Rut 4:1-12 - La provvidenza di Dio ci da un nuova identità e ci chiama per nome
Predicatore: Philip Reid Karr IV
Il 9 ottobre del 2009 ho salutato la mia famiglia, sono salito su un aereo ad Atlanta, Georgia con le mie valigie, e mi sono trasferito a Roma. Ero accompagnato da Nolyn che aveva 6 mesi più o meno. Adesso ha 16 anni. Il 10 ottobre siamo scesi dall’aereo per iniziare la nostra nuova vita in Italia. Non parlavo per niente l’italiano. Non riuscivo a contare fino a dieci. Dico questo per dire che quando sono arrivato a Roma non avevo per niente un’identità qua. Mentre negli stati uniti c’era la mia famiglia, i miei amici, il mio lavoro, la mia chiesa, e la mia identità, quando sono arrivato a Roma non c’era niente e non avevo queste cose. In un senso dovevo ricominciare e formare una nuova identità.
Sono arrivato qua straniero, e in un certo senso sarò sempre straniero, perché non sono cittadino di questa nazione. Ma come sappiamo ci sono altri sensi di questa parola. È una cosa essere uno straniero, ma è un’altra cosa interamente sentirsi straniero. Quando sono arrivato qua ero straniero in ogni senso della parola. Ma piano piano grazie a Dio quel sentimento di sentirsi straniero ha cominciato ad andarsene. È successo quando ho cominciato a sviluppare per me stesso una identità.
Ci sono tanti modi in cui uno straniero riesce a capire che sta formando una nuova identità per se stesso. Per me era quando i miei vicini di casa e coloro che gestiscono i negozi nel quartiere dove vivevo hanno cominciato a chiamarmi per nome. Essere chiamato per nome e avere un nome conosciuto è veramente una cosa molto importante. È molto speciale e significativo, soprattutto per uno straniero.
Condivido questo perché nella storia di Rut qualcosa che vediamo con chiarezza, soprattutto in questo quarto capitolo, è l’importanza di avere un’identità e un nome. Fino a questo punto della storia, cioè fino al quarto capitolo, siamo stati introdotti a sette persone, cioè soltanto sette persone sono chiamate per nome fino a questo punto. Ci sono Elimelec (il marito morto di Naomi), Malon e Chilion (i figli morti di Naomi), Naomi (la suocera di Rut, chiamata anche Mara), Rut (la nuora di Naomi), Orpa (l’altra nuora di Naomi che tornò al suo paese) e Boaz, il redentore di questa storia.
Una cosa che possiamo dire con certezza è che questi protagonisti della storia non sono chiamati per nome solamente per caso. Ogni nome ha un significato e crea una certa identità, e ogni nome viene nominato per un motivo specifico che dà senso alla storia. Ciò detto, oggi notiamo una cosa molto interessante. Cioè notiamo un protagonista che è importante in questa storia, ma non perché ha un nome e perché viene nominato dall’autore di Rut, ma perché il suo nome non viene nominato, e anche questo è molto intenzionale.
Vediamo questo uomo per la prima volta nel terzo capitolo, verso dodici. Qua Boaz sta parlando a Rut nella sua camera da letto e stanno parlando del suo diritto di riscatto, e gli dice, “È vero che io ho il diritto di riscatto; ma ce n’è un'altro che ti è presente più prossimo di me. Passa qui la notte; e domattina, se quello vorrà far valere il suo diritto su di te, va bene, lo faccia pure; ma se non gli piacerà di far valere il suo diritto, io farò valere il mio, com’è vero che il Signore vive!” Vedi come l’autore non vuole che questa persona venga nominata? Boaz avrebbe potuto nominare questa persona perché sicuramente sa come si chiama. Ma non lo fa. Viene chiamato, invece, “un altro” e “quello.”
Poi nel primo verso del capitolo quattro questo anonimato continua. “Boaz,” dice il primo verso, “salì alla porta della città e là si mise seduto. Ed ecco passare colui che aveva il diritto di riscatto e del quale Boaz aveva parlato. E Boaz gli disse: "O tu, tal dei tali, vieni, siediti qua!" Quello s’avvicinò e si mise seduto.” Con questi riferimenti di “quello" e “tu, tal dei tali” vediamo in modo chiarissimo che non è affatto per caso che questo uomo non viene chiamato per nome. Questo libro ci fa capire che è molto importante ricevere e avere sia una identità sia un nome, e essere chiamato per nome.
Allora la scena del quarto capitolo è questa: Boaz sta aspettando questo sconosciuto alla porta della città. Gli aspetta lì perché a quell’epoca in Israele la porta della città era dove gli incontri e le transazioni commerciali e legali si tenevano. Quindi dopo un po’ passa quello che ha il diritto di riscatto. Quando Boaz lo vede, gli dice, “O tu, tal dei tali, vieni, siediti qua!” Quello s’avvicina e si mette seduto. Boaz allora prende dieci uomini fra gli anziani della città per essere testimoni di quello che sta per accadere. Poi Boaz spiega la situazione, parlando prima del fatto che Naomi mette in vendita la parte di terra che apparteneva a Elimelec e dice al signor tal dei tali che ha il diritto di riscatto. E finora è una bella proposta per tal dei tali perché si poteva guadagnare tanto con un pezzo di terra. Era allora un buon investimento.
Però Boaz è abbastanza furbo. Ancora non ha detto niente di Rut, la Moabita. A questo punto allora aggiunge: “Prima di acquistare il campo c’è qualcosa che devi sapere. Il giorno che lo acquisterai dalla mano di Naomi, lo acquisterai anche da Rut, la Moabita, moglie del defunto, per far rivivere il nome del defunto nella sua eredità.” Quindi Boaz gli sta dicendo che se vuoi comprare il campo di Naomi, devi anche sposare la sua vedova nuora Rut, e voi dovete avere dei figli affinché possiate far crescere un bimbo per il suo marito morto, e un giorno è questo bimbo che erediterà il campo.
Quest’aggiunta cambia tutto e il signor tal dei tali non perde tempo per prendere la sua decisione e risponde subito a Boaz: “Ho cambiato idea, io non posso far valere il mio diritto, perché rovinerei la mia eredità; subentra tu quindi nel mio diritto di riscatto, poiché io non posso avvalermene.” Un attimo fa il dovere di prendersi cura di una vecchia vedova in cambio di un campo che gli frutterà tanti soldi è adesso svantaggioso visto che dovrà anche sposare e prendersi cura di questa Moabita senza marito. Adesso non è disposto a riscattare il suo diritto se questo significa rischiare la sua eredità. Per lui il riscatto viene ad un prezzo troppo caro.
Adesso stiamo cominciando a capire perché questo “tal dei tali" non ha un nome. Questa parte della storia è un po’ ironica perché a causa del suo tentativo di preservare e proteggere la sua eredità e il suo futuro, quello che aveva il diritto di riscatto rimane senza nome e perde l’opportunità di avere un ruolo in una storia molto più grande e importante di questa. Boaz, d’altronde, affronta la situazione in modo molto diverso. Boaz è disposto a prendersi cura di Naomi ed è anche disposto a sposare Rut e riscattarla. Boaz, quindi, diventa il redentore di questa storia, e inoltre è il nome di Boaz che ricordiamo ancora oggi. Boaz è il nome oggi celebrato per il suo ruolo nella provvidenza di Dio per redimere il suo popolo dalla morte e dalla condanna dei loro peccati. Tal dei tali non c’è.
Quindi considerando l'importanza e il significato cosmico di questo scambio del riscatto, sicuramente era un evento grandioso, no? No! Non era così. Vediamo invece nel verso 7 che il riscatto si conclude con lo scambio di scarpe. Quindi con lo scambio di queste scarpe il diritto di riscatto è trasferito a Boaz e Boaz diventa il redentore di questa storia ed è il suo nome che adesso è ricordato e scritto nelle pagine della parola di Dio. Sicuramente Dio non ha bisogno della pompa magna per effettuare il suo grande piano provvidenziale di redenzione per il mondo.
Grazie a questo riscatto la Moabita Rut adesso ha una nuova identità. Con Boaz Rut ha anche una nuova famiglia. In Boaz Rut ha un redentore e una eredità. Con e tramite Boaz Rut ha e avrà un nome che durerà e sperimenterà il vero riposo. Rut è chiamata per nome. È arrivata a Betlemme da straniera, ma non è più una straniera.
Avere un nome e essere chiamati per nome sono doni molto preziosi. Nel contesto di questa storia è molto chiaro che cosa significa avere un nome. Ma che cosa significa avere un nome per noi oggi? È ovvio che tutti noi abbiamo un nome e siamo perfino chiamati per nome, quindi basta questo? La parola di Dio risponde a questa domanda.
Proprio alla fine della Bibbia, nell’ultimo libro e in uno degli ultimi capitoli troviamo un brano che ci aiuta a capire cosa significa avere un nome e essere chiamato per nome secondo la Bibbia. Nel ventesimo capitolo dell'Apocalisse di Giovanni, dall’undicesimo al quindicesimo verso leggiamo del giudizio finale. Ecco ciò che Giovanni scrive: “Poi vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra. La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro. E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri...E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco.”
Sicuramente questi versi sono molto pesanti e difficili. Però fanno parte della parola di Dio, quindi non possiamo e non vogliamo evitarli. Se crediamo che la Bibbia sia vera e ispirata dallo Spirito Santo, non possiamo decidere noi a quali versi vogliamo attenerci. Questi versi, sebbene siano pesanti, sono veri, quindi vogliamo cercare di capire il loro significato per le nostre vite.
Quindi secondo la Bibbia, e a proposito di questa importanza di avere un nome e essere chiamato per nome, la Bibbia ci dice che ci sono due tipi di persone in questo mondo: Quelli che hanno i loro nomi scritti nel libro della vita, e quelli che non hanno i loro nomi scritti nel libro della vita. E come vediamo qua quelli che non troveranno i loro nomi scritti in questo libro saranno separati per sempre dalla presenza di Dio. Per sempre. Ma quelli che hanno i loro nomi scritti nel libro della vita avranno dei nomi che saranno chiamati e nominati dal Dio creatore dell’universo.
La Bibbia è molto chiara. È molto importante avere un nome e essere chiamato per nome. La buona notizia della Bibbia è che in Cristo Gesù tutti noi possiamo ricevere e avere una nuova identità, e quindi tutti noi possiamo essere chiamati per nome dal Signore. Se uno è in Cristo, scrive Paolo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove. Perché questa nuova vita? Perché non è più morto nei suoi peccati. Non è più condannato dai suoi peccati. Adesso è libero. Adesso ha una nuova vita. Ha tutto questo in Cristo soltanto, che è allora la nostra speranza. Cristo è la nostra via di salvezza e in nessun altro è la salvezza. Cristo è tutto questo e Cristo è in grado di metterci in rapporto a Dio perché come dice Paolo ai Corinzi, Cristo non ha mai conosciuto peccato, e quindi Dio lo ha fatto diventare peccato per noi. Perché? Perché noi diventassimo giustizia di Dio in lui.
Boaz, il momento in cui compra il diritto di riscatto diventa il redentore di Rut, e quindi in Boaz Rut riceve una nuova famiglia e una nuova identità, insieme a un nome che dura fino a oggi. In modo simile, ma anche in modo molto più grande, Cristo, nel momento in cui morì sulla croce per i nostri peccati, comprò il diritto di riscatto e non appena fu risorto dalla morte diventò il nostro redentore.
Il Signor tal dei tali poteva riscattare Rut. Ma poi ha capito che il prezzo del riscatto era troppo caro e allora tolse il suo nome da questa possibilità, e ancora oggi non conosciamo il suo nome. Cristo, invece, non è come il signor tal dei tali. Nonostante il prezzo molto molto caro, obbedì al suo padre, fino alla morte, e quindi per mezzo della fede in lui ci riscatta dalla condanna dei nostri peccati, e così ancora oggi nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.
Quindi in Cristo noi che siamo arrivati in questo mondo stranieri e morti nei nostri peccati, adesso abbiamo una nuova famiglia e una nuova identità e una nuova vita e una nuova eredità in Cristo. Grazie a Cristo soltanto, per mezzo della fede in lui abbiamo dei nomi che sono conosciuti e che sono scritti nel libro della vita. Quindi, grazie a Cristo le nostre vite contano davvero.
Signor tal dei tali, che aveva il diritto di riscatto, non è più ricordato e ancora non conosciamo il suo nome. Tal dei tali cercava di proteggere il suo nome e la sua identità e la sua eredità, ma così facendo perse tutto. In modo simile a quelli che non si fidano di lui che li ha riscattati, saranno come il signor tal dei tali e i loro nomi moriranno con loro. Ma quelli che si fidano di Cristo come redentore saranno chiamati per nome e troveranno i loro nomi scritti nel libro della vita. E tu? Sei chiamato/a per nome dal Signore? È scritto il tuo nome nel libro della vita. Ti fidi di Cristo come Salvatore? Sono domande molto importanti. In Cristo non siamo più stranieri, ma abbiamo una nuova vita e una nuova identità. Che tutti noi possiamo conoscere Cristo come Salvatore e avere i nostri nomi scritti nel libro della vita. A Dio sia tutta la gloria.