Rut 2:1-7 - La provvidenza di Dio all'opera nelle cose banali

 

Predicatore: Philip Reid Karr IV

Dopo tre settimane siamo arrivati al secondo capitolo di Rut. E in questo capitolo la storia si stabilisce a Betlemme. Eravamo un attimo nelle campagne di Moab, ma adesso siamo di nuovo a Betlemme dove il resto della storia si svolge. Oggi ci troviamo nei campi d’orzo durante la mietitura. Il testo che vogliamo approfondire oggi - che consiste dei primi 7 versetti di Rut 2 - è bellissimo perché è pieno di significato. A prima lettura non sembra così, ma questa è la bellezza della parola di Dio, che anche i brani che sembrano insignificanti molto spesso sono in realtà pieni di significato e pieni di verità che rivelano il Dio della Bibbia che governa tutto l’universo in maniera sovrana e provvidenziale. Rivelano il Dio della Bibbia che ha un piano redentore per il mondo. Che bello questo!

Leggiamo adesso questo breve testo, e mentre lo leggiamo vogliamo tenere in mente due verità che vengono scoperte in questi versi, e sono queste verità che vogliamo approfondire stamattina. La prima verità che viene scoperta è questa: La provvidenza di Dio dà senso ai “per caso” della vita. Mentre leggiamo questo breve brano cercate queste parole, cioè le parole “per caso,” perché non sono lì per caso. Sono lì di proposito e sono piene di significato. È molto bella questa verità, come vedremo.

La seconda verità che vogliamo scoprire è questa: La provvidenza di Dio è favorevole agli umili. Rut è un bellissimo esempio di questa verità, una verità che è presente in tutta la Bibbia. La provvidenza di Dio è favorevole agli umili. Leggiamo adesso i primi 7 versetti di Rut 2, e poi scopriremo queste due bellissime verità: La provvidenza di Dio dà senso ai “per caso” della vita; La provvidenza di Dio è favorevole agli umili.

Lettura del brano: Rut 2:1-7

Ecco una domanda interessante per farci capire bene il contesto in cui questo libro si svolge. Secondo voi, nei tempi dei giudici - quando gli eventi di questo libro si svolgono - quanti abitanti c’erano a Betlemme? Sicuramente era una comunità agricola che dipendeva quasi interamente dall’agricoltura. Quante persone allora ci abitavano? Minimo 300 persone, massimo 1000 persone, secondo le ricerche. Quindi una comunità abbastanza piccola, composta in gran parte da clan e gruppi familiari. Queste realtà - cioè che Betlemme era una piccola comunità agricola e che era composta di gruppi familiari - sono anche presenti in questi versi. Rut va a spigolare nei campi d’orzo, e “per caso” si trova nella parte di terra appartenente a Boaz, che era della famiglia di Elimelec, il marito di Naomi che è morto a Moab. Naomi è la suocera di Rut.

Quindi in questo testo vediamo Rut che va nei campi per spigolare. Spigolare nei campi non era un lavoro semplice. Infatti, andare nei campi per fare questo lavoro richiedeva tanta umiltà. Non era facile. Lasciamo Rut nei campi d’orzo e ci rivolgiamo un attimo al libro di Levitico. Nel capitolo 19 leggiamo di una legge molto importante per il popolo di Dio. Cosa dice questa legge? Levitico 19:9 dice: “Quando mieterete la raccolta della vostra terra, non mieterai fino all’ultimo angolo il tuo campo, e non raccoglierai ciò che resta da spigolare della tua raccolta; nella tua vigna non coglierai i grappoli rimasti, né raccoglierai gli acini caduti; li lascerai per il povero e per lo straniero. Io sono il Signore vostro Dio.”

Adesso torniamo a Betlemme durante la mietitura. Ecco Rut, una povera vedova straniera che si trova a Betlemme a spigolare nei campi. Quindi sta beneficiando dalla legge del Signore per il suo popolo che doveva prendersi cura anche degli stranieri e dei poveri che si trovavano in mezzo a loro. E certo, a volte il popolo di Dio veniva meno a fare questo e non tutti obbedivano a questa legge. Non dobbiamo dimenticare che il libro di Rut si svolge nei tempi dei giudici, quando ognuno faceva quello che gli pareva meglio. Ma Boaz non era così, era un uomo di Dio e nei suoi campi ha lasciato ai poveri da raccogliere e mietere.

È in questo contesto allora che leggiamo nel verso 3 di questo capitolo che Rut “per caso” si trova nella parte di terra appartenente a Boaz, che era della famiglia di Elimelec. È chiaro che l’autore di questo libro è molto intenzionato nell’uso di questa parola. Non è per niente “per caso” che Rut si trova in questo campo che appartiene a Boaz. Il punto invece è di evidenziare la provvidenza di Dio, che non opera “per caso”. Anzi, Dio è all’opera per mezzo di questa “coincidenza” per compiere il suo cosmico piano di redenzione. Veramente incredibile questo.

Riflettiamo su questo un’attimo. Chi avrebbe detto che Dio fosse all’opera per compiere il suo piano provvidenziale di redenzione per tutto il mondo per mezzo di questo “per caso” nella vita di Rut, questa povera vedova straniera che si trova in questa piccolissima comunità agricola in mezzo a nulla a spigolare in un campo d’orzo!? È veramente incredibile. Ci fa capire con chiarezza che i “per caso” della vita non esistono nei piani provvidenziali di Dio. Anzi, Dio da senso e da scopo ai “per caso” della vita. Che messaggio di speranza per le persone che fanno parte di questo piano provvidenziale di Dio per il mondo. Che bella notizia per la chiesa! Deve incoraggiare tantissimo la chiesa.

Ma troppo spesso crediamo alle bugie di Satana e crediamo che la nostra vocazione, ad esempio, non sia importante e che non abbia niente a che fare con i piani provvidenziali di Dio. È troppo insignificante. Intratteniamo pensieri tipo: “Se la mia vocazione fosse più importante e più visibile e più prestigiosa, allora avrei anche un ruolo più importante e più significativo nel piano provvidenziale di Dio. Ma non ce l’ho, quindi che ruolo ho io nel grande piano cosmico di Dio per il mondo?

Io, ad esempio, faccio pastore di una piccola chiesa evangelica a Roma all’ombra del Vaticano con il papa come vicino. Chi sono io? Come sto contribuendo io al cosmico piano provvidenziale di Dio per il mondo? Sono inutile e ciò che faccio è inutile. È come se non esistessi. O forse fai ingegnere e ti fai le stesse domande e lotti con gli stessi pensieri. O forse lavori in un panificio o in un centro commerciale; o forse fai traduttore, o forse sei una madre e questo è il tuo lavoro. Non lo so, ma il punto è che forse lotti con questi pensieri e questi dubbi e forse non riesci a capire come la tua vocazione sta contribuendo al piano provvidenziale di Dio per il mondo.

Se questo è il caso, allora possiamo tutti essere incoraggiati dalla storia di Rut. Non esisteva un lavoro meno significativo di quello di Rut. Con il lavoro che fa in questo capitolo Rut sta toccando il fondo; è veramente l’ultima ruota del carro; è proprio ai margini della società. Sicuramente a questo punto nella sua vita Rut sta lottando anche lei con la domanda, “Ma la mia vita conta davvero? Chi sono io? Nessuno.”

Ma - e questa è una grande “ma” - la cosa bella è che vediamo con chiarezza in questa storia che Dio è all’opera nella vita di Rut ed è all’opera per mezzo del suo lavoro apparentemente molto insignificante in maniera provvidenziale per compiere il suo piano di redenzione per tutto il mondo! Quindi vediamo con chiarezza che la vita di Rut conta davvero e vediamo che la sua vocazione in questo momento fa parte del piano provvidenziale di Dio. La sua vita conta davvero perché è nel Signore e quindi fa parte del piano provvidenziale di redenzione di Dio, e ha un ruolo specifico da compiere in questo piano, a prescindere dal fatto che in questo momento sta toccando il fondo e sta ai margini della società. Per Dio tali margini non esistono. Per Dio i “per caso” della vita non esistono. Che bella notizia. 

Quindi, a prescindere dalla tua vocazione, se sei nel Signore, allora la tua vita conta davvero. Conta perché fai parte del piano di redenzione di Dio per il mondo e hai un ruolo specifico da compiere in questo piano, come Rut. In più, oggi abbiamo il privilegio di leggere questa storia alla luce della venuta del Messia promesso, cioè alla luce della venuta di Gesù Cristo, colui in cui il piano provvidenziale di Dio di redenzione per il mondo viene compiuto. Può essere detto allora che la vita in Cristo conta davvero perché è stata acquistata dal sangue di Cristo, e con quest’acquisto la persona che si fida di Cristo per la sua salvezza entra nella storia di redenzione di Dio per il mondo e fa parte di questa storia e ha un ruolo specifico da compiere in questa storia. E poi nella chiesa vediamo un insieme di vite redente, collaborando insieme per spargere il profumo del vangelo e per compiere il piano provvidenziale di redenzione Dio per la loro comunità e la loro città.

E questa storia, cioè questa storia di redenzione, dà senso a tutti i “per caso” della vita. Inoltre, è una storia che non è soltanto per questa vita, ma è una storia che durerà per l’eternità! Già la vita in Cristo fa parte di questa storia e sperimenta sia la bellezza sia la difficoltà di essa, mentre aspetta ancora la parte più bella. Quindi la vita redenta dal sangue di Cristo guarda alla croce di Cristo per avere la certezza che la sua vita conta, e per avere certezza che la sua vocazione - qualunque essa sia - è importante. Che bella notizia! Che incoraggiamento per la chiesa!

Come rispondi tu alla domanda “Ma la mia vita conta davvero? Ha davvero valore? È importante la mia vocazione?” E mentre rispondi a questa domanda a chi o a che cosa ti rivolgi per trovare la risposta? La Bibbia ci dice che la risposta a questa domanda molto importante ha due fonti principali, o la croce di Cristo, o il mondo. Cristo, dice la Bibbia, è paragonato ad una roccia che è stabile e che non può essere smossa. Il mondo viene paragonato alla sabbia che è instabile e che si sposta sempre. L’uno è sempre affidabile, l’altro è molto meno affidabile.

Per mezzo della fede in Cristo soltanto riceviamo delle garanzie e diventiamo eredi delle promesse di Dio, che sono sempre affidabili e che vengono sempre mantenute. Quando ci fidiamo del mondo, invece, riceviamo le garanzie del mondo e ci affidiamo alle promesse dell’uomo, che non sono mai affidabili. La vita acquistata dal sangue di Cristo conta davvero perché è nascosta in Cristo e nelle sue promesse e perché grazie alla fede entra nella storia di redenzione di Dio per il mondo. Se non ti fidi del Signore, fai parte del piano di Dio per la redenzione del mondo perché Dio è sovrano su ogni cosa. Ma non sei erede delle promesse di Dio e non sei redento dal sangue di Cristo, e rimani condannato dal tuo peccato e sei allora estraneo a Dio. Quindi come rispondi tu alla domanda “Ma la mia vita conta davvero?” È una domanda molto importante.

Allora molto brevemente vogliamo evidenziare la seconda verità rivelata in questo testo, cioè che la provvidenza di Dio è favorevole agli umili. Io ho diversi amici che ho conosciuto in questi anni di vita a Roma. Sono giovani che si sono laureati ma che non riescono a trovare lavoro. E quando suggerisco a loro di fare un lavoro manuale per un tempo mentre cercano un lavoro più adatto ai loro titoli accademici, ridono e dicono che non possono abbassarsi ad un livello di lavoro così basso. Preferiscono allora stare a casa con i genitori e fare niente mentre aspettano un lavoro degno per loro. Ma Rut non fa così! Rut è molto coraggiosa e non dispiace umiliarsi e prendere un lavoro che viene considerato da tutti un lavoro umiliante e vergognoso. Ma Rut si rimbocca le maniche, si sporca le mani, si butta in campo e si mette a lavorare. E lavora bene! Quando viene Boaz a chiedere di lei, vediamo nel verso 7 che Rut “è rimasta in piedi da stamattina fino ad ora; soltanto adesso si è seduta nella casa per un po’.”

Troppe persone dicono “No no, io sono troppo qualificato, non posso accettare un lavoro che non è degno delle mie credenziali ed i miei titoli. Mi merito un lavoro migliore, quindi aspetto.” Non si rimbocca le maniche, non si butta in campo, e non si sporca le mani. Non può umiliarsi così. Non può vergognarsi così. E forse anche noi siamo tentati a credere così. Forse a volte abbiamo la tendenza a guardare al mondo per valutare la nostra vocazione e per misurare il valore della nostra vita. Hai mai intrattenuto pensieri così? Io sì.

Ma quando questi pensieri iniziano a percolare nei nostri cuori, dobbiamo tornare subito alla parola di Dio e dobbiamo essere rinvigoriti e incoraggiati da persone come Rut, questa povera straniera vedova che si trova in un piccolissimo paesino dove non conosce nessuno a spigolare nei campi d’orzo. Siamo incoraggiati da questa giovane donna che si umilia, che si rimbocca le maniche, che si butta in campo, e che si sporca le mani. A prescindere dalla nostra vocazione, come Rut lavoriamo con uno scopo chiaro, cioè di glorificare Dio e di partecipare al suo piano provvidenziale di redenzione per il mondo.

Ci ricordiamo sempre che Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili. E quando siamo tentati di dimenticare e abbandonare anche questa verità, dobbiamo rivolgerci subito alla croce di Gesù Cristo dove vediamo in piena mostra l’esempio più meraviglioso dell’umiltà. Scrivendo ai Filippesi Paolo evidenzia questa grandissima e stupenda dimostrazione di umiltà con delle parole molto belle e molto chiare. Nel capitolo due scrive che Gesù Cristo, “pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma spogliò sé stesso, prendendo forma di servo…umiliò sé stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.” Veramente incredibile questo. Che bellissima notizia! Veramente la provvidenza di Dio è favorevole agli umili.

Quindi fissando lo sguardo sulla croce di Gesù, ringraziamo il Signore per la chiesa e per una comunità di credenti con cui possiamo condividere la vita e condividere i nostri pesi. Ringraziamo Dio anche per la vocazione che ci ha dato - qualunque essa sia - e come Rut rimbocchiamoci le maniche, buttiamoci in campo, sporchiamoci le mani, sapendo che se siamo in Cristo, i “per caso” della vita non esistono e ogni vocazione e ogni lavoro fanno parte del piano provvidenziale di Dio per il mondo. Essendo in Cristo e essendo sigillati dallo Spirito Santo, mettiamoci al lavoro, siamo responsabili, serviamo la città con umiltà, e proclamiamo il vangelo, affinché questa città possa conoscere una vera riforma e affinché più persone possano entrare nella storia di redenzione e ereditare le promesse di Dio e anche la vita eterna.

Conosci tu Gesù Cristo come Signore e Salvatore della tua vita? Hai pace nella tua vita, a prescindere dalla situazione attuale della tua vita e a prescindere dalla tua vocazione? Se conosci Cristo come Signore e Salvatore, è Cristo abbastanza per te? È veramente abbastanza? Ti fidi del piano provvidenziale di Dio per la tua vita, anche se fai fatica a capire come sta all’opera per mezzo di te? Alla luce di queste domande vogliamo ringraziare Dio per la sua parola e per esempi come Rut. Dio è sovrano su ogni cosa. Dio è provvidenziale. Ha un piano per la chiesa e ha un piano per la tua vita, ed è un piano redentore che viene compiuto in Cristo Gesù. Che questa città possa capire veramente questo messaggio e che possa essere trasformata da questa bellissima notizia. A Dio sia ogni gloria.


Grazie a tutti coloro che sostengono la Chiesa Breccia di Roma con le loro offerte.