.3,4)
La diffidenza, la mancanza di fiducia, verso Dio fu la causa dell’ingresso nel mondo del peccato e di tutti i mali che ne sono derivati.
La diffidenza contro Dio, se non viene neutralizzata correttamente e prontamente, trascina l’uomo in una spirale di peccato che porta alla morte lontani da Dio (morte seconda Ap.21,8). Oggi vedremo proprio tre rimedi che la parola di Dio ci mette a disposizione contro la diffidenza:
Rivolgiti a Dio;
Rifugiati in Cristo;
Ascolta lo Spirito Santo.
Con questa premessa vogliamo aprire le bibbie: Marco 9,14-32.
1. Rivolgiti a Dio
Come anticipato, dietro alla diffidenza c’è un problema molto più profondo, cioè quello che siamo costantemente in un combattimento spirituale (Ef.6,12). Il nostro avversario è Satana ed è sempre in agguato e pronto a “divorare” coloro che cadono vittima delle sue tentazioni (1 Pt.5,8-9).
Ogni azione peccaminosa e maligna nasce e matura nella nostra mente e ci contamina (Mc.7,20-23). La narrazione biblica di Gn.3 è una chiara raffigurazione di quello che abbiamo quotidianamente nelle nostre menti, una continua tensione tra pensieri “buoni” e “cattivi”. È come se i nostri pensieri fossero influenzati da una potente forza di campo (es. gravitazionale, magnetico) che ci trascina verso una sempre maggiore forma di diffidenza, incredulità, verso Dio e la sua legge. La forza di cui stiamo parlando è il peccato, ed è talmente persuasiva che ci induce a fare le cose che non vorremmo fare come Paolo afferma in Rm.7,15.
In questo tipo di combattimento spirituale non abbiamo alcuna possibilità di vittoria. Ma Dio non ci lascia soli, ma è pronto a difenderci e a combattere al posto nostro.
“Così vi dice il SIGNORE: "Non temete e non vi sgomentate a causa di questa gran moltitudine; poiché questa non è battaglia vostra, ma di Dio” (2 Co.20,15)
Nel brano che abbiamo letto, ci rendiamo conto che il problema non riguarda solo i non credenti, ma anche i discepoli che vivevano con Gesù.
I discepoli non furono in grado di aiutare e guarire un ragazzo da uno spirito (v.18) perché non avevano saputo approcciare alla battaglia spirituale in modo corretto. Cristo li rimprovera di incredulità (v.19) e del fatto di non aver pregato (v.28-29).
Vediamo però che Dio interviene per mezzo di Cristo esaudendo la richiesta di aiuto da parte del padre del bambino dopo la sua preghiera “io credo; vieni in aiuto alla mia incredulità” (v.24).
Le due affermazioni consecutive del padre del bambino sembrerebbero contrastanti, ma chi di noi non le ha sperimentate entrambe? La nostra fede non è perfetta. Il peccato ci rende increduli e diffidenti nei confronti degli altri, ma soprattutto nei confronti di Dio.
Tutti noi, credenti o non credenti, stiamo affrontando, o abbiamo affrontato in passato, o affronteremo in futuro, battaglie spirituali come queste in cui il credere e il non credere si intrecciano e ci bloccano facendoci entrare in una condizione di stallo che ci porta alla morte se non agiamo prontamente.
Satana vuole allontanarci da Dio e ci prova con ogni mezzo possibile, soprattutto attraverso l’inganno. Pensiamo ai classici interrogativi: “se Dio esiste ed è buono perché permette le sofferenze! Perché permette le guerre! Perché permette questo e quello!”. Molti interrogativi e dubbi possono sembrare molto plausibili e giusti ai nostri occhi, come sembrò plausibile ad Eva la risposta del serpente, ma qualsiasi pensiero che ci allontana da Dio è sicuramente una macchinazione di Satana. A questo tipo di problema non esiste altra soluzione se non la preghiera. Solo Dio può schiarirci le idee annientando le potenze spirituali donandoci una pace assoluta, che non dipende dalle circostanze. Solo Dio può guarire i nostri sensi e la nostra intera vita. Come il padre del bambino, rivolgiamoci a Dio in preghiera per venire in aiuto alla nostra incredulità e possiamo essere certi che Dio risponderà alle nostre preghiere in modo straordinario. Anzi lui ha già risposto alle nostre preghiere inviando il suo unigenito Figlio Gesù. Cristo è la soluzione a ogni nostra preghiera, anche se può risultare incomprensibile a molti (Mc.9,31-32). Questo ci introduce al secondo punto …
2. Rifugiati in Cristo
Molto spesso a causa del peccato ancora presente nelle nostre vite potremmo dubitare dell’efficacia del perdono che abbiamo ricevuto in Cristo. Oppure i non credenti potrebbero usare il peccato che persiste nelle vite dei credenti come scusa della non autenticità della loro fede. La Parola di Dio in questo è molto chiara: “non c’è nessun giusto, neppure uno” (Rm.3,10). Proprio per questo motivo Cristo è la risposta a ogni preghiera. Cristo ha vissuto una vita senza peccato, non ha ceduto alle tentazioni e agli inganni di Satana nel deserto, ma ricolmo di Spirito Santo lo ha allontanato mediante la forza della Parola di Dio (Lc.4,1-13); non ha ceduto davanti alle provocazioni sulla croce (Mt.27,39-40); ma, nonostante fosse senza peccato, è morto in croce subendo la pena che spettava a noi peccatori, mentre noi eravamo ancora peccatori (Rm.5,8). Risorgendo il terzo giorno ha poi sconfitto una volta e per sempre le conseguenze del peccato per tutti coloro che credono in Lui.
Per chi dubitasse dell’efficacia della salvezza di Cristo, può rifugiarsi nel ricordo del suo sacrificio espiatorio che salva. In questo ci vengono in aiuto gli ordinamenti del battesimo e della Santa Cena.
Il battesimo è la rappresentazione figurativa della nuova vita ottenuta per fede che ci riconcilia a Dio. Cioè la fede con la quale abbiamo riconosciuto di essere dei peccatori e creduto in Cristo nostro salvatore. Nel battesimo testimoniamo di essere rinati a nuova vita rivestiti di Cristo (Ga.3,27); cioè, per fede, siamo stati resi partecipi della sua giustizia, che copre ogni nostro peccato.
La Santa Cena è il momento in cui ricordiamo e celebriamo il sacrificio di Cristo e la sua successiva resurrezione, grazie al quale siamo riconciliati a Dio.
Partecipando a questi solenni momenti noi affermiamo di riporre la nostra totale fiducia in Cristo. Confessiamo, certamente, di meritare la morte eterna per i nostri peccati, ma affermiamo, per fede, la certezza della remissione dei peccati e la riconciliazione con Dio, non per quello che abbiamo fatto o che possiamo fare, ma per quello che Cristo ha fatto per noi.
Per coloro che ancora non credono in Cristo e che dubitano dell’autenticità della fede cristiana, provino a rivolgersi a Dio in preghiera per venire in soccorso alla loro incredulità e provino a rifugiarsi nell’amore di Dio. Dio ha dimostrato il suo amore per noi sacrificando suo Figlio Gesù mentre eravamo ancora peccatori.
Se Dio è con noi, se siamo giustificati per mezzo di Cristo e non per le nostre opere, possiamo essere certi della nostra salvezza e che nessuno potrà condannarci, nonostante ancora talvolta cadiamo vittima del peccato. In Cristo abbiamo un avvocato difensore presso il Padre (1 Gv.2,1-2).
Tutto ciò non significa che i cristiani possono commettere qualsiasi tipo di peccato tanto poi gli sarà perdonato. Questo modo di ragionare non appartiene di certo a coloro che confessano con la bocca e credono con il cuore (Rm.10,9-10). Questo ci porta al terzo e ultimo punto.
3. Ascolta lo Spirito Santo
Un’altra grande consolazione contro gli inganni di satana che potrebbero farci pensare di non meritare la salvezza, oppure che in fondo non siamo salvati perché continuiamo a peccare, è la certezza che abbiamo nella predestinazione.
Se abbiamo creduto in Cristo e lo abbiamo testimoniato pubblicamente per esempio nel battesimo, allora siamo figli di Dio (Ga.3,26). In quanto figli di Dio abbiamo ricevuto come dono lo Spirito Santo del Figlio che ci fa gridare “Abba, Padre” a Dio (Ga.4,6-7). In quanto figli, siamo anche suoi eredi per grazia di Dio.
Tale eredità non può esserci tolta da nessuno, in quanto i nostri nomi sono scritti nel libro della vita (Fl.4,3; Lc.10,20) e siamo predestinati ad essere conformi all’immagine di Cristo (Rm.8,29).
Se siamo stati in grado di testimoniare della nostra salvezza in Cristo significa che abbiamo ricevuto il sigillo dello Spirito Santo quale garanzia della nostra eredità fino alla piena redenzione (Ef.1,13-14).
La via per la salvezza non sono le opere, non sono le nostre prestazioni giornaliere, ma la fede in Cristo. “Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita” (Ap.2,10).
Proprio di questa corona Satana vuole privarci minando con l’inganno alla nostra fede, proprio come fece con Adamo ed Eva, i quali furono condannati a morte. Non alimentiamo la diffidenza, ma ascoltiamo lo Spirito Santo che ci porta a cercare Dio e chiamarlo Padre.
Solo chi ha davvero compreso questa santa predestinazione può vivere continuamente in allegrezza spirituale ed essere continuamente invogliato a glorificare Dio per mezzo di buone opere senza alcun timore della morte e dell’inferno.
Se ti trovi in una condizione di stallo che non riesci a risolvere a causa di dubbi e di teorie complottiste contro Dio: rivolgiti a Dio e persisti nella preghiera ed Egli ti risponderà; rifugiati in Cristo dove troverai il perdono dei peccati e la riconciliazione con Dio; ascolta lo Spirito Santo che è la prova del fatto che Dio ti chiama a salvezza, non per meriti, ma per sola grazia.